In attesa che qualcuno spieghi al sindaco la differenza che esiste tra l’essere e l’apparire, tra il dire e il fare, la tra bucia e la verità.
In attesa di sapere quanto costa ai cittadini il fotografo che “casualmente” immortala ogni posa del Garko de noantri, sempre casualmente presente mentre Garko utilizza soldi pubblici per autopromuoversi.
In attesa della storia diversa che D’Alberto diceva di voler scrivere, ingannando alcuni cittadini tra cui me che 5 anni fa lo feci votare.
In attesa che D’Alberto la smetta co le chiacchiere del cucuzzaro, con le foto e decida di fare qualcosa per le buche con strada, la sporcizia ovunque, il buio che avvilisce il commercio, i quartieri abbandonati, le presentazioni in pompa magna, le inaugurazioni “casualmente” fatte a pochi giorni dal voto, le statue erette e i “ricordi”, “casualmente” fatte in questi giorni. Ma sempre pagate dai cittadini per la sua magna gloria.
In attesa che anche qualcun altro spieghi che il Giro D’Italia viene a Teramo solo per l’unica volontà della Regione Abruzzo.
In attesa che il sindaco la smetta di sperare di lucrare vantaggi elettorali dalla corsa rosa, dopo aver peraltro vergognosamente assegnato - in 5 anni - alle due ruote solo qualche pennellata di vernice rossa per fortuna sparite già dall’asfalto.
In attesa che qualcun altro ricordi al sindaco che le strade sono state asfaltate con un contributo di 1.694.372 euro della Regione. Mentre i cittadini attendono di sapere quando verranno fatte le cose promesse tipo, la riduzione della Tari o incentivi alle attività commerciali ed imprenditoriali, la video sorveglianza per una città dove il primo delinquente può offendere il Questore e dunque la Polizia.
In attesa di sapere dove è finito il contratto di quartiere della Cona, il piano del verde, il piano del traffico e il piano per la mobilità sostenibile.
In attesa di sapere finalmente il Sindaco cosa pensa per i prossimi cinque giorni sulla localizzazione dell’ospedale e sul nuovo ospedale.
In attesa di sapere qualcosa sulle centinaia di migliaia di euro “casualmente” dati senza gara pubblica ad associazioni, anche quelle i cui rappresentanti si sono ora candidati con D’Alberto.
In attesa di una ricostruzione pubblica, di un’opera almeno una pensata e realizzata dalla banda D’Alberto, e non le uniche tre in 5 anni, che sono state in realtà appaltate dalla vecchia amministrazione Brucchi.
In attesa che terminino le bugie a raffica.
In attesa che i nullafacenti la smettano con le sterili passerelle con fotografo a seguito “ma quanto so bono, ma quanto so bravo” ovviamente sempre a spese di noi contribuenti.
In attesa ecco giungere a sorpresa una notizia vera quanto il rifacimento dello Stadio Comunale in due anni, “casualmente” annunciato in campagna elettorale: la conferenza stampa di D’Alberto vince la finale di “Scherzi a parte”
I giudici non potevano ignorare le bugie clamorose sulla “città che attrae”, perché Teramo non attrae nessuno da anni.
I giudici non potevano non apprezzare lo scherzo ovvio che sostiene tutta l’irrefrenabile e patologica pulsione all’apparire invece che a fare. E’ ovvio che dietro c’è una precisa regia che spinge l’attuale sindaco populistaman a inventare ogni momento una occasione di visibilità mediatica, invece di dare risposte vere, risposte concrete sui temi attinenti la sua attività amministrativa con gli assessori sordemmuti che brillano per incapacità. Peraltro attribuendosi meriti e successi altrui.
Il successo era scontato: Tutto programmato ad arte da un Fellini de noantri. Le bugie sulla crescita economica della città anche dopo la certificazione oggettiva, incontrovertibile, inequivocabile del fallimento dell’amministrazione comunale in carica sottoscritta dall’ISTAT che verbalizza il crollo dei residenti nel Comune di Teramo nel periodo del mandato del sindaco Gianguido D’Alberto
Ma di più: la bugia sulla “città attraente” e sulla “rinascita della città”.
Ma di più: le offese dopo la censura. Un colpo di genio di quelli della democrazia a modo che ben presto si sono dimenticati che i cittadini sono i loro azionisti di maggioranza e loro sono solo di passaggio. E -come ci dice l’ultima storia teramana - molto spesso vengono dimenticati in breve tempo.
Ma ciò che deve aver convinto in modo definitivo i giudici di scherzi a parte deve essere stata la strategia da spara palloni sempre più grossi, le filipponate sempre più enormi, la capacità di alcuni assessori totalmente assenti in 5 anni di superare i limiti della dignità, con l’ossessivo sforzo di sorridere, dare la percezione di un benessere diffuso, una immagine modaiola, in un centro storico che non ha più da tempo una funzione economico sociale, ma oggi è squallidamente visto solo in un eventificio, trasformato in un angolo per l’aperitivo per l’interesse di pochi. Mentre il commercio stenta, la povertà aumenta, le buche con strada ci umiliano, la sporcizia si accumula, il buio impera, l’insicurezza si impadronisce della città, i locali - aperti da pochi eroi con tanti sacrifici nel post terremoto - chiudono perché non si riescono a pagare le bollette. Il sindaco potrà anche vincere ma tutto questo ciarpame offende la morale e la ragione mentre c’è gente che non arriva a fine mese e affolla la mensa per poveri e chiede aiuto.
E questo è un fatto.
E’ la realtà di una città ogni giorno più povera.
Leo Nodari