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Igiovanni falcone

23 maggio 1992. Le 17.57 di31 anni fa. Sicilia, CapaciE’ una strage. La mafia dei colletti bianchi invisibili, che usa dei pecorari bastardi,pensa di incuteretimore, di cancellare i principi di chi vive la propria vita detestando tutto ciò che attiene la sopraffazione, il ricatto, la violenza della criminalità organizzata.

Massoneria corrotta, politici ladri, imprenditori intrallazzatori, con la complicità di qualche giuda in divisa, si illudono di far desistere chi, come Falcone e Borsellino, Chinnici e Costa, Dalla Chiesa e Basile, Giuliano e Cassaràcombatte frontalmente la mafia. 23 maggio 1992. Le 17.57 di 31 anni fa. La mafia pensa di vincere la guerradichiaratagli da questi eroi utilizzando 500 chili di tritolo. Ma, a volte,le battaglie il cui esito sembra così negativo e deludente, nascondono glorie diverse. La mafia è ancora viva. Certo. Gestisce ancora ampi traffici miliardari. Certo. Incute timore, produce criminalità, dolore, terroreCerto Ma Falcone, Borsellino e i tanti martiri che hanno incontrato la morte combattendola non sono stati dimenticati. Oggi in tutta Italia centinaia di migliaia di giovani si uniscono per ricordare Magistrati, poliziotti, carabinieri, giornalisti, sacerdoti, gente onesta trucidata per il solo fatto di non voler lasciare campo alla violenza mafiosa. Oggi in tutta Italia centinaia di migliaia di giovani gridano e applaudono il loro nome. Possiamo ben dire che Giovanni Falcone ha vinto.

Il 23 maggio 1992Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro sono gli eroi di questo Paese, esempi illustri di servitori dello Stato, vittime sull’altare di una lotta aspra e frontale del bene stava contro il male. I mafiosi cono fumo, cenere, ergastolani dalla vita schifosa dietro le sbarra o pentiti dall’eterno cappuccio in testa che vivono senza nome, senza storia, solo con l’eterna paura addosso, solo l’eterno marchio dell’infamia che non si cancella. 

Oggi 23 maggio 2023, 31 anni dopo per onorare ericordare la strage di Capaci occorre dire con forza che non basta scrivere le leggi nei codici se prima non le abbiamo scritte nelle nostre coscienze, perché sono troppo le coscienze passive, un pò addomesticate che trasformano la legalità in qualcosa di strumentale, malleabile, calibrata a seconda degli interessiAlmeno oggi occorre dire con forza e con chiarezza che sono troppo le coscienze passive, addomesticate, che trasformano la legalità in qualcosa di strumentale, malleabile, calibrata a seconda degli interessiSono troppi il colletti bianchi collusi. Sono troppi coloro che non vedono e non parlano. Sono troppi i timorosi tra coloro che omaggiano a parole Falcone ma vanno a braccetto con corrotti, ladri e massoni.  Dobbiamo dire chiaramente che sono costoro a creare il campo da gioco adatta alle mafie.

Occorre dire senza veli e senza infingimenti che Falcone e Borsellino, che vinsero il maxi processo e chiusero dietro le sbarre 450 mafiosi ,subito dopo persero  tutte le battaglie, esaltati e osannati solo oggi da morti, celebrati come eroinazionali. Oggi. Solo ora. Quando sono nella tomba.

Oggi, 23 maggio 2023, occorre un invito anche alla coerenza, al principio di legalità che viene inneggiato in ogni dove, ma che nel concreto a volte sembra usurpato proprio da chi si erge a paladino della stessa. Giustizia sociale, diritti, educazione, cultura, politiche sociali, lavoro: non può esserci legalità senza civiltà, non può esserci reale legalità se non sono promossi e tutelati questi punti.Anche questa è lotta alla mafia. Concreta e semplificata, ma dagli effetti stupefacentiCombattere la criminalità organizzata significa anche garantire la tutela di questi valori e custodirli e difenderli.

E’ proprio con una forte speranza nel cuore che voglio vivere questo giorno di viva commemorazione. Una speranza che non attenda gli effetti passivamente, ma che costruisca la vittoria quotidianamente, con impegno e voglia di mettersi in gioco di chi non si lascia indurire da egoismo, sete di denaro e di potere. Per sconfiggere le mafie  abbiamo bisogno di una memoria viva che si traduca tutti i giorni in responsabilità . Dobbiamo trasformare la memoria del passato in un’etica del presente. Giorni come questo, quindi, oltre che per commemorazioni, eventi, ricordi, post social e trasmissioni ad hoc, servano, realmente, a scuotere le nostre coscienze. Ci ricordino la nostra immensa responsabilità in questa difficile lotta. Servano a ricaricarci per combattere quotidianamente il concetto stesso di criminalità organizzata, di mafia e di tutto ciò che ruota intorno a questo mondo. Senza rese, senza egoismi, senza scoraggiamenti. E’ il momento di impegnarsi per rendere viva la memoria di Giovanni Falcone a cominciare da questo 23 maggio 2023. Possa essere questo giornoun giorno di speranza e progetto per un futuro migliore, per poter affermare che Giovanni Falcone ha vinto.

Leo Nodari