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Caduti-Nassirya-20181110-001.jpgIo non dimentico il 12 novembre 2003. Sono le 8,40. Un’esplosione squassava la base italiana “Maestrale” di Nassirya, portando con sé la vita di 28 persone, fra cui 19 italiani falciati da un camion bomba tra cui 12 carabinieri, 5 soldati e 2 civili che più si impegnavano per una composizione pacifica del dopo-Saddam. Oltre a ciò, rimasero feriti altri 20 italiani: 15 carabinieri, quattro soldati e un civile, molti dei quali gravemente. Fu il più grave attacco subito dall’esercito italiano dalla fine della Seconda guerra mondiale e fu compiuto da al Qaida Il peggior attacco nella storia del peacekeeping italiano sempre su mandato dalle Nazioni Unite. Quel giorno l'Italia riscoprì il costo della guerra sulla propria pelle.
Dopo la caduta del muro di Berlino, con l’avvento del Terzo Millennio, ci si illuse che potesse iniziare un nuovo periodo di prosperità e pace. Ben presto però questa speranza si tramutò in un incubo, che si concretizzo nei tragici attentati dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti. Il crollo delle Torri Gemelle, seguito in mondovisione da milioni di spettatori impotenti, rivelò al mondo un nuovo nemico: il fondamentalismo islamico, principale responsabile della Strage di Nassiriya. Oggi con legge del Parlamento, del 12 novembre 2009 n. 162, è stata istituita la Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace proprio per ricordare gli italiani che hanno donato alla Patria il loro bene più prezioso: la vita.
Il tempo non cancella gli eroi caduti per la pace. Io non dimentico il processo andato avanti 6 anni. Non dimentico le manifestazioni in piazza dei no-global con gli slogan “10, 100, 1000 Nassirya” o i politici che ridacchiavano durante la funzione religiosa per i caduti. Non dimentico gli spray infami sulle lapidi e i democratici al caviale che fecero pure la lezioncina: “camion-bomba come Rasella: legittimo atto di resistenza”...
Queste sono lezioni che non dobbiamo dimenticare per rispetto a quei morti di Nassirya.
Un ignobile e barbaro atto di terrorismo colpì questi italiani, militari e non, che rappresentavano il nostro Paese in una operazione di pace. Quei carabinieri, quei soldati, che erano in Iraq per mandato del nostro Parlamento, avevano impegnato il loro spirito di servizio per aiutare il popolo iracheno nella difficile strada verso la pace, l’ordine, la sicurezza e la democrazia.
Ci inchiniamo alla memoria di questi nostri figli caduti nell’adempimento del loro dovere – ha detto il Sindaco di Montesilvano Ottavio De Martinis – perché non vada dimenticato il loro supremo sacrificio nella lotta al terrorismo internazionale . un doveroso e riconoscente omaggio a tutti i connazionali che hanno sacrificato la propria vita nei teatri operativi dove l’Italia è impegnata per difendere la libertà, la pace e la sicurezza.
Il 12 novembre 2003 è un giorno che rimarrà scolpito, per sempre, nella memoria nazionale. Il popolo italiano non dimenticherà mai ciò che ventuno anni fa è successo a Nassiriya, Sono ancora vivide nelle nostre menti le immagini di quella drammatica giornata e la profonda commozione che l’attentato suscitò in tutta la Nazione, che non mancò di tributare agli eroi di Nassiriya un fortissimo sentimento di affetto e riconoscenza.
Il ricordo dei caduti è un dovere soprattutto verso le giovani generazioni, affinché attraverso la memoria possano conoscere e ammirare l’esempio di chi ha donato la vita per costruire la pace. L’anniversario di oggi è l’occasione per esprimere, ancora una volta, l’orgoglio che il Paese prova nei confronti degli uomini e delle donne, delle Forze Armate e del personale civile, impegnati nelle missioni di pace e che con il loro impegno, la loro dedizione e la loro professionalità rendono onore ogni giorno al Tricolore
LEO NODARI