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RoyuoCaminante no hay camino, se hace el camino al andar.(Viandante, non esiste il cammino, il cammino si fa andando). Queste sono le poche parole – di Antonio Machado - che mi sono sentito di dire ai 14 ragazzi della Provincia di Teramo che sono partiti  ieri mattina per Assisi e da li, dopo un capodanno di preghiera per la tradizionale marcia della pace, proseguiranno a piedi fino a Romaper  fare il loro cammino da pellegrini del giubileo seguendo la bellissima Via di Francesco”.Giovani che sono stati coinvolti nel “cammino” dagli incontriorganizzati nelle librerie e nelle scuole abruzzesicon lo scrittore Giuseppe Leonelli autore del best seller pluripremiato “Santiago.Il Cammino di Francesco  è il percorso che compì Francesco per andare a Roma da Innocenzo III. E’un percorso che non si dimentica, per molte ragioni. Copre circa 200 km. Ogni tappa offre un’esperienza unica, permettendo ai pellegrini di immergersi nella storia, nella spiritualità e nella bellezza dei paesaggi italiani, ed è stato il più battuto nel Medioevo, annotato nel Codex Calixtinus. Spello, Foligno, Spoleto, Greccio, Monterotondo Vai avanti per monti, vallate, colline, fiumi, avanzi per stradine asfaltate o sentieri infangati, con la pioggia o con il sole vai sempre avanti… fino a RomaMa l’arrivo non è la fine, è l’inizio, perché non si è più gli stessi che alla partenza.La domanda di spiritualità è più che mai trasversale e in aumento. Bisogna incamminarsi mettendo a prova la propria resistenza. Che sia per ricerca personale o per necessità di contatto liberatorio con la natura, intensificata dalle crescenti angosce per le crisi globali e i conflitti, è un’esperienza arricchente per tutti. Il pellegrinaggio lungo rotte considerate sacre nei secoli propone un cambio radicale di comportamenti, un’alternativa di valori umani e universali a fronte di un modello sempre più alienato e competitivo. Sulla strada il pellegrino trova quello che ha cercato da sempre, incluso la temibile opportunità di trovare Dio. Ma in tanti si incamminano senza interiorizzare il percorso, restando aggrappati al mondo digitale, e alle reti sociali, senza lasciarsi indietro i propri problemi e i carichi e, pertanto, senza aprire lo spirito, che poi è l’autentico risultato del viaggio. I 14 giovani teramani con altri di tutta Italia dal 28 al 31 dicembre affronteranno i temi della pace, diritti umani, uguaglianza, democrazia, solidarietà, dignità, libertà, giustizia, fraternità… i temi del giubileo 2025, diritti sotto attacco in tante parti del mondo, la cui negazione ha causato e continua a causare enormi sofferenze a tanta parte dell’umanità. Perché per i cristiani ogni azione non prescinde dal rapporto diretto, costante, con il Vangelo. La vera minaccia delle radici cristiane nel nostro tempo sono tutti quei tentativi di recidere il Vangelo, nella sua chiarezza ed integrità, dalla vita quotidiana, politica, culturale, dalla riflessione sui temi scottanti relegando la Parola che ha illuminato e formato le nostre coscienze per secoli solo all’ambito della pratica strettamente religiosa. Come ci ha ricordato Papa Francesco nell’omelia di apertura della porta santa il Vangelo, è la buona notizia per ogni uomo sulla faccia della terra, per noi è la vera liberazione e fonte di speranzaSono questi i nomi nuovi della pace.  Ed il Santo Padre ci invita ad avere uno sguardo contemplativo. Capace di accorgersi che tutti facciamo parte di una sola famiglia, e tutti hanno lo stesso diritto ad usufruire dei beni della terra, la cui destinazione è universale”. Abbiamo bisogno di rivolgere anche sulla città in cui viviamo questo sguardo contemplativo, che scopra quel Dio che abita nelle sue case, nelle sue strade, nelle sue piazze […] promuovendo la solidarietà, la fraternità, il desiderio di bene, di verità, di giustizia”.In altre parole realizzando la promessa della pace e facendoci portatori di speranzaSolo così il necessario realismo non diventerà una resa al cinismo e alla globalizzazione dell’indifferenza. O questo passaggio del Papa non l’abbiamo sentito ? 

 

Leo Nodari