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Cos’è se non un mondo impazzito un mondo in cui in nel giorno dei Santi Innocentivivono in condizioni di povertà 450 milioni di bambini ? E se i bambini di Betlemme uccisi da Erode che cercava Gesù sono stati riconosciuti come primi martiri del Cristianesimo come dimenticare l’Ucraina, Gaza, Siria, Libia, Mali, Conco e i 16 Stati in cui si vivono condizioni di guerra. Eppure a ricordali sempre e a pregare per loro, sempre, è solo Francesco.

Come noto nel Vangelo secondo Matteo leggiamo di come, subito dopo la nascita di Gesù, alcuni magiarrivarono a Gerusalemme chiedendo del re dei Giudei appena nato. Il re Erode, allarmato, ordinò l’uccisione di tutti i bambini maschi di Betlemme sotto i due anni, realizzando così una profezia del profeta Geremia.Nella tradizione cristiana occidentale, le piccole vittime trucidate sono diventate nel tempo il simbolo di tutte le vittime innocenti dell’ingiustizia e dei giochi di potere che dominano da secoli la storia del mondo. I Santi Innocenti sono dunque i bambini di Betlemme. Ma questa festività a loro dedicata richiama l’attenzione su tutti coloro che, come i bambini, non hanno voce per difendersi, e invita a riflettere sull’obbligo morale di proteggere gli innocentigli indifesi, i più deboli specialmente in un mondo dove la violenza e l’ingiustizia sono così diffuse. I bambini che oggi vivono in zone di guerra, o sono vittime di violenza e abusi, costretti a fuggire dalle loro case, sfruttati da uomini senza scrupoli, sono i discendenti dei neonati di Betlemme strappati all’abbraccio delle loro madri disperate, uccisi senza sapere il perché, come troppo spesso accade nelle città bombardate, o durante i viaggi disperati nelle mani di canaglie senza scrupoli alla ricerca di una mondo migliore. La festa dei Santi innocenti martiri diventa così occasione per campagne di sensibilizzazione a favore dei diritti dei bambini e della lotta contro le violenze che ancora colpiscono i più vulnerabili in molte parti del mondo. In un’epoca in cui i bambini continuano a essere vittime di guerre, traffico umano e abusi, il ricordo dei Santi Innocenti invita tutti a impegnarsi per un mondo più giusto e protettivo verso l’infanzia. Come scrive Papa Francesco in un tweet del suo account @Pontifex: “Oggi, come al tempo di Erode, le trame del male, che si oppongono alla luce divina, si muovono nell’ombra dell’ipocrisia e del nascondimento: quante stragi armate avvengono in un silenzio assordante, all’insaputa di tanti!Quante stragi di innocenti nel mondo: Sono - conclude  Francesco - i piccoli Gesù di oggi”.

Più volte, come a Natale, Francesco ha pronunciato le parole "strage di innocenti", ricordando le vittime dei conflitti in corso, e in particolare della guerra e della devastazione in atto nella Striscia di Gaza in PalestinaAnche nel messaggio Urbi et Orbi ha fatto nuovamente appello alla pace. 

Ora in questo inizio di anno spetta a noi impegnarci perelaborare una cultura che rimetta al centro Dio e il bambino. Spetta a noi e non ad altri ritrovareil gusto del dialogo, del confronto, dell'agire insieme. È l'unicavia, per cogliere il senso del Dio bambino nato nella grotta. I cattolici in pantofole, i guardoni della storia, gli accomodati nei posti più caldi, quelli della messa la domenica  e stapposto per la settimana,  quelli che “unità” è una bestemmia e “solidarietà” una iattura se ne facciano una ragione: laparola può diventare feconda, ecostruire percorsidipace, solose si interfaccia e si fonde con la parola degli altri. Solo un impegno comune, solidale e partecipativo per proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti, quale disposizione ad interessarsi, a prestare attenzione, alla compassione, alla riconciliazione e alla guarigione, al rispetto mutuo e all’accoglienza reciproca, costituisce una via privilegiata per la costruzione della pace. In questo tempo, nel quale la barca dell’umanità, scossa dalla tempesta della crisi, procede faticosamente il giubileo ci invitaa collaborareper avanzare verso un nuovo orizzonte di fraternità e di solidarietà. Non cediamo alla tentazione di disinteressarci degli altri, specialmente dei più deboli, non abituiamoci a voltare lo sguardo, ma impegniamoci ogni giorno concretamente per formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri.

Leo Nodari