Scorrendo il calendario è normale trovare per ciascun giorno la commemorazione di uno o più “santi”. Oggi, 27 febbraio, è San Gabriele dell’Addolorata, un santo molto amato della congregazione della passione di GesuCristo. San Gabriele dell’Addolorata è meglio noto in Italia - e non solo – come “il Santo dei giovani”. Ma oggi cosa dice ai giovani questo santo ? Perché molti giovani lo sentono così vicino ?Con San Gabriele e intorno alla sua esperienza la pastorale giovanile è chiamata a trovare vie nuove per l’annuncio del Vangelo con e per i giovani. All’inizio dell’Esortazione apostolica “Christusvivit” Papa Francesco ci ricorda che Cristo “è la più bella giovinezza”. E il giovane Francesco Possenti l’aveva ben compreso nel suo cammino di studente liceale ordinario, impegnato nella crescita intellettuale e nella condivisione della vita familiare. Sul suo esempio, ecco spiegato il tema del Giubileo, nasce l’impegno a riannodare un nuovo legame intergenerazionale: insieme ai giovani per costruire una nuova progettualità sociale, indicata da papa Francesco nell’enciclica “Fratelli tutti” econdividere l’invito ad accogliere la testimonianza di san Gabriele a non aver paura di seguire il Maestro.La figura del Patrono d’Abruzzo, di cui ha immenso bisogno la nostra epoca, soprattutto per i giovani e soprattutto in questo momento può essere di forza e sostegno per tanti. Un santo giovane che ha trasformato la sua vita in un canto alla bellezza dell'umanità e della sua vocazione all'amore autentico: san Gabriele dell'Addolorata oggi ci propone l'esempio di come anche la giovane età può essere illuminata dal Vangelo. San Gabriele è moderno per il suo messaggio. E’ un giovane che cerca la propria realizzazione e la trova nell’amore a Dio e al prossimo. Il suo messaggio è chiaro: fare bene il proprio dovere. Si chiamava Francesco Possenti ed era nato ad Assisi nel 1838. Figlio di una famiglia ricca, come Francesco – il padre era Governatore - fin da giovanissimo meditò sulla vita di Cristo, e sul contrasto fra Cristo e il mondo, una delle caratteristiche della sua vocazione, che cominciò a fargli prendere le distanze dalla vita della società in cui era inserito. San Gabriele dell’Addolorata è un ragazzo bello, vivace, intelligente, pluripremiato a scuola, arguto ed elegante, eccelle a scuola come nelle compagnie di coetanei, un bravo ballerino, e non scende mai a compromessi morali eda giovanissimo entra nella congregazione della santissima Croce e Passione, fondata da san Paolo della Croce Si sente finalmente realizzato, anche se la vita in convento è dura. La giornata comincia alle 04,30 con il canto del Mattutino. Com’era allora costume, cambia nome e sceglie Gabriele dell’Addolorata. Studia teologia, sogna di diventare missionario, s’immerge nella meditazione, brucia dal desiderio di migliorarsi e chiede al direttore di aiutarlo. Gli ultimi due anni della sua vita li trascorre nel remoto conventino alle falde del Gran Sasso. E’ già ammalato di tisi e “sul levar del sole” del 27 febbraio 1862 spira sorridendo morì a causa della tubercolosi.Questa è la “bellezza” di Gabriele: la “normalità”. E dice ai giovani di oggi tutto social e tiktok, che si può essere felici nella normalità. Lui che nella sua vita non ha fatto in tempo a diventare sacerdote. Non ha fatto in tempo a fare nulla di quello che egli ritenne importante nella vita. Ma era felice. E oggi, ogni giorno, nel mondo sulla sua tomba fioriscono i miracoli. E ogni giorno ai piedi del grande “sasso d’Italia” - dove sorge il santuario dedicato proprio al giovane Gabriele - risuonano le parole che San Giovanni Paolo II rivolse proprio ai giovani nel 1985: “dal vostro impegno dipende in gran parte il progresso della civiltà e della cultura dell’amore di cui ha immenso bisogno la nostra epoca”. Era il 30 giugno 1985. Era una splendida giornata di sole. Io c’ero con 50mila giovani con i quali il Papa, su di un palco adornato di fiori di ginestre, entra subito in sintonia: “Sono venuto per voi per guardarvi negli occhi come faceva Gesù…“. E parla loro di san Gabriele “vostro coetaneo”, che aveva scoperto la gioia incontrando il Signore, che invita alla coerenza e all’impegno. Il messaggio di questo giovane per questo è attualissimo. E’ un giovane che cerca la propria realizzazione e la trova nell’amore a Dio e al prossimo. Il suo messaggio è chiaro, semplice, immediato, alla portata di tutti: si è grandi quando si fa bene quello che si deve fare. La grandezza, la santità non consiste nel fare cose grandi e appariscenti, ma nel fare bene il proprio dovere. Fare straordinariamente bene le cose ordinarie. Vale per i giovani, vale per ognuno. Tutti si possono far proprio questo messaggio.
Leo Nodari