Il lampo di 2 missili russi. Il fumo e il fuoco nelle stradedi Sumy, nella Domenica delle Palme.40 morti, 12 bambini, macerie, un autobus sventrato, e un vecchio che in piedi si appoggia al finestrino infranto del bus e piange, piange disperatamente. Nelle stesse ore 2 missili israeliani colpiscono un ospedale. Ancora una strage. Un altro massacro deliberato del popolo palestinese inerme. I trattati per la pace in Sudan oggi si sono interrotti ed è già ripresa la pericolosa escalation che coinvolge milioni di persone in quella che è la più grande catastrofe umanitaria in corso.
Sono questi i giorni che precedono la Pasqua. E l’ora della luce e nel contempo delle tenebre. E’ l’ora del trionfo di Gesù,in sella a un asino e osannato dalla folla che lo saluta agitando rami di palma (Gv12,12-15). Mentre va verso la morte.
Sono i giorni preludio alla Pasqua. Gesù entra in Gerusalemme per dare compimento al mistero della sua morte e risurrezione. Ancora una volta i cristiani di tutto il mondo si apprestano a vivere i giorni della Pasqua tra fitte tenebre che si sono addensate sulle nostre città, si sono impadronite delle nostre vite, si sentono nell’aria, si avvertono nei gesti. C’è minore gioia. Lo dicono gli sguardi.
Come ha scritto Papa Francesco nel messaggio per la via crucis la Pasqua che si avvicina, con la Risurrezione di Gesù Cristo, “è il paradigma dei nostri destini”. La Risurrezione che vince la paura. Davanti alla croce verso cui Cristo si avvia non c’è paura che tenga, non c’è tomba che chiuda, non c’è macigno sepolcrale che non rotoli via. La Pasqua frantumerà le nostre paure e ci farà vedere le tristezze, le malattie, i soprusi, e perfino la morte, dal versante giusto: quello del «terzo giorno». E le stigmate, lasciate dai chiodi nelle nostre mani crocifisse, saranno le feritoie attraverso le quali scorgeremo fin d’ora le luci di un mondo nuovo. Allora, Coraggio! Non temete! Non c’è paura che possa attenuare l’annuncio: “le cose vecchie sono passate: ecco ne sono nate nuove”. Cambiare è possibile. Per tutti. Non c’è tristezza che tenga.
Come scrive Papa Francesco siamo come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’angoscia dicono: “Siamo perduti”.Gesù allora si rivolge ai discepoli“Perché avete paura? Non avete più fede?”
Le guerre con i suoi volti drammatici, l’economia che traballa e spaventa, il dolore nelle nostre strade tra droga, violenza, disperazione, depressione, smascheranola nostra vulnerabilità e lasciano scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito i nostri progetti, le nostre priorità privandoci dell’immunità necessaria per far fronte all’avversità, cancellandoil trucco dei nostri “ego” sempre preoccupati della propria immagine
Noi con le nostre vite truccate. Noi sempre a barare culle priorità della vita. Noi sempre pronti a giudicare per nascondere il vuoto delle nostre esistenze. Noi che abbiamo bisogno delle pallette, del vino e della bamba per cercare un senso. Noi che siamo andati avanti a tutta velocità, sentendoci forti e capaci in tutto. Noi avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire e frastornare dalnulla. Non ci siamo fermati davanti all’inquinamento che divora mare e foreste, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani , invincibili in un mondo malato. Oraabbiamo paura.
“Perché avete paura? Non avete fede? “ci chiede ancora Gesù mentre sull’asina va incontro alla morte. Chiamandoci a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta. Un tempo per reimpostare la rotta della vita verso di Lui. Il Signore ci interpella e,in mezzo alla nostra tempesta, ci invita a risvegliare e attivare la solidarietà e la speranza capaci di dare solidità, sostegno e significato a queste ore in cui tutto sembra naufragare. Abbiamo una speranza: nella sua croce siamo stati salvati. Ascoltiamo ancora una volta l’annuncio che ci salva: è risorto e vive accanto a noi.
Leo Nodari