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I conti veri si faranno solo in Cappella Sistina, quando, separati dal mondo esterno e sotto lo sguardo del Dio michelangiolesco, i 133 cardinali elettori metteranno nell’urna la scheda sulla quale avranno scritto il nome di colui chesecondo Dio, ritengo debba essere eletto. Io vorrei che fosse Fernando Artime, 65 anni, figlio di una famiglia di pescatori delle Asturie. Dunque uno dei più giovani tra i cardinali,  ma in grado di raccogliere perfettamente l’eredità pastorale lasciata da Francesco Spagnolo. Dunque figlio di una terra tradizionalmente cattolica, con la Chiesa cattolica romana che ha giocato un ruolo significativo nella storia e nella cultura  DEL Paese. Salesiano quindi erede di don Bosco che fa della formazione e l’attenzione ai ragazzi il centro della missione educativa e pastorale orientata alla promozione integrale della persona.Angel Fernando Artime ha scelto di entrare nell’ordine religioso fondato da Don Bosco a diciotto anni e nel 1984, dopo il percorso interno di valutazione e studi, ha preso i voti perpetui a Santiago de Compostela al termine del cammino, e tre anni dopo è divento prete a Leon città storica meravigliosa nella regione autonoma di Castiglia, terra dei mulini a vento che incarna l'essenza di uno dei capolavori letterari più celebri di tutti i tempi: Don Chisciotte della Mancia  . Alle spalle tre lauree, la prima giovanissimo in teologia pastorale, poi filosofia e pedagogia. Missionario in Brasile nel 2001 dove ho avuto modo di conoscerlo, frequentarlo ed ammirarlo come rettore della chiesa madre di San Josè dove  si trovano lo stemma salesiano e le immagini della Madonna Ausiliatrice e di San Giovanni Bosco e nell’opera di risanamento e rilancio dell’ importantissima opera dei salesiani che  gestiscono una vasta rete di centinaia di scuole e opere sociali, con una attività che ha radici profonde e una presenza storica nel Paese.   Dopo aver ricoperto diversi ruoli dentro l’ordine è stato mandato in Argentina come Superiore dell'Ispettoria dell'Argentina, dove ha avuto modo di conoscere Francesco negli anni 2009 vescovo di Buenos Aires.

Quattro anni più tardi è stato eletto per la prima volta ai vertici dei Salesiani diventando Rettore maggiore, decimo successore di Don Bosco. E da allora vive a Roma nella casa generalizia in via Marsala È stato il primo spagnolo a ricoprire quella carica. In quel periodo l’Ordine era squassato da diversi scandali e dissesti economici che lentamente Artime è riuscito a ricomporre, godendo anche dell’appoggio dell’amico Papa Francesco, nel frattempo eletto con il conclave del 2013. Nel 2023 Bergoglio lo ha chiamato per ricoprire il ruolo di cardinale prefetto del dicastero per gli istituti di vita consacrata .

Il suo nome circola da tempo nel collegio cardinalizio, perché tiene insieme mondi e caratteri diversi. Europeo ma con una vasta esperienza in America latina e nord America, gioviale ma con una ottima capacità di governo, potrebbe rilanciare lo spirito di Francesco, ma con la bonomia del salesiano. Intelligente, colto, allegro, appassionato di vino italiano,  aperto e socievole, da buono spagnolo, quando gli impegni glielo hanno consentito, non si è mai sottrae alla compagnia dei vecchi amici davanti ad una buona bottiglia di vino, magari per immaginare nuovi progetti .L’ultima volta che l’ho incontrato è stato nel concistoro di due anni fa fu quando nella Galleria Lapidaria per vedere Artime si era creato una specie di ingorgo di gente in paziente attesa per potergli stringere la mano e farsi un selfie. Per Artime resta fondamentale l’impronta lasciata da don Bosco, un santo che può aprire tutte le porte del mondo e ha un fascino più attuale che mai. 

La scelta per Fernando Artime è la scelta di chi vuole vivere con fede, speranza e credere che un mondo migliore sia possibile. Cioè che ci sia sempre la possibilità di offrire un volto di umanità all’uomo oggi. Il voto per un salesiano è per chi vuole “camminare insieme” sulla strada di Francesco in ogni campo, da quello ecclesiale (è stato un forte sostenitore del processo sinodale), a quello sociale e persino politico. 

Leo Nodari