Una città accogliente, bella, viva, pulita ricca di opportunità. Sembra il migliore slogan elettorale per il Sindaco Biondi. Invece dietro un falso video tik-tok si nasconde un chiaro ordine più che un messaggio : andare tutti a L’Aquila . Se è vero che L’Aquila oggi è una città accogliente, piena di comunità di immigrati, europei e non, perfettamente integrati ed ormai a pieno titolo cittadini per bene che con il loro lavoro contribuiscono alla crescita economica, sociale e culturale della città questo vero attacco alla città rappresenta gestito dalla mafia dell’immigrazione clandestina come un business particolarmente redditizio, continua a far arrivare di nascosto in città decine di disperati che alimentano strutture residenziali abusive dedicate all’accoglienza indiscriminata e clandestina. Per fortuna la risposta ferma e senza mediazioni del Sindaco Pierluigi Biondi tranquillizza la sua città. Ma la nostra Regione subirà altri attacchi delle mafie. E come risponderanno i tanti Sindaci dal coraggio evanescente come bolle di sapone e dalle capacità di un criceto in letargo pronti a nascondersi dietro un buonismo ipocrita che è il miglior complice dei trafficanti di esseri umani.
Eppure è oramai chiaro, e da tempo, che la disperazione di alcuni è fonte di profitto per altri. Lo sa bene Muammer Turk Kücük, boss indiscusso del traffico illegale di migranti nel Mediterraneo. Criminale spietato, gestore di un lucroso marketing . Non solo cocaina per i poveracci che hanno bisogno di sniffare per far finta di vivere. Non solo giovanissime ragazze per il mercato del sesso occidentale tra uomini “fluidi” e ridicole tardone rifatte. Non più solo armi. Il servizio completo include la tratta di disgraziati dalle coste turche all'Italia. Una massa di disperati dal dolore infinito. Una montagna di soldi. Un network flessibile e refrattario alle più sofisticate investigazioni. Una banda mafiosaa con più di 200 uomini tra Albanesi, Rumeni e Siberiani. Ogni viaggio gli permette di guadagnare circa 50 mila dollari, circa 8 milioni di euro annui. Ma non è il solo ad offrire a chi sogna l'Europa un “pacchetto viaggio” completo per il vecchio continente pieno di “buoni” che si commuovono tanto ma le mani in tasca se le mettono poco. Per i trafficanti senza scrupoli questi esseri umani sono solo una miniera d’oro: prendono i soldi quando arrivano al punto di ritrovo, li rinchiudono nei lager e chiedono il riscatto ai familiari. Prendono altri soldi per partire per l’Italia. Prendono i soldi dai “prenditori” sfruttatori italiani quando gli schiavi arrivano e vengono dirottati ad esempio nelle ricche terre della marsica bisognosa di mano d’opera a bassissimo costo e tutta in nero. Non più solo africani forti ma ribelli . Come ha scritto la direzione nazionale antimafia i più miti indiani, cinesi, afgani bangladesi e pakistani, oggi costituiscono un “imponente traffico illegale di ingressi in Italia”. La tariffa è nota: settemila euro per un visto turistico. A quel punto, si attiva la rete. Alcune società compiacenti li assumono in maniera fittizia, così da fornire la documentazione necessaria per presentare l’istanza telematica per il rilascio del nulla osta. Pochi controlli e una via preferenziale e sicura. Con tanti miliardi una strada si trova. È una vera e propria impresa criminale. Una rete fatta di nodi che interagiscono tra loro a seconda dei bisogni e che sono posizionati in varie parti del mondo, nei luoghi strategici dell'immigrazione. Una rete capace di ristrutturarsi velocemente in caso di necessità. Ad esempio creando nuove rotte per aggirare le barriere che, di volta in volta, vengono alzate dai vari Paesi europei. Complice anche il ruolo controverso delle Ong straniere, la cui narrazione non rappresenta più un totem solido e ricco di certezze. Come ha scritto il Pm catanese Carmelo Zuccaro (Premio Borsellino 2021) tra le fila delle ong non operano “tutti filantropi”. Oramai sono tante, troppe le prove inconfutabile della precisa volontà di molti “buoni” delle Ong di non limitarsi ad effettuare operazioni di salvataggio ma di porre in essere azioni idonee a favorire la tratta e future operazioni di immigrazione clandestina.
Come ci ricordava Papa Francesco occorre vedere gli invisibili e ascoltare chi non ha voce, riconoscere la dignità di ciascuno e agire contro la tratta e ogni forma di sfruttamento. La tratta dei nostri fratelli , le schiavitù del nostro tempo, restano spesso invisibile perchè la cultura dell’indifferenza ci anestetizza. Aiutiamoci insieme a reagire, ad aprire le nostre vite, i nostri cuori a tante sorelle e tanti fratelli che sono trattati come schiavi. Non è mai troppo tardi per decidere di farlo.
Santa Giuseppina Bakhita – donna e suora del Sudan che da bambina fu vittima della tratta ci indica la strada, ci dice che contro la tratta dobbiamo ascoltare, sognare e agire. Ascoltiamo il grido di aiuto, lasciamoci interpellare dalle loro storie. Agiamo subito, insieme, in tutto l’Abruzzo per un contrasto alla tratta . Un contrasto forte che sia di tutta la comunità senza pericolosi cedimenti È una chiamata a non rimanere fermi, a mobilitare tutte le nostre risorse nella lotta contro la tratta Se chiuderemo occhi e orecchie, se resteremo inerti, saremo complici.
Leo Nodari

