di ANTONIO VALBRUNI
In questi ultimi anni si è disquisito molto sulle varie impostazioni tattiche e circa i moduli di gioco che le squadre hanno adottato. Si è discusso al punto di formare due partiti, i fautori del gioco a zona e quelli del gioco a uomo. Io ritengo che si sia esagerato e che il tutto sia diventato, più che altro, un fatto giornalistico. In effetti sono rari gli esempi di gioco a zona pura, così come sono ormai scomparsi, quasi totalmente, gli schieramenti puramente a uomo. Nella maggior parte dei casi si possono vedere squadre impostate con marcature miste. Prendiamo ad esempio il gioco degli anni 1969-1970. In campo si venivano a formare 9 coppie fisse più i liberi ed i portieri. Ognuno seguiva il proprio avversario diretto in qualsiasi zona di campo da lui occupata. Oggi, normalmente, si marcano ad uomo unicamente gli attaccanti, ed in casi eccezionali la mezza punta, con i propri difensori, i rimanenti giocatori occupano una zona di campo nella quale operano attaccando e difendendo, indipendente dall'avversario che momentaneamente entra in quel settore di campo. La differenza chi chi gioca a zona è minima anche in considerazione del fatto che gli zonisti, molto di frequente, operano una marcatura a uomo sull'attaccante centrale avversario. In conseguenza a questa diatribe i tecnici sono stati catalogati dai giornalisti e dall'opinione pubblica, in due grandi categorie : zonisti e Tradizionalisti. Quasi fosse una qualità innata il saper far giocare la propria squadra in un modo o nell'altro. Viceversa penso che ogni tecnico saprebbe fare attuare i due moduli. La scelta deriva dalla convinzione personale che giocando in un modo piuttosto che in un altro, siano più facilmente raggiungibili i risultati voluti. In nessun caso esiste un modo certo per vincere o ridurre le probabilità di sconfitta. Così come in ogni caso c'è la possibilità di dare spettacolo o di giocare male. Ogni sistema di gioco dà svantaggi e vantaggi ; diventa dunque importante il modo di interpretare ogni tattica e con quali giocatori. L'allenatore deve seguire le sue convinzioni, costruendo una squadra che risponda al suo modo di concepire il calcio. Potrà impostare la squadra a zona, ad uomo o con la marcatura mista. Si potrà credere nel pressing o nella tattica del fuorigioco. L'importante è avere idee precise e convincere la squadra che sono le più redditizie ed efficaci. La certezza della bontà delle scelte darà una carica psicologica tale da aumentare anche il rendimento fisico e tecnico. Il primo passo fondamentale per la costruzione di una squadra, lo si compie in fase di campagna di trasferimenti. Le operazioni positive o negative influiranno per tutto l'arco della stagione. Potremmo dire che le vittorie e le sconfitte iniziano in questo periodo. L'allenatore che ha la fortuna di lavorare in una società che, fidandosi di lui, lo asseconderà nelle scelte, avrà un doppio grande vantaggio : assumerà giocatori conosciuti e adatti al tipo di gioco che vorrà dare alla squadra. Purtroppo non sempre ciò accade, vuoi per l'assunzione del tecnico che a volte avviene in campagna di trasferimenti conclusa, vuoi per esigenze economiche o ancora per motivi societari che obbligano alla conferma di elementi non proprio graditi per il modulo che si vuole attuare vedi il Pescara. Tutte le situazioni negative, ma reali, delle quali si prenderà atto e, facendo di necessità virtù, si cercherà di ricavare il massimo dai singoli del complesso. Nel limite del possibile, impostare la squadra secondo le proprie idee. Se ci si accorge che quando si chiede è contrario alle caratteristiche dei giocatori, il tecnico userà una certa elasticità mentale nel trovare soluzioni che sposino le capacità dei singoli con le proprie idee. Definiti tutti i dettagli sulla carta, si passa al lavoro sul campo per organizzare il gioco di squadra che comprenderà : disposizione della squadra sul campo - com portamento della squadra in fase d'attacco e difesa - comportamenti dei reparti - comportamenti dei singoli - schemi offensivi - disposizione difensiva - tattica del fuorigioco - con promosse al fuorigioco - addestramento al pressing e raddoppio di marcature - contromossa al pressing . Situazioni a gioco fermo - calci di punizione a favore e contro - calci d'angolo a favore e contro - calci di rigore - rimesse laterali - modi iniziare l'azione del portiere con rimesse lunghe o con palla giocata con le mani . Stabilire tutti i principi ed assegnare i compiti in modo che ogni giocatore sappia sempre quello che deve fare, sia in fase di attacco che di difesa, o in situazioni di palla inattiva. Nella costruzione del gioco i squadra, niente dovrà essere lasciata al caso.Si dovrà, però, lasciare spazio alla fantasia, all'estro ed alla classe dei singoli, i quali, con le loro invenzioni, non dovranno ridurre il gioco di squadra ma aggiungere gare alternative inaspettate che i campioni sanno creare e che rendano la squadra più imprevedibile. Mai soffocare l'estro, ma neanche permettere ad un giocatore di classe vivere in anarchia. Egli potrà dare sfogo sl suo repertorio ma dovrà essere inquadrato nel collettivo. Non esasperare il concetto di schemi ma, stabiliti tutti i principi, bisognerà avere la pazienza di provare e riprovare sul campo, per raggiungere gli automatismi e quindi raccogliere i risultati. Ci vorrà tempo, ma solo attraverso un'applicazione costante, si migliorerà l'intesa. A questo tipo di lavoro devono partecipare ed esserne coinvolti tutti i componenti della rosa. Ovviamente, quando si faranno le prove, bisognerà schierare un'undici o un reparto, ma è importante che partecipano attivamente anche i giocatori di riserva. In qualunque momento potrebbero essere chiamati a sostituire un titolare e dovranno sapere esattamente cosa fare. Ricordarsi che una squadra è forte in proporzione alle giocate che sa proporre ed alla sua imprevedibilità. Creare, quindi, il maggior numero di alternative per essere sempre più competitivi. Creare di dare al complesso la possibilità di variare atteggiamenti tattici, secondo le circostanze. Oggi, ogni squadra conosce l'avversario che incontra, e prepara contromosse al suo gioco. Variarlo durante i novanta minuti potrebbe creare una sorpresa che l'avversario non sempre è in grado ci controbattere. Solo dopo essere riusciti a far collimare tutte queste componenti potremo dire di aver trasformato il gruppo di giocatori che sono stati messi a disposizione in una squadra di calcio.