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calcio 768x233Oggi parliamo del cambio della guida tecnica. Il fenomeno è vasto e generalizzato, tendente purtroppo al costume, ed ha come principali attori i tecnici, e non di rado amici, costretti e chiamati a vivere un'esperienza umana e professionale di larga problematicità e di intenso coinvolgimento. La traumatica decisione di un tecnico con un altro suo collega è diventata una tappa ricorrente nel calendario del nostro calcio di tutte le categorie, venendo appunto a dare consistenza ad un fenomeno che mantiene i caratteri di un avvicendamento quasi di routine, sempre più distante dall'ex eccezionalità. Primo comandamento : rispettare sempre il lavoro di chi precede. Bisogna presentarsi sempre nel modo migliore, i programmi, il metodo di lavoro, tutto con semplicità, senza finzioni e senza quei proclami roboanti che tolgono credibilità al primo insuccesso o anche solo alle prime difficoltà. Ma spesso, una crisi, a parte i valori reali, che non si possono gonfiare, ma si possono usare male o bene, è la reazione a una situazione e non una malattia da curare subito con una medicina. Bisogna capire la situazione per togliere ciò che opprime, e solo dopo con un campo pulito e sgombro da equivoci si può dare spazio alla nostra creatività e alla nostra inventiva. Come bisogna regolarsi con il tecnico esonerato ? La logica e il buon gusto dicono di incontrarlo, di parlargli ma c'è imbarazzo, ma non bisogna sentirsi in colpa, il cambio c'è stato perchè lui era in disgrazia e non aveva più fiducia dell'ambiente e non perchè noi premevamo per farlo cacciare. Il fatto principale è che il tecnico esonerato ha vissuto momenti critici, carichi di tensione, questi sono sentimenti che lasciano sempre qualche disagio. E' umano che qualche giocatore gli sia rimasto fedele nonostante tutto, le capacità del nuovo tecnico sono quelle di apprezzare il grande lavoro precedente e metterlo sempre in risalto ad ogni occasione. Bisogna aiutare i giocatori a tirare fuori quello che hanno, trattiamoli con rispetto specie quelli scelti dal tecnico precedente, passiamo a un rapporto fondato sulla stima. Mai dire bisogna cambiare tutto, certo l'ambiente si aspetta delle novità, e se le abbiamo le dobbiamo metterle in campo. Mai presentati come salvatori della patria, non facciamo i sapientoni, fare tutto con grande umiltà, una frase storica da tenere sempre in mente " L'umiltà è un punto d'arrivo ".L'esonero dall'incarico è certamente uno degli aspetti più deprimenti della professione del tecnico, ma è talmente reale e frequente che i tecnici devono essere preparati a subirlo. Sta di fatto che quando le cose non vanno bene, la decisione che generalmente prendono le Società è quella di sostituire l'allenatore. Così facendo si spera di migliorare il rendimento della squadra ed i risultati. Non sempre le sconfitte hanno come unico responsabile l'allenatore, che sovente diventa solo un capo espiatorio. Sicuramente la decisione ferisce il tecnico e lo amareggia. Tuttavia come ripeto bisogna accettare tutto con serenità cercando di non rilasciare dichiarazioni polemiche alla stampa, nel tentativo di chiarire se le responsabilità sono proprie o altrui. In realtà, così facendo, il vantaggio sarebbe esclusivamente dei giornali, i quali dalle polemiche ricaverebbe materiale a cui sbizzarrirsi. La migliore soluzione è il silenzio. In seguito per correttezza ci si asterrà dall'assistere a gare giocate dalla propria squadra. Bisogna organizzarsi per fare viaggi di studio, assistere a partite dove cercare qualcosa di positivo, approfondire le conoscenze di giocatori delle varie squadre, possibilmente seguire allenamenti di altri colleghi.Per concludere dopo aver trovato la propria serenità, una pausa di riflessione e di riposo non potrà che giovare in attesa di una nuova stagione, il calcio è così bisogna accettarlo.Diceva un allenatore argentino " metto in campo benissimo i giocatori, il guaio è che poi si muovono. Allenare è un mestiere duro, un mestiere che s'impara col tempo.