Nel settore del calcio è possibile suddividere le strategie dei club. In Inghilterra ci sono il Manchester United, il Chelsea, il Liverpool, L'arsenal, il Tottenham, il Manchester City, In Italia, la Juventus, il Milan. l'iInter, il Napoli e ultimamente l'Atalanta : nel campionato spagnolo il Barcellona, il Real Madrid, l'Atletico Madrid : in Germania il Bayern Monaco, Il Borussia Dortmund. In Francia : Il PSG, il Marsiglia, il Nizza, il Lione. Guadagnano oltre i 200 milioni di euro l'anno, posseggono marchi riconosciuti ovunque, hanno una storia centenaria, competono sul mercato per impossessarsi dei diritti dei migliori giocatori di ogni momento e aspirano a vincere non solo i rispettivi campionati nazionali, ma anche la Champions League. Anche nei club che si trovano in mercati relativamente più piccoli, come quello portoghese, quello francese o Olandese ci sono squadre che possono aspirare a vincere i propri campionati con budget minori rispetto a quelli del leader mondiali. In questo secondo gruppo, un caso molto interessante e quello dell'Olympique di Lione, praticamente di proprietà di una sola persona, il noto imprenditore Jean-Michels Aulas.Questo club ha una strategia molto ben definita che viene applicata in maniera impeccabile e con successo. L'olympique guadagna ogni anno circa 150 milioni di euro. Questo presupposto gli bastò per vincere con relativa comodità il campionato francese ; infatti, lo ha vinto per sette anni di seguito, dal 2002 al 2008. Fonda la propria superiorità sportiva sul fatto che ogni anno ingaggia i migliori giocatori del campionato francese, e ottiene il suo rendimento economico attraverso la vendita, sempre ogni stagione, dei suoi giocatori più eccellenti. Al termine della stagione 2006-2007, ad esempio, cedette Abdidal al Barcellona, Tiago alla Juventus e Malouda, ottenendo in totale circa 200 milioni di euro, il suo preventivo di entrate e di spese è più o meno equilibrato, e ottiene guadagni sostanziali della vendita dei giocatori. I dirigenti dell'olympique di Lione sanno che se volessero aspirare a vincere la Champions League dovrebbero fare un salto di qualità e guadagnare circa 250-300 milioni di euro, e spenderne ancora di più. Con tale incremento rischierebbero di perdere soldi, perchè non solo non potrebbero cedere i propri fuoriclasse, ma dovrebbero pagare stipendi più alti. Pertanto si accontentano d tentare di vincere ogni anno il campionato francese, che non è un successo da poco, e di piazzarsi ogni stagione nella seconda fase della Champions League, lasciando aperta la possibilità che un anno gli capiti un extra di fortuna e di abilità per arrivare in finale. Però, sanno che il loro obiettivo non può essere vincere la Champions League. E' una strategia, ha una parte di rischio.Un caso relativamente simile è quello del Porto. Questo club non guadagna denaro, al contrario, ha un preventivo strutturato per perdere ogni stagione circa 50 milioni di euro nel suo esercizio corrente. Però si è trasformato un'attività straordinaria per la compravendita dei calciatori, soprattutto brasiliani ai quali serve come vetrina per poter militare nei club di punta dei principali campionati europei, approfittando del fatto che la legislazione portoghese permette di nazionalizzare i brasiliani in modo rapido.Una stagione in cui riesci a riunire una bella manciata di talenti, diretta dall'allenatore Josè Mourinho, la stagione 2003-2004, riuscì a vincere la Champions League. Dopo quella stagione il Porto cedette i suoi migliori giocatori, tra i quali Deco al Barcellona, e ottenne vendite straordinarie per circa 200 milioni di euro con i quali potè finanziare il suo deficit strutturale e ricorrente degli otto anni successivi. In un sottogruppo a sé dovremmo riunire le squadre olandesi dell'Aiax, del Feyenoord e del PSV Eindhoven, che lottano per vincere il campionato. Qualche anno fa l'Aiax ad esempio, aveva un vivaio di giocatori straordinari e faceva anche da vetrina, come fanno adesso l'Olympique di Lione o il Porto, però da qualche stagione ha snaturato questa strategia. Anche nei mercati calcistici grandi ci sono club che seguono questo modello strategico. Un interessante caso di analisi è quello del Siviglia. Il club andaluso seguiva una strategia simile a quella del Porto. Comprava giocatori di secondo livello ma con buone prospettive e li vendeva dopo qualche stagione, dopo averli formati e averli fatti conoscere sul mercato. E' chiaro che affinché questa strategia funzioni è necessario raggiungere un livello sportivo abbastanza elevato. Il Siviglia lo ha ottenuto, ha vinto la Coppa Uefa e la Supercoppa Europea e si è classificato nelle prime posizioni del campionato spagnolo, piazzamenti che hanno permesso ai club compratori di notare i suoi giocatori. Il Siviglia ha percorso questo cammino in modo redditizio e può continuare a farlo. Può anche rischiare di cambiare il proprio modello, crescere e lottare per i titoli in maniera costante. Infatti il suo bilancio si è più che raddoppiato negli ultimi anni, superando i 100 milioni di euro, e ha iniziato a ingaggiare giocatori un più costosi.Il calcio di oggi ha bisogno di programmazione e su questo cito il Teramo se nel primo anno di gestione 2019-2020 del Presidente Jachini le strategie del mercato erano diverse se non quelle di programmare nel tempo eventuali successi (vedi Sud Tirol oggi 1 nel girone A di Lega Pro) e lancio di giocatori interessanti nelle categorie superiori, oggi si continuava a fare calcio con un bilancio in ordine e non spendere soldi tutto in soli due anni e oggi invece, c'è solo preoccupazione futura per le sorti del diavolo.C'è stata una strategia sbagliata.