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CalciogolCapita spesso, dopo aver visto un incontro di calcio, di sentire le dichiarazioni dei diretti protagonisti sull'andamento della partita e sulle prestazioni dei singoli. Talvolta le affermazioni sono in sintonia con le valutazioni di chi è stato attento osservatore esterno, altre volte divergono chiaramente. Un aspetto che non sfugge a chi affronta il fenomeno calcio con occhio profondo è quello legato alle difficoltà che sovente portano il calciatore  a non aver la giusta capacità di analizzare oggettivamente la propria prestazione. Vi sono molte motivazioni che favoriscono una difficoltà di analisi di ciò che si è fatto sul campo : elementi culturali ed educativi, ma anche legati alla struttura della personalità individuale. Certamente il calciatore viene abituato a subire il giudizio esterno della sua prestazione.Questo perchè culturalmente, in tutti i settori siamo abituati  ad attribuire troppa importanza al giudizio altrui, in particolare della stampa.. E' invece molto importante iniziare a darsi un giudizio personale delle proprie capacità anche critica. Il calciatore deve abituarsi all'assunzione delle capacità di essere anche spettatore di se stesso. La capacità di riconoscere i propri punti deboli, è il passo determinante per la volontà di miglioramento. Non possono essere solo gli altri a giudicarti ma in te stesso deve abituarsi al desiderio d'impegnarsi per essere più bravo. Bisogna arrivarci da soli e devi in te stesso interiormente che tutto si può migliorare, specie se la la prestazione viene giudicata negativa. Il tecnico deve entrare in questo progetto favorendo e ricercando momenti in cui il calciatore singolarmente o in gruppo valuterà se stesso. E' importante che ogni atleta abbia una buona consapevolezza della sua personalità. Chi tende ad essere troppo esigente con se stesso deve sapere di essere bravo a correggere la sua personalità che nella prestazione è negativa.. Quando le valutazioni su se stessi sono troppo difformi da quello che gli altri danno, spesso nascono delle incomprensioni che in uno sport di gruppo come il calcio spesso si drammatizzano. E' chiaro che più un calciatore sia in grado di conoscersi, valutarsi correggersi ed assumere le proprie responsabilità più il rapporto con il tecnico ed i compagni di squadra si semplificherà. In base alla mia esperienza sono convinto che la capacità di autovalutazione per il calciatore debba essere un obiettivo importantissimo da perseguire con grande attenzione. Non bisogna essere presuntuosi e sicuri di se stessi, anche se questo atteggiamento è un meccanismo di difesa dalla paura di non essere  stato bravo in campo. La parola d'ordine è conoscere se stesso con onestà di valutazione della propria gara è l'obiettivo primario deve essere cercare di migliorarsi la Domenica successiva.

ANTONIO VALBRUNI