L'eterno quesito non troverà mai una soluzione, per molti è importante schierare la squadra con un modulo in campo, per altri è essenziale il giocatore fuoriclasse, altri ancora cercano di conciliare le due posizioni.Ognuno andrà avanti nel calcio con la propria idea, ogni allenatore continuerà con le proprie convinzioni, i giocatore anche.Il calcio, soprattutto in Italia, è diviso in due grandi scuole di pensiero. Da una parte i profeti del modulo, i Sacchi i Guardiola. Dall'altra parte ci sono: Pioli Capello, Allegri, il portoghese Mourinho vi ricordate la gara (, si affidò alla classe di Milito che realizzò due reti nella finale di Champions League Inter - Bayer Monaco 2-0). Allenatori che preferiscono affidarsi alla classe di un giocatore per risolvere le partite senza passare per opzioni d'attacco primarie, secondarie. Il capostipite nel campionato italiano è stato sicuramente Zeman. L'allenatore ha rischiato anche sulla sua pelle, ha pagato a caro pezzo la sua voglia di modernità e innovazione. Ma mai ha rinnegato le proprie idee, ha sempre detto che non esistono giocatori insostituibili, per lui non lo era neppure Maradona. Gli scudetti si possono vincere anche risparmiando sugli ingaggi e sui cartellini dei giocatori. I risultati si raggiungono solo attraverso al gioco. Tanti giudicano la partita solamente in rapporto al risultato e questo è sbagliato, ma altrettanto sbagliato è giudicare un giocatore solamente in base al gol o alla marcatura che applica. Io credo che non sia invece importante la qualità tecnica del singolo, ma la predisposizione a giocare per il collettivo. Zeman preferiva puntare sempre sulla validità di un collettivo, il suo capolavoro lo ha realizzato al Pescara alcuni anni fa. Ha sempre sostenuto che il suo modulo era importantissimo per l'impostazione di una squadra. A mio giudizio non ci sono schemi prefissati e immutabili nel calcio, bisogna saper cambiare in corsa e questa è la vera abilità di un allenatore. Una buona squadra deve conoscere molti schemi e molti moduli, deve saper cambiare in corsa da un momento all'altro.Forse il vero spettacolo è il gioco a zona, ma anche con un modulo diverso si possono vincere le partite.Quando un giocatore è molto motivato e sa come stare in campo, può superare certi limiti tecnici. Alcuni esempi tra gli allenatori che considerava più il singolo rispetto al collettivo era Ottavio Bianchi. In passato le vittorie del Napoli sono arrivate soprattutto grazie al fuoriclasse Maradona. Il compito del tecnico era semplicemente quello di far rendere al massimo il giocatore. Il buon Mazzone ha sempre detto che gli scienziati nel calcio non esistono, sono stato sempre convinto che alla fine i giocatori di classe (vi ricordate cosa diceva di Baggio, un vero fuoriclasse) fanno la differenza nel calcio. Bagnoli ha sempre detto ai suoi giocatori quelli più bravi che il suo calcio è allegria, è invenzione, spensieratezza. Ogni allenatore deve adoperare al meglio i propri giocatori, deve impiegarli sempre nella maniera giusta e per questo non bisogna fossilizzarsi su un certo modulo. Se non esiste la possibilità di dare spettacolo, bisognerà giocare per vincere togliendo qualcosa al pubblico. Il buon allenatore, in sostanza, deve individuare in ogni giocatore le qualità più adatte per essere utile al funzionamento della squadra. Una considerazione, quando nel campionato di serie C. 2014-2015 a Teramo sono arrivati due giocatori con un passato quasi sconosciuto come Lapadula e Donnarumma, eppure abbiamo vinto un campionato che sapeva del miracoloso per la bravura dei due, in quel caso i giocatori individuali hanno prevalso alla tattica e al modulo. La domanda rimarrà senza una risposta, ognuno continuerà a pensarla come vuole.Il calcio è bello anche per questo.
ANTONIO VALBRUNI