Nella preparazione dei giovani ho sempre ritenuto fattori di primissima importanza l'educazione, cioè la formazione del carattere, perchè proprio nell'età giovanile esso si viene formando sia in senso generale che sportivo. Sicuramente è importante che il tecnico del settore giovanile tenti di inculcare, quelle doti, quei comportamenti che, d'altronde, il gioco stesso del calcio richiede ; altruismo, spirito di sacrificio, aggressività e affiatamento con i compagni. L'età degli allievi è idonea per iniziare un'educazione di tal genere, poichè il ragazzo già possiede capacità di ragionamento e concentrazione tali da poter conseguire le trasformazioni necessarie alla formazione di un individuo psichicamente ben costituito. Il settore giovanile va organizzato 1) Creando una organizzazione tecnica specializzata in grado di evidenziare, in modo certo, difetti e doti di ciascun giovane. 2) Creando uno strumento organizzativo che dia una sicura impronta di serietà di lavoro nel settore, evitando di creare problemi dannosi alla sua funzionalità. 3) Creando un ambiente adatto a permettere a ciascun giovane di esprimere completamente se stesso. Appare così condensato tutto il lavoro che il settore giovanile deve svolgere da quello tecnico a quello psicologico, dal lavoro del campo fino a quello dei dirigenti, la cui opera sarà volta in modo principale a creare attorno ai ragazzi quel calore umano di cui in genere i giovani sentono bisogno quando sono di fronte ad un compito difficile, esaltante o deprimente secondo i casi che spesso sembra essere superiore alle loro possibilità di ragazzi. Nel campo dei giovani, il tecnico ha una particolare funzione, quella di istruttore- educatore per compiere bene la quale non basta un pò di psicologia, ma una conoscenza generale del football e della preparazione fisico-atletica. Per adempiere al suo mandato con la massima efficacia sia sul piano tecnico sia sul piano educativo l'istruttore deve possedere un certo numero di qualità, quelle che rientrano nel campo della pedagogia, che come si sa è l'arte e la scienza di educare l'animo del ragazzo, l'arte di insegnare. Nel caso dell'istruttore, è l'arte di trasmettere ciò che lui sa di una certa materia, in questo caso il calcio ad un certo ambiente dove sono i ragazzi. La personalità dell'istruttore nell'intervenire, a volte, può essere più valida di quella dei familiari. Concludo dicendo che per diventare dei buoni giocatori occorre possedere un grande entusiasmo, un'immensa passione per l'attività sportiva che si pratica in questo caso il calcio.
ANTONIO VALBRUNI