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CALCIONel corso di una stagione calcistica la gestione del tecnico nel gestire i giocatori a livello psicofisico e sociale è molto difficile. Come osservatori esterni abbiamo notato, a volte meravigliandoci, di alcune decisioni prese dai tecnici, ad esempio : il calciatore che nell'ultima partita ha compiuto una grande prestazione, nella successiva, è in panchina, se non in tribuna. Durante una gara ad un certo momento della partita, il mister fa un cambio, toglie dal gioco chi ha segnato o chi ha eseguito una grande prova. Chiaramente non sono gli applausi, che gli vuole far prendere, che motiva maggiormente quella sostituzione ma lo fa perchè costui è psicologicamente in grado di ammortizzare il colpo, l'eventuale reazione di rabbia fisiologica è accettabile, in quel momento. Decisioni che potrebbero essere viste come comportamenti di rispetto del calciatore che non ha vergogna di essere sostituito o di stare un pò a riposo. Nel contempo l'allenatore manda in campo colui che scalpita e che ha dato prova di essere pronto, verso il quale sarebbe controproducente frustrarlo ancora. Il giocatore in campo dimostra una motivazione con tanta fama di giocare dopo essere stato in panchina. Essere di riserva è solo un fatto transitorio questo bisogna farlo capire a tutti i calciatori, chi è più in forma merita di giocare.L'escluso temporaneo non deve scendere caratterialmente ma avere la rabbia di conquistarsi il posto nella prossima gara. Ora non è detto che questa analisi calzi perfettamente in ogni rosa  si nota maggiormente per le squadre di vertice, le quali avendo obiettivi elevati  su più fronti, per gestire un lungo stress si vedono costrette a raddoppiare gli effettivi, per cui il turnover è sopportabile. Il turnover dipende da tanti fattori : dal periodo, dagli acciacchi accumulati, dai cartellini rimediati, dallo schema di gioco, dai momenti topici del campionato, in modo di arrivare alle partite decisive con i titolari, con la formazione ideale, nelle migliori condizioni fisiche.Ci saranno più soggetti al turnover di altri che però, considerando alcuni aspetti, non turbano l'assetto psicologico della squadra, ad esempio un giovane che ha debuttato rientra facilmente nei ranghi, le vecchie bandiere non fanno storie se restano in panchina. In certe gare non si può fare a meno di un trascinatore o di un' incontrista invece contro avversari più deboli si fanno rientrare in squadra coloro che hanno fatto molta panchina, anche l'entrata in campo per pochi minuti finali, a risultato ormai acquisito, può essere vista come una scelta significativa per l'equilibrio psicologico del collettivo. L'allenatore oltre ad avere un buon carisma, deve saperci fare nel gestire i panchinari, sia in entrata che in uscita, così ad esempio risultano positive le sostituzioni di chi ha preso un giallo, per eccessivo nervosismo, o una botta, od altri eventi che possono pregiudicare l'utilizzo del calciatore nelle gare successive, sostituzioni studiate per motivare per sollecitare una sana rivalità nella rosa. Ovvio che l'allenatore deve conoscere il carattere dei suoi giocatori per non incorrere a perdere la fiducia dei calciatori.In definitiva il turnover sono da considerarsi come un processo continuo ed una strategia, all'interno del piano generale disegnato per l'annata calcistica. Per cui vanno eseguiti e studiati nei minimi particolari al fine di mantenere alti sia il grado di integrità del calciatore e per la coesione del gruppo vedrete che i risultati sicuramente saranno soddisfacenti nel campionato.  

ANTONIO VALBRUNI