L’angelo custode il Portiere :Il ruolo del portiere è sicuramente uno dei più difficili. Nella dinamica del gioco l'estremo difensore è il primo a rilanciare l'azione d'attacco e l'ultimo a opporsi alle offensive avversarie. I compiti sono quindi di grandissima responsabilità e il numero uno può risultare l'arma vincente in parecchie occasioni. Per questo assume una notevole l'importanza il suo preparatore. Fino a poco tempo fa, specialmente nei settori giovanili, la programmazione del portiere veniva messo in secondo piano. Per il suo modo di lavorare rispetto agli altri calciatori. Il numero uno si allenava a parte, con il dodicesimo, e veniva utilizzato solo per le partitine e i tiri in porta. Con l'avvento della figura del preparatore dei portieri si è sicuramente riempito un vuoto e, finalmente, si è compreso che la formazione del portiere passa obbligatoriamente attraverso diverse fasi di apprendimento. Portieri si può anche nascere, ma soprattutto lo si diventa sviluppando talento e qualità naturali a prezzo di fatica, sofferenze, allenamenti specifici. Il portiere non è l'ultimo giocatore in ordine d'importanza, semmai è il primo. Ogni progresso ha bisogno di un periodo di gestazione e se tutto viene lasciato al caso e all'approssimazione si avrà inevitabilmente un numero uno dalle doti tecniche che rispecchieranno la sua preparazione insufficiente o addirittura inadeguata. I modelli improvvisati adottati in tantissimi settori giovanili, a mio parere, dovrebbero essere abbandonati per far posto a un istruttore che si dalle prime fasce d'età pianifichi le sedute e indichi al ragazzo i percorsi per migliorarsi. Non si può allenare il portiere come fosse uno dei tanti calciatori che si hanno a disposizione, per questo il preparatore dei portieri ha un compito gravoso : individuare nei giovani atleti i quesiti richiesti dal ruolo e poi programmare la formazione con precisi obiettivi. Quali sono i quesiti richiesti ?In primo luogo l'atleta deve avere un certo dominio dei propri schemi motori, cosi come deve avere una buona coordinazione dinamico generale, deve avere il gusto del tuffo a terra così come non deve mancargli uno spiccato senso del coraggio, deve avere dei buoni riflessi e una notevole capacità d'attenzione, una statura sufficiente alta e un buon rapporto con il peso. Al portiere è inoltre richiesta una fortissima personalità che gli permetta di non abbattersi quando subisce un gol. Pensate a contraccolpi per le critiche, rimproveri dei compagni che, specie nei settori giovanili trovano nel numero uno, il solo responsabile della rete subita. Se non ci fosse un allenatore a comprendere certi stati d'animo, il giovane come ne uscirebbe? Il preparatore deve rassicuralo e confortarlo spiegando che gli insuccessi sono sempre dietro l'angolo e che solo attraverso il lavoro si possono evitare certi inconvenienti di percorso. Cosi come. non deve mancare davanti al gruppo, le gratificazioni in caso di interventi veramente decisivi o per progressi compiuti nel tempo. Solo in questo modo si accresceranno la stima e la fiducia della squadra nei confronti del portiere che sta in porta. Un ottimo preparatore può far comprendere al portiere la responsabilità del ruolo, quindi deve essere un buon psicologo, ma anche un buon conoscitore dei principi della tecnica e del ruolo.Sicuramente nel calcio di oggi al preparatore si richiede un aggiornamento quotidiano, una preparazione professionale per accelerare i miglioramenti della tecnica, ossia bravura con i piedi, che oggi nel portiere moderno non deve mai mancare, il calcio di oggi richiede questo.
ANTONIO VALBRUNI