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2E341C6E 05C2 4D82 857F FC23A91F4C99Carmela Scotti ,ha presentato all’alba, alla Torre di Cerranoil suo secondo lavoro letterario “Chiedi al cielo”, edito da Garzanti.

L’incontro letterario, presentato daLuciana Del Grande,  è stato accompagnato al pianoforte daChiara Matone.

Ha dialogato con l’autrice Giovanna Frastalli,le letture  sono state curate dal gruppo Letture ad alta voce (LAV) di Roseto. 

Emanuela Abbadessa su Repubblica ha scritto che il suo stile “ è alto e lirico, apre archi di pura poesia…lingua essenziale, materica densità”. Le piace questa definizione?

Si molto, perché rispecchia gli elementi che mi piace mettere nellamia scrittura, leemozioni trasmesse in modo forte, quasi appuntomaterico,raccontate con uno stilesospeso tra la prosa e la poesia.C’è proprio un contrato tra una storia così dura e un linguaggio, diciamo, così poetico con cui raccontare questo materiale narrativo così forte.

In “Chiedi al cielo” affronta un tema delicato. Perché questa scelta?

A me piace sempre affrontare dei temi che sono dei tabù , tra i tanti crimini quello fatto contro l’infanzia è quello più terribile, quello che si riesce meno a immaginare. Mi piace lavorare con  materiale narrativo che poi continua a risuonare nella mente del lettore anche alla fine del libro, che ti permette di creare delle pagine che rimangono nella mente e nel cuore di chi legge.

Incompletezza” dei personaggi, primo passo verso la salvezza…

I personaggi che io racconto nei miei romanzi sono in qualche modo sono feriti o incompleti o imperfetti,come nel caso di Catena. Questa incompletezza dà la possibilità di raccontare personaggi che hanno mille sfaccettature, che sono feriti e hanno bisogno di essere aperti verso il mondo per trovare la possibilità di salvarsi.

Questa incompletezza li rende vivi,ricchi, molto belli da raccontare e complicati per questo, da un punto di vista narrativo,molto fruttuosi.

Per lei la lettura è fondamentalepiù ancora della scrittura,conferma?

Confermo tutto, assolutamente. Senza la lettura non si riesce ad avere quella solidità di parola, di stile che ti permette di raccontare delle storie come vanno raccontate. Tutti sono capaci di scriverestorie, ma riuscire a trasportare sulla pagina quelle emozioni che tu senti, la parola giusta, che è solo quella che può andare nella pagina in quel momento e che trasmettequello stato d’animoriesce a farlo solochi ha dietro quel bagaglio di letture talmente forte,  che permette didomare ciò che senti edi raccontare nel modo giusto, ciò che tu vuoi che arrivi al cuore e alla testa dei lettori.

Io ho amato tantissimo il libro Cuore che ho letto e riletto, un libro che andrebbe recuperato.

Quale messaggio vuole dare al lettore con i suoi libri?

Quando si scrive un libro e lo si lascia camminare con le sue gambe per il mondo c’è solo da pensare che ognuno ne tragga, in base alle sue esperienze, delle cose che sono solo sue, è fecondo per un romanzo continuare a lavorare dentro.

Poi è importante comunicare che nella vita c’èsempre unaseconda possibilità,per tutti. 

Un libro è sempre scritto per metà dall’autore e l’altra metà dal lettore, mi piace lasciare un “rintocco che si continui a sentire nel tempo.

Che cosa chiede lei al cielo?

Io chiedo delle storie, chiedo di poter incontrare sempre delle storie che valga la pena di raccontare. Per me è quello per cui vale la pena di vivere, poter raccontare delle storie e sapere che … lasciano un segno.

Anna Brandiferro

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