Il Presidente del Teatro del Mediterraneo Leandro di Donato ha dedicatouna serata , a Civitella del Tronto, alloscrittore Vito Moretti membro della giuria “Oreste Pelagatti”, scomparso nel mese di Febbraio 2019.
Vito Moretti è nato a San Vito Chietino nel 1949, docente all’Università “G. D’annunzio” di Chieti scrittore e poeta in lingua e dialetto, ha tenuto incontri culturali in Russia, in Irlanda, in Turchia, ha ricevuto premi importanti di rilievo internazionale.
Nel febbraio 2018 ha pubblicato la biografia letteraria “Gli anni venuti”, dove ripercorre la sua vicenda umana e culturale, “un viaggio nel tempo e nei fatti, nei luoghi e nelle realtà… dettati affabulanti e tensioni liriche…”: “Ho pensato alle tue parole a quelle sussurrate ieri e alle tue mani…le cose intatte e leggere di questo piccolo universo…lascia che la lampada consumi il suo olio..”
Il libro si apre con gli anni a S. Vito Chietino, l’infanzia vissuta in paese a ridosso del suo mare e del suo cielo, i lunghi silenzi del papà e la religiosità della madre che saranno parte dell’eredità che lo portanoaessere una persona sensibile. Ci sono le pagine dedicate alla scoperta della scrittura, a partire dai piccoli pensieri alle riflessioni, fino alla poesia.
Moretti ha frequentato i più importanti scrittori italiani ed europei,Alberto Moravia, Raffaele Nigro, Mario Pomilio,ha fatto parte della comunità di poeti e scrittori d’Europa econ Gaetano Salvetidell’Unione europea scienziati e artisti dove si confrontacon temi, problemi, tensionie contraddizioni di tutta l’Europa,esperienza che contribuisce alla sua formazione di uomo, di poeta e di studioso.
Moretti ha tenuto conferenze e letto i suoi versi in molti paesi, è stato ospite ad Oxford, Cambridge, ha avuto la possibilità, nel giugno del 1991, di andare in Unione Sovieticaal centro di grandi cambiamenti che hanno segnato la storia del paese.
In tutta la sua vita emerge sempre lo sguardo “affilato dalla curiosità” e dall’empatia umana, critico, acuto capace di cogliere le questioni importanti le contraddizioni e i nessi.
Il manifesto poetico di Vito Moretti , il filo conduttore in tutte le poesie- ha sottolineato Di Donato- sono tre parole fondamentali : “il vero, il buono e la fedeltà a se stessi”,questa è la suatestimonianza umana ,il suo manifesto civile, leggendo le sue poesie si ha la provache ciò che scrive è autentico e forte. Vito Moretti nell’arte e nella vita ha sempre cercato di coltivare il vero e il buono collegati sempre con la fedeltà a se stessi, che non è mai retorica ,in tutte le cose è stato sempre fedele a se stesso:“Questo è il buono forse…se viene con le briciole del pane…il buono della creta che respira sui tetti… il buono che ha pure il bello… che resiste…del dolore che ha scarpe per salire e spicchi di cielo…”.
Uno scrittore e un poeta che ci lascia oltre ai libri una grande eredità, ci racconta la misura degli affetti, il legame con il papà e la mamma, la nostra misura umana è trovareil ricordo, la poesia di Vito- ha detto ancora Di Donato- è per noiuna grande consolazione.Scrive Moretti nelle ultime righe del suo libro: “Tutto dunque è solo ciò che infine ci dà la misura del nostro possibile, la gioia di ritrovare quel che ha il nome stesso della nostra breve e umana esistenza, il vero, insomma, che non si lascia mai dissipare né estinguere” .
Anna Brandiferro