Emma Pomilio è nata in Abruzzo, dove vive. Laureata in Lettere classiche all’università La Sapienza di Roma, si dedica da molti anni allo studio della storia romana, con particolare interesse per la società e l’istituto della schiavitù. Per Mondadori ha pubblicato i romanzi Dominus (2005), La notte di Roma (2008), Il ribelle (titolo che nel 2009 ha aperto la serie del “Romanzo di Roma”), Il sangue dei fratelli (2011) e La vespa nell’ambra (2015).
Nei giorni scorsi, nella libreria Mondadori ha presentato il suo romanzo storico “I Tarquini, la dinastia segreta”.
Lei è la nipote di Mario Pomilio, che ricordi ha?
Mario Pomilio è stato uno scrittore con gradissimo successo, noi da ragazzini lo guardavamo in televisione, sapevamo che aveva vinto molti premi.. A casa di mio zio Mario si riunivano altri scrittori suoi amici, tra i quali ricordo Michele Prisco e Mariapia Bonanate. Parlavano di letteratura e del mestiere di scrivere, mentre zio masticava la pipa. Mi dispiace di non aver fatto tesoro di ciò che dicevano, parlavano della scrittura, degli editori, degli altri colleghi scrittori. Io non ho mai pensato di scrivere perché c’era lui che era talmente bravo era come, non so, un mostro sacro per noi.
Lei ha detto “La scrittura è la ricerca della mia identità”..
Sì perché io ho fatto anche altre cose prima di scrivere,ho lavorato anche con mio marito nel suo studio, ma non ero contenta. La vicinanza con mio padre e con mio zio per me è stata importante. Ero abbastanza cresciuta, quando ho pensato: ma io che cosa so fare? Invento storie, quindi mi sono messa a inventare storie. In tutti i miei libri c’è la ricerca della libertà, della propria identità da parte dei protagonisti.
Come nasce l’idea del libro “I Tarquini, la dinastia segreta”
La Mondadori mi ha chiesto di scrivere un libro sugli etruschi.Certo - ho pensato- si conosce poco degli etruschi,ho quindipensato diunire gli etruschi e Roma.
In questo libro c’è la storia di Lucumone, il generale etrusco che prenderà il nome di Tarquinio Prisco e del giovane condottieroServio Tullio che diventerà il primo tiranno della Città eterna.
Ho parlato di questa grande famiglia dei Tarquini, che hagovernato Roma per molti anni, tanto che in quel periodo, Roma veniva definita la “grande Roma dei Tarquini”, si apre ai commerci, al mondo e diventa importante nel Mediterraneo. I Tarquini hanno fatto molto anche con le relazioni internazionali: Roma si è trovata, appena entrata la Repubblica e cacciato Tarquino il Superbointorno al 508-507, a fare dei trattati con Cartagine per il dominio del mare. ITarquini, hanno costruito monumenti ela grande cinta muraria per difendersi.
In questo romanzo storico con quale personaggio si identifica?
Io non mi identifico con nessun personaggio, hanno troppi guai, sono scrittrice di mestieri non mi identifico mai con i personaggi. Parlo di Servio Tullio che è untiranno appoggiato dal popolo che prende il potere in modo illegale, è il personaggio principale.
Nel Basso Impero la sua casa era meta di pellegrinaggi.
Racconto che secondo la tradizione è un re di origine latina, figlio di una schiava che abitava nella casa del re Tarquinio Prisco.
Nel suo libro le donne hanno particolare importanza
Con gli etruschi le donne sono importanti, si conoscono i nomi, le donne nonerano alla pari con gli uomini, però potevano partecipare ai banchetti, potevano bere vino, le donne romane no. C’è un episodio raccontato da Valerio Massimo di una donna romana, uccisa a bastonate dal marito perché sorpresa a bere vino.
Quanto lavoro c’è dietro questo libro
Il romanzo storico è impegnativo, richiede molto studio, molto interesse, si richiede un lavoro grande. Andare a visitare i siti archeologici, sembra un libro come un altro, ma… non è così.
Anna Brandiferro