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FCB1BC2F BA53 4A1C 82A5 59D1E853E325“Ebrei riluttanti” di Sandro Gerbiè stato presentato a Teramo, nel quinto incontro della manifestazione “Aspettando il Premio Teramo”.

Il padre lo storico ed economista Antonello Gerbi,nel 1938lasciò l’Italia per il Perù  a causa della legislazione razziale. 

L’autore ripercorre le vicende che lo hanno “lambito nel corso del tempo”, non è la ricerca delle radici ebraiche ma è il racconto deldistacco dalla fede e dalla Comunità ebraica, fino alla “pratica” dei matrimoni misti. 

Gerbi, come nasce questo libro?

In sostanza nasce per spiegare le mie posizioni, su questo problema, sul quale ho riflettuto molti anni e soprattutto spiegarlo ai miei  due figli che ignorano molte di queste cose. 

E’ un modo per fissare su carta, quella che è stata un’esperienza di vita.

Ebrei riluttanti è una sintesi giornalistica, sempre un po’ forzata, per riluttanti in questo caso  intendo persone  che, come mehanno una storia ebraica alle spalle ma già da molte generazioni, distaccate da quello che è l’ebraismo ufficiale, sia dalla religione sia dalla comunità ebraica. 

Siamo persone che non negano la propria storia, la propria origine ma che non hanno una adesione classica e ortodossa all’ebraismo, tanto che già dalla mia generazione, poi quella successiva stanno tutti facendo matrimoni misti.

La cosa non ci provoca nessuna sofferenza o disagio, nemmeno per questo rinneghiamo quello che è stato il nostro passato, perché noi siamo quello che siamo stati.

Lei ha detto che nel libro c’è un ultimo capitolo che bisogna necessariamente leggere

L’ultimo capitolo è rivelatore di quella che è la posizione di quelli che io chiamo ebrei riluttanti.

La frase classica , in ebraico, alla fine della cena di Pasqua è “L’anno prossimo a Gerusalemme” : gli ebrei in esilio cercavano idealmente di avere una speranza, un giorno o l’altro di tornare  nella terra dei loro avi. 

Io invece considero la mia terra di origine e la mai patria quella a cui sono affezionato, la terra che mi ha salvato , il Perù.

Nel 1938 mio padre andò lì e io sono nato in quel paese nel 1943, la mia lingua madre è stata lo spagnolo, noi siamo tornati in Italiasolo nel 1948.

L’emozione che ho provato l’unica volta che sono tornato in Perù, toccare il suolo natio non è stata assolutamente la stessa di quell’unica volta in cui sono andato in Israele.

In Israele ho avuto un soggiorno di grandi interessi ma senza palpitazioni o commozioni particolari.

Bernardo Valli sull’Espresso ha scritto che il lettore arrivato all’ultima pagina (133 pagine) vorrebbe ringraziare l’autore

Primo, è un riconoscimento importante in sé. Secondo detto da Bernardo Valli, il quale è uno dei maestri del giornalismo attuale, tra i pochissimi sopravvissuti di quella generazione come Enzo Forcella, Nicola Chiaromonte o altri,  detto da lui che io conosco, ma non sono un suo vero amico, è molto importante. Io ero molto amico di Enzo Forcella, suo carissimo amico, che hriletto il mio libro su Piovene pagina per pagina.

Che cosa ha significato per lei scrivere “Ebrei riluttanti”?

Scrivere il libro è stato una sorta di fissazione di punti che avevo in mente e come ogni volta, quando si termina un libro, anche di liberazione. 

Adesso si passa ad altrofinché la testa funziona!

Che ne pensa della definizione di “autobiografia corale

Un modo per dire che è scritto in prima personanel primo quarto del libro parlo   della mia famiglia, le altre tre parti sono dedicate al mio rapporto o, non rapporto, con l’ebraismo. 

Quindi è una definizione un po’ forzata , che però ci può stare.

Lei ha parlato del “lessico familiare” 

Forse l’unico vero retaggio dei miei avi consiste nel lessico familiare, nelle parole o espressioni ebraiche usate in casa dai miei genitori ,questo modo di comunicare è stato tramandato sia a me che mio fratello. Oggi i miei figli conoscono forse una sola parola,perché noi la usiamo ancora ,mitzvahche vuol dire  precetto ma anche buona azione. 

Voi nell’invitarmi qui a Teramo avete fatto una buona azione,  una mitzvah!

Sandro Gerbi è nato a Lima nel 1943, storico e giornalista, ha pubblicato : Tempi di malafede; Giovanni Enriques dalla Olivetti alla Zanichelli; Indro Montanelli; I Cosattini. Una famiglia antifascista di Udine; Raffaele Mattioli e il filosofo domato. Ha collaborato per oltre vent’anni alle pagine culturali della “Stampa”, del “Sole 24 Ore” e del “Corriere della Sera”. 

Anna Brandiferro
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