“Sono lettore di narrativa, i libri che amo sono quelli che possono essere letti anche dai giovani, I tre moschettieri è un libro che amo molto” . Così si presenta Vito Catalano, nipote di Leonardo Sciascia, al pubblico della libreria Mondadori di Corso S. Giorgio.
Catalano è venuto a Teramo per presentare il suo libro “La notte della colpa”, romanzo della “Black List” della Lisciani libri.
A chi deve leggere il suo libropuò raccontare come nasce questa storia?
Il nucleo della storianasce mentre facevo un viaggio in macchina da solo, da Palermo a Racalmuto, qualche anno fa. Poisviluppata… non saprei neanche ricostruire come. Mi piaceva fare una storia stile puzzle, i pezzi dovevano costruire un quadro unico.
“Mi piaceva fare una storia puzzle” , quindi…
Voglio dire sembra che ogni storia,ogni pezzo, ogni capitolo del libro sia quasi una storia a sé,ma in realtàman mano che si legge,quando si arriva alla fine della lettura,compongono un mosaico. L’immagine completa la vediamo solo alla fine.
Per lei è importante creare la suspense nel lettore , ha anchericordato la definizione che aveva dato Hitchcock in una intervista
Sì, Hitchcock immaginava questa scena: il pubblico al cinema vede due personaggi seduti a un caffè, sotto al tavolino c’è una bomba. Solo il pubblico vede che c’è la bomba, i personaggi che stanno parlando non la vedono e quindi solo il pubblico vive questa situazione di pericolo,di attesa del pericolo. Mi piaceva trasmettere questa sensazione nel libro.
Che rapporto ha con i suoi personaggi
Non saprei definirlo,sicuramente più che con i personaggi mi piace molto creare le storie e i personaggi,per me è soprattutto un piacere,in un certo senso una compagnia.Quando sono in fase di elaborazione o di scrittura, posso essere in macchina, nel traffico, sul treno, apasseggio, oppure in un salotto dove la conversazione non è particolarmente attraente , allora… la mia mente se ne va con i personaggi e con la storia che sto creando.
“La Sicilia è il posto che conosco meglio”, quanto sono importanti i luoghi per lei?
I luoghi sono importanti, credo che siano importanti i luoghi che conosciamo, a volte si nasce nei luoghi casualmente. Io sono nato e cresciuto in Sicilia, è il posto che conosco meglio, anche se alla fine ci sarò stato pochissimo. Il posto dove sono cresciuto,mi sono formato, ed èil posto che è più dentro di me.
Mi racconta il rapporto con suo nonno Leonardo Sciascia?
Mio nonno raccontava storie, più che storie fatti successi, che affascinavano un bambino come me, storie di briganti e sparatorie in campagna, io volevo che raccontasse di nuovo sempre la stessa storia, come spesso fanno i bambini
Era uno scrittore che raccontava storie al nipotino, anche se questo succedeva d’estate nel piazzale, anziché accanto al focolare. Era un nonno molto nonno, io torno sempre nella sua casa di campagna a Racalmuto. Ci torno d’estate e se riesco mi ritaglio qualche giorno anche d’inverno, sono molto legato. Quando descrivo la campagna siciliana nei miei libri c’è sempreRacalmuto, lì ho trascorso le vacanze con lui, è la “casa di Sciascia”ed è rimasta così com’era. Anche adesso se viene qualche appassionato di mio nonno, siccome reputo un onore essere il nipote di Sciascia, la faccio visitare anche se non è un museo.
Ogni volta che ci vado… la rivivo.
Vito Catalano tiene lezioni di scrittura nella Facoltà di Linguistica Applicata dell’Università di Varsavia. Ha pubblicato : L’orma del lupo, La sciabola spezzata, Il pugnale di Toledo.
Segue con attenzione e passione le tutte le pubblicazioni su Leonardo Sciascia.
Anna Brandiferro