Gerry Guida, lei ha da poco pubblicato un libro su Alberto Sordi attraverso i ricordi dell’autore della fotografia Sergio D’Offizi…
L’occasione è stata quella delle ricorrenze per il centenario della nascita di Alberto Sordi, ho deciso di ricordare la figura di questo grandissimo attore, tra i più amati del nostro cinema, insieme a uno dei suoi più illustri collaboratori Sergio D’Offizi autore della fotografia tra i più noti.
Insieme a D’Offizi abbiamo ripercorso un sodalizio che ha dato luce “letteralmente” a 13 pellicole, già il titolo stesso “Luce su Alberto Sordi” tende a focalizzare l’attenzione sull’elemento fotografico, cinematografico della luce, non solo quindi ricordi e aneddoti sul grande attore.. Ripercorriamo la loro collaborazione artistica ma anche la loro amicizia, si parla sia di aneddoti tecnici riguardanti la vita del set ma anche di ricordi privati : tra Sordi e d’Offizi, i tra Sordi e la troupe cinematografica, esce fuori un “Sordi privato”. Il libro è nato in questo contesto, abbiamo deciso con la casa editrice cinematografica “Artdigiland” e con l’editrice Silvia Tarquini di ricordare e approfondire la figura di Alberto Sordi . Ci sono aneddoti sul film “Detenuto in attesa di giudizio”, “Il Marchese del Grillo”, “In viaggio con papà”, “Il tassinaro”, “Finché c’è guerra c’è speranza”, “Io e Caterina”. Insomma molti film di successo di Alberto Sordi che vanno dagli anni ’70 agli anni ’80, un percorso interessante in cui sveliamo dei particolari sulla lavorazione del film e anche ricordi di amicizia e sodalizio artistico.
Sordi non si è mai allontanato dagli affetti più cari, sul set aveva creato una “comfort-zone” , tipica della famiglia
Esatto, Albero Sordi non si è mai sposato e viveva in quella splendida dimora insieme alle sorelle. Aveva ricavato sul set cinematografico una sorta di seconda famiglia, ricorrendo spesso, anzi in quasi tutti suoi film, alle stesse maestranze: D’Offizi per la fotografia, Piero Piccioni compositore e grandissimo amico, la sarta… Si circondava degli stessi collaboratori con cui aveva stretto legami oltre che professionali anche di fiducia e di affetto. Poi quando si fa un film dietro l’altro con gli stessi collaboratori si crea quell’intesa professionale e anche umana.
Nel suo libro si parla anche del Sordi regista
Diversi film come il “Marchese del Grillo” o “Detenuto in attesa di giudizio” portano la firma di Nanni Loy o Mario Monicelli, in tantissimi altri film Sordi è anche regista. Il primo film che fece come regista fu “Fumo di Londra”, amava questa doppia veste di attore e regista. Nei suoi film amava anche firmare la regia. D’Offizi di Sordi regista fu uno stretto collaboratore. Sordi era un attore prestato alla regia, D’Offizi e altri collaboratori lo aiutarono molto, amava dirigere i suoi film perché era più libero. Molti nostri attori italiani all’epoca amavano dirigere, penso a Ugo Tognazzi in “Cattivi pensieri”, sì in questo libro ci sono molti film diretti dallo stesso Alberto Sordi.
Sfatato anche il mito di Alberto Sordi avaro
Negli anni è andata avanti questa” leggenda metropolitana” sull’avarizia di Sordi.
Da quello che ho recepito dai suoi collaboratori e dai suoi amici posso dire che era parsimonioso ma non avaro. Lui ha fatto tantissima beneficenza , ha aiutato ragazzi a studiare, ha aiutato i suoi collaboratori nei momenti di bisogno.
Il “Campus Bio-Medico” a Roma è nato su una sua donazione, se non sbaglio. Ha fatto beneficenza non svelando questo suo lato generoso. In realtà era generoso con i suoi collaboratori, con la sua famiglia e con i suoi amici.
Che cosa ci ha lasciato Alberto Sordi e che cosa a lei, in particolare, ripercorrendo la sua vita con Sergio D’Offizi?
E’ stato forse l’unico attore italiano che ha rappresentato l’evoluzione della nostra società dagli anni cinquanta agli anni novanta, interpretando personaggi che rispecchiavano l’epoca in cui girava quel determinato film. Ha sempre rappresentato l’italiano medio, quella figura a volte di perdente, a volte di personaggio arrivista, a volte senza scrupoli che tenta di arrivare al successo. Sordi ha dato diverse letture dell’italiano medio anche in chiave drammatica oltre che comica, pensiamo al film
“ Detenuto in attesa di giudizio” piuttosto che a un “Borghese piccolo piccolo”, un Sordi che ha rappresentato l’Italia nei suoi cambiamenti.
Vengono fuori personaggi che sono diventati icone della storia culturale del nostro cinema
Un mondo cinematografico cambiato, tutto è cambiato e in questo libro a volte traspare la malinconia di d’Offizi per il passato, gli sceneggiatori di una volta non sono come quelli di oggi e anche le maestranze sono diverse. D’offizi ripensa a quel cinema italiano che tutto il mondo ci invidiava, con malinconia.
Regista preferito da Sordi?
Lavorò con tutti i più grandi registi, Fellini, De Sica, Monicelli, Scola, è stato diretto dai più grandi. Con Fellini ci fu una grande amicizia, soprattutto i primi anni quando ancora non erano famosi e cercavano di sfondare nel cinema. De Sica fu uno dei suoi preferiti.
Che cosa desidera comunicare ai lettori?
La casa editrice si è specializzata negli anni a raccontare il cinema attraverso gli autori della fotografia, io collaboro con molto piacere . Il mio libro ha una doppia valenza : parlare di Sordi e dare il giusto merito a Sergio d’Offizi per valorizzare la sua figura professionale dell’ autore della fotografia, che molti faticano a identificare nel processo cinematografico ma che è importantissimo: crea con la luce le atmosfere , i luoghi, le immagini. Questo libro è un omaggio anche a Sergio D’Offizioche è un grandissimo amico e un grandissimo professionista.
Gerry Guida storico e critico cinematografico, è organizzatore culturale di rassegne e festival cinematografici. Tra le sue ultime pubblicazioni: “C’eravamo tanto amati. Trent’anni di storia italiana al cinema”. “ Il giardino dei Finzi Contini. Un viaggio tra Storia, Cinema e Letteratura”.