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IantoxSono trascorsi 75 anni dall’entrata in vigore della Costituzione Italiana, ma  le battaglie delle donne che fecero parte dell’Assemblea Costituente sono ancora attuali. I giornalisti Angela Iantosca e Romano Cappelletto hanno scritto un libro per raccontare le loro storie :Ventuno . Le donne ce fecero la Costituzione (ed. Paoline, euro 14,00). 

“Sono donne che sentono …nel loro cuore e nella loro mente i valori della libertà, della giustizia sociale, della democrazia..”.

Abbiamo rivolto alcune domande ad Angela Iantosca.

Chi sono le ventuno donne che hanno contribuito all’elaborazione della Costituzione Italiana?

Sono delle combattenti. Sono donne che hanno fatto la Resistenza, che hanno rischiato decidendo di fare le staffette, di aprire le proprie case per far propaganda, stampare volantini e giornali. Sono ragazze che hanno lottato contro il Fascismo prima e per l’affermazione dei diritti delle donne poi. Sono persone che hanno anteposto gli interessi di tutti ai loro. Oltre ogni personalismo e oltre ogni appartenenza partitica. Ventuno donne militanti grazie alle quali sono stati posti i fondamenti di cui godiamo oggi 

Per la prima volta le donne in Italia hanno il diritto di esercitare il loro voto ed essere elette. Quali  sono le loro storie?

Sono storie di ragazze che hanno combattuto, che erano insegnanti, alcune avevano cominciato a lavorare da giovanissime, alcune orfane di padre, altre provenienti da famiglie benestanti e colte. Ma tutte mosse da una comune idea di libertà. Ognuna di loro ha una storia diversa, ma ciò che colpisce è l’obiettivo comune e il desiderio di agire nell’interesse di tutte. 

Cerca di raccontare, con una narrazione in prima persona, le difficoltà che hanno incontrato. Perché una narrazione omodiegetica?

La scelta di narrare in prima persona, come se fossero dei monologhi teatrali (qualcuno ha paragonato il libro alla Antologia di Spoon River con nostra grande gioia), è stata fatta nel momento in cui il libro è stato concepito. Ho pensato fosse la tecnica migliore per agganciare  l’interesse dei ragazzi, un modo per far sembrare queste donne vive, contemporanee – così come lo sono le loro parole e le battaglie che hanno condotto e che devono ancora oggi essere combattute -. è come se ognuna di loro, dalla propria tomba, si rivolgesse al passante, allo studente per raccontare ciò che è stato ed incitare ognuno alla battaglia, a proseguire il cammino, spingendo verso una consapevolezza maggiore della Storia e di quanta responsabilità ha ognuno di noi nel mantenerla viva. 

Quale di queste donne l’ha colpita di più?

La mia ‘preferita’ è Teresa Mattei. Ho amato sin dall’inizio la sua forza, il suo agire a prescindere dal pericolo, la sua determinazione, la consapevolezza delle sue idee, lo scegliere di andare fino in fondo al suo pensiero, portandolo alle estreme conseguenze pur nella possibilità di pagarne un caro prezzo. È una donna che dovrebbe essere nostra fonte di ispirazione quotidiana: a 17 anni è stata radiata da tutte le scuole italiane per aver definito vergognose le leggi razziali; ha fatto la Resistenza, ha subito violenza, ma questo non l’ha fermata, è stata la più giovane delle Madri Costituenti, non ha avuto nessun problema ad opporsi a quanto imponeva il suo partito (il Pci) venendone poi espulsa, si è opposta a Palmiro Togliatti, ha tentato di non far inserire i Patti lateranensi nel testo costituzionale ed è grazie a lei (con il contributo anche di altre) che nell’articolo tre sono state inserite due parole molto importanti, “parità di sesso” e quel “di fatto” della seconda parte dell’articolo che rende fattivo – appunto – quel testo. 

Come avete ricostruito le loro storie?

Attraverso il materiale fornito dalla Fondazione Nilde Iotti  -di cui è presidente Livia Turco che ci ha regalato una preziosa prefazione al libro edito dalle Paoline -, attraverso il materiale che molto semplicemente si può trovare online e anche attraverso testi biografici. Libri sulle Madri costituenti c’erano. Il lavoro che abbiamo fatto è stato quello di rendere contemporanee e fruibili agli studenti storie apparentemente lontani. Senza ridurne la portata e la potenza. Il testo, infatti, che è stato candidato al Premio Strega Ragazzi categoria 11+, è scritto per gli studenti delle scuole medie e superiori. Anche se è molto efficace anche per gli adulti: la maggior parte delle persone non conosce la loro storia.

Il libro è dedicato agli uomini e alle donne di domani. Che cosa hanno ancora da dirci oggi queste donne?

Tutto. Grazie a loro sono stati posti dei fondamenti che ancora si devono realizzare. La loro vita, le loro azioni ci ricordano che i diritti non hanno sesso, che ogni diritto che si acquisisce è un diritto in più per tutti, ci ricordano che è molto facile perdere un diritto, ma difficilissimo conquistarlo, che dobbiamo onorare i pericoli che hanno corso per rendere migliore la nostra vita. Che spesso ciò che sono riuscite a far inserire nella Costituzione non vede ancora una concreta realizzazione come quella parità salariale di cui si parla nell’articolo 37 e per la quale dobbiamo continuare a lottare. Queste straordinarie Ventuno ci sussurrano e suggeriscono dall’Aldilà quale dovrebbe essere la vera parità, ci spingono a riflettere sulla deriva pericolosa che abbiamo preso, ci spingono ad indignarci ancora di più di fronte alla superficialità con la quale vengono utilizzate le parole, ci ricordano che il declinare al femminile un sostantivo può aiutare a dare sostanza a qualcosa che dovrebbe già avere una forma (o forse ancora no). Ci ricordano che, come diceva Teresa Mattei  “Noi non vogliamo che le nostre donne si mascolinizzino, non vogliamo che le donne italiane aspirino ad una assurda identità con l’uomo; vogliamo semplicemente che esse abbiano la possibilità di espandere le proprie forze, tutte le loro energie, tutta la loro volontà di bene nella ricostruzione democratica del nostro Paese. Perciò riteniamo che il concetto informatore della lotta che abbiamo condotta debba stare alla base della nostra nuova Costituzione, rafforzarla, darle un orientamento sempre più sicuro. È nostro convincimento che nessun sviluppo democratico, nessun progresso sostanziale si produce nella vita di un popolo se esso non sia accompagnato da una piene emancipazione femminile”. 

Angela Iantosca, laureata in Storia romana all’Università Sapienza di Roma, è giornalista pubblicista. Ha collaborato con diversi periodici e rubriche televisive. 

Collabora con il progetto “We Free” della comunità di San Patrignano

Ha conseguito il Premio Nazionale Paolo Borsellino 2022

Ha pubblicato: In trincea per amore. Storie di famiglie nell’inferno delle droghe.(2020) La scimmia sulla culla. Bambini in crisi di astinenza (2021).

Romano Cappelletto è laureato in Filosofia all’Università Sapienza di Roma, è responsabile dell’Ufficio Stampa Paoline.

 

ANNA BRANDIFERRO

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