Piero Natale, docente di Materie Letterarie e Latino e dirigente scolastico in vari Istituti della Provincia, ha pubblicato il romanzo storico “Secondo fronte. La guerra di Marietta (Ricerche e Redazioni).
Gli abbiamo rivolto alcune domande per conoscere il contenuto del suo libro, queste sono le sue risposte.
Ha scritto "Secondo fronte. La guerra di Marietta". Di che cosa si tratta?
Il romanzo ambientato nella Teramo del 1915- ha come protagonisti due ragazzi poco più che ventenni. Si intuisce che la loro vita pur modesta scorre serenamente . Marietta aspetta un bimbo che nascerà nel giugno del 1915 ed Ettore divide la sua giornata tra il forno e la famiglia . La loro vita purtroppo sarà sconvolta da un fatto apparentemente insignificante : la conferenza interventista che Cesare Battisti tiene nella città il 14 febbraio 1915. L’ottimismo di Ettore si scontra con l’intuizione di Marietta , che sente che le parole di quell’uomo del nord porteranno solo disgrazie. La definizione romanzo storico individua bene lo sfondo della prima guerra mondiale all’interno della quale direttamente e indirettamente saranno trascinati i due giovani teramani con effetti devastanti per il corpo e per l’anima. Ma il testo parla di donne , che soffrono sui due fronti, donne, che amano i loro uomini , donne che supportano con raffinatezza ed equilibrio i protagonisti maschili impegnati in vicende a volte più grandi di loro. Donne, che come Marietta, avranno l’oneroso incarico di lottare per ricostruire una Italia migliore e per rendere la vita una esistenza degna di essere vissuta. I veri eroi del romanzo sono sia le donne , che i piccoli uomini proiettati lontano dalla loro quotidianità: lassù !! Nel luogo della morte e della sofferenza, che si contrappone drammaticamente ai luoghidella vita dove sono restate solo donne e bambini . Le guerre le combattono gli uomini anche se i governi le dichiarano, lapidaria la frase di Marietta. Nel libro non c’ è la narrazione della guerra di quelle battaglie e di quei generali, che pur determinano le sofferenze dei due protagonisti e delle varie figure, che si alternano intorno a loro. La guerra nella sua duplice veste di eroica e devastante è la guerra degli uomini comuni. Ma si può essere in guerra senza andare al fronte . Ben lo sa Marietta, che deve sopportare le avance ed il tentativo di stupro di quello che si presentava come benefattore ed amico. Così nella narrazione si giunge al rovesciamento del valore dello spazio che nell’immaginario lega il vicino, la famiglia alla sicurezza ed alla vita e ciò che è lontano “lassù” alla sofferenza, al dolore ed alla morte. Il tempo nel racconto si dilata e si contrae nella mente dei protagonisti , diventa ricordo, che salva dalla disperazione e dal rumore delle bombe o si fa sogno e si proietta oltre le trincee, immaginando un nuovo mondo senza dolore Bressan , amico fraterno di Ettore, rappresenta con i suoi richiami classici il distanziamento dalla realtà e il desiderio di perdersi in un mondo privo di passioni laceranti. Eppure Bressan è l’equilibrio dell’esperienza , il disincanto, che include il senso del dovere senza enfasi. Battisti , prima odiato da Ettore, che lo ritiene responsabile dei suoi mali e poi riconosciuto come esempio di coerenza e di coraggio , è il filo rosso che lega una piccola ed apparente insignificante città come Teramo alle vicende nazionali e mondiali ed a uomini come D’annunzio, Mussolini, vari ministri del Regno d’Italia Presti è l’emblema di una umanità che è capace di resistere alle sirene di un mondo, che vuole solo odio e morte. L’amiciziaè un altro grande tema.
L’amicizia degli uomini al fronte è particolare e a volte con illusorie valenze taumaturgiche o salvifiche. Bressan/Ettore, Battisti/Ettore, Mario/Marietta, Presti/Battisti …Gli uomini in trincea senza volti , ma tangibili nella loro sofferenza e nelle loro paure.
Nel racconto c’è anche spazioper lo spionaggio , per i nascondimenti . Il tenente Brusarosco è sotto mentite spoglie . L’alfiere Franceschini , austriaco di lingua italiana, individua ufficiali italiani considerati traditoridagli Austriaci , perché -pur residenti nell’impero austro ungarico- hanno lasciato Trento e gli agi di Vienna, per combattere nell’esercito italiano . Battisti prima di combattere predispone mappe delle linee nemiche, affinchél’Esercito Italiano possa più facilmente avanzare.
Sullo sfondo c’è anche l’incompetenza/superficialità dello Stato Maggiore Italiano a Caporetto, rappresentata emblematicamente dal Generale Cadorna e c’è una idea di guerra ottocentesca in un contesto bellico totalmente mutato anche per le innovazioni tecnologiche.
Inizia e chiude la storia Marietta dai capelli rossi e dagli occhi cangianti dal verde al grigio verde, con il suo amore per Antonio , la disperazione per i silenzi di Ettore, il terrore privo di suoni per violenza domestica. Marietta con la sua determinazione e la sua forza nascosta in un corpo esile. Marietta la cui più grande energia risiede nella sua mente lucida , intuitiva e nell’orgoglio di genere, che le impedisce perfino di pensare alla parola “sottomessa”, succube. Sono donna, mica scema!
Marietta è un personaggio reale?
Marietta è un personaggio costruito a tavolino , ma verosimile , perché definito sulla base di vicende di più donne del primo novecento. E’ lei che in qualche modo ha stille della elegante riservatezza di Margherita , reale moglie dell’Avv. Romani, che invita Battisti. La protagonista ha la sofferenza di Franziska , nobile austriaca , che non ha notizia come lei del proprio marito: il cap Matthias Shertzer. La nostra concittadina ha la dolcezza di Maria Dal Molin ,che sposerà Giovanni Presti. Ma appartiene solo a lei ed idealmente a tutto l’universo femminile la ricchezza interiore che si realizza grazie ad una mente duttile ed intuitiva. Ed è lei piccola e minuta , che nella conclusione si cuce addosso la veste dell’Italia sconvolta dalla guerra ed indica la strada da seguire per rimettere insieme i pezzi di una vita frantumata : tornare a sorridere nonostante tutto, colorare il mondo almeno alle nuove generazioni , cercare e costruire le condizioni per una pace vera e duratura.
Lei ha detto"le donne nel libro sono protagoniste della vita". Perché?
Tutte le donne del romanzo sono attivamente vicine ai loro uomini. Sembrano sapere – prima fra tutte Marietta- che la guerra è morte , perché, una volta attivato il meccanismo della costruzione del nemico- sparagli Piero , sparagli ora –, non è più possibile uscire dal vortice “…..la guerra non aiuterà a far vivere di più e meglio la gente…” Rappresentano la vita con la loro intelligenza, che non le fa restare sulla superficie dei fatti , come donne capaci di pensare al futuro , rappresentato dall’attenzione ai figli e non come soggetti immersi in un esteso presente senza prospettiva, e senza domani. Rappresentano la vita nella loro disponibilità all’ascolto , nella loro capacità di sopportare il dolore anche per gli altri. Anche il suicidio paventato da Franziska è un urlo alla vita , quasi a voler annullare con un ricongiungimento “ altrove” il concetto stesso di morte come disfacimento ed annullamento. Sono la vita ,perché la creano e con loro Eros di fatto sconfigge Tanatos.
Che cosa vuole comunicare al lettore?
Nella nostra società liquida e caratterizzata da un concetto di flessibilità , che diventa mancanza di “valorialità” o peggio utilitarismo sfrenato , la figura di Battisti si staglia -come quella di Catone Uticense- a rappresentare un uomo che è capace di scegliere la strada più dolorosa , ma giusta, di operare scelte dalle quali non avrà vantaggi , ma che segneranno la strada per altri e renderanno più vivibile e più accogliente il futuro. Battisti ,deputato al parlamento di Vienna, rinuncia a tutto per un ideale di giustizia , dopo aver provato con scritti e con il processo del confronto democratico a rendere concreti i diritti negati ai cittadini austriaci di lingua italiana. Battisti rappresenta la coerenza , la capacità di sacrificio ( del quale avrebbe fatto volentieri a meno!) per un ideale.
Gli uomini, che avanzano verso il fronte in lacrime, sono gli emblemi del senso del dovere, che travalica la paura di quella morte -sempre in agguato-, e che si stempera illusoriamente nella solidarietà tra uomini in uniforme.
In ultima analisi ciò che si vuole lasciare come spunto di riflessione al lettore è l’idea che la forza interiore , la coerenza, il senso di responsabilità sono elementi, che creano l’humus di una società solidale, che può evitare drammi inutili e di difficile ricomposizione. L’altro spunto è legato alle figure femminili misura di umanità , ricchezza da difendere , simboli di vita in grado di sconfiggere la morte. Il terzo punto riguarda il filo della memoria. Noi siamo il prodotto culturale di ciò che gli altri prima di noi hanno fatto. I sacrifici e le scelte di chi ci ha preceduto ha modellato la nostra società . Sapere da dove veniamo può aiutarci a collocarci nello spazio e nel tempo e può aiutarci a progettare il futuro, recuperando il senso della comunità umana.
ANNA BRANDIFERRO