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FimianiNel centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti (1885-1924) nel Liceo Musicale “G. Braga” è stato presentato, nei giorni scorsi, il volume di Enzo Fimiani “Un’idea di Matteotti. Un secolo dopo”(Marietti, 2024).
Sono intervenuti insieme all’autore Egidio Marinaro e Luigi Ponziani.

Quale idea di Matteotti emerge dal suo libro?

Ho pensato in questo centenario di Matteotti in cui eravamo sicuricosì è stato, che ci sarebbero state tante pubblicazioni di vario tipo anche volumi di vecchie edizioni,che se volevo stare dentro questo centenariodovevo scrivere qualcosadi diverso dagli altri. Invece di fare un libro sulla storia di Matteotti ho provato ad analizzare la sua memoria :c’è la vita da vivo, purtroppo breve, e poi c’è una lunga vita  da morto da mito, da eroe,da martire. Mi sembrava interessante vedere quanto è cambiata questa memoria,  ed è cambiata molto, è sempre più lontano dalla storia.  Scrivere questo libro è stato come riportarlo nella storia, al suo tempo e alla sua opera concreta, in un tempo definito, in un preciso momento storico, ucciso da Fascismo per la sua opposizione. Questo è Matteotti,mentre nel corso degli anni è diventato una specie di “santino”,il conifero di una “libertà senza tempo”. Bisogna dire ai giovani che è morto per la libertà opposta al Fascismo., da eroe senza tempo farlo tornare a essere un uomo concreto con i suoi chiaroscuri, con le sue debolezze umane, con le sue imperfezioni e con le visioni dell’uomo e del politico e riportarlo alle concretezze della storia. 

Processo “farsa” a Chieti, per la sua uccisione, dopo due anni

Una delle idee di questolibro è che mi interessano pochissimo i due momenti chiave del mito di Matteotti:l’assassinio e il processo.  Se puntiamo tutto sull’assassinio non lo capiamo perché la sua morte non è un’eccezione ma è uno dei tanti uccisi dal Fascismo, è chiaro che è un nome famoso, leader dell’opposizione ma il suo delitto non è un eccesso del Fascismo,è la normalità. Quindi il delitto mi interessa relativamente, mi interessa ancora meno il processo perché non ci dice niente di più.  Unprocesso costruito a tavolino, farsa, fatto a Chieti per trovare una situazione politico-sociale molto tranquilla non ci dice nulla di più il processo non ci stupisce. Molti spettacoli teatrali mettono in scena il processo che non racconta nulla,appassionante ma che non racconta. Cerco la storia concreta e una memoria che sia aderente a quella storica.

Come ha raccolto il materiale su cui ha lavorato?

Come fonti archivistiche non ho fatto un lavoro inedito, sulla storia di questo personaggio sappiamo tutto, anche che lui stava per scoprire la corruzione che c’era ai vertici del fascismoche può essere anche vero ma… sappiamo quasi tutto. Io ho lavorato sul materiale di altri e ho reinterpretato” Matteotti per proporre al lettore alcune sfide intellettuali e civili. Ho usato anche fonti nuove, in alcune pagine parlo della presenza di Matteotti sul web, non ho avuto particolari difficoltà, ho cercatoanche se con gli stessi ingredienti di far venire fuori “sapori diversi”. Non so se ci sono riuscito,  ma l’idea è questa

Che messaggio lascia ai giovani ?

Matteotti aveva delle qualità che oggi sono rare, un politico che non pensava all’immagine, era un politico che studiava. Se doveva intervenire su un particolare tema studiava tutto, per questo Mussolini lo temeva perché lui incalzava il Fascismo sulla base dello studio, guardava i fatti, i dati, i numeri. Era più sostanza che apparenza.  Oggi viviamo molto in una società di apparenza Matteotti, invece, era solido e di sostanza e non mollava perché era molto preparato.

A lei che cosaè rimasto?

L’etica di uno che non si piega,non si svende. L’etica e il valore della competenza che oggi non si riconosce più,mi ha insegnato a lavorare sulle competenze, studiare . Matteotti ci ricorda l’importanza di lavorare sulle cose .

Enzo Fimiani è professore associato di Storia contemporanea e Storia della comunicazione globale nell’Università “G.D’Annunzio” Chieti. Fa parte del direttivo nazionale della Società italiana per lo studio della storia contemporanea (Sissco)e del Consiglio di indirizzo dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri, Rete degli Istituti per la storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea. Tra le sue molte pubblicazioni scientifiche ricordiamo “L’unanimità più uno”: plebisciti e potere, una storia europea (secoli XVIII-XX) Firenze 2017.

ANNA BRANDIFERRO