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OtreiuRoseto nella Piazza Centrale Lungomare Celommi, nei giorni scorsi, Franco Arminio ha presentato lo spettacolo “Canti della gratitudine” (tratto dal suo omonimo libro edito da Bompiani), è stato il festival della poesia, della gratitudine: “ in m mondo di lamenti e musi lunghi, il mio dovere è non tacere, è cantare che c’è luce per i vivi nelle contrade del mondo…” ha detto Arminio a un pubblico attento e numeroso.
La manifestazione è stata organizzata da Frammenti book Festival (III edizione),dedicata ai libri, alla cultura, al confronto “fra menti” e alle tematiche di stretta attualità. 

Questa sera presenta, a Roseto,“Canti della gratitudine” (ed. Bompiani, 2024)). Perchéla gratitudine?
Perché siamo tutti un po’ ingrati, non ci rendiamo conto che stare qui è un grande dono, dobbiamo essere grati ai nostri genitori, ai nostri luoghi, maa tutti , a chi la mattina si sveglia per pulire lestrade, a chi sta in ospedaledobbiamo essere grati a tutte le  persone che accudiscono il mondo e ci permettono di usarlo. Ogni giorno dovremmo fare esercizi di gratitudine,questa parola “grazie” dovrebbe essere pronunciata continuamente, invece cerchiamo di più motivi di scontentezza, vedere cosa non funziona, dovremmo partire ogni giorno con un gesto di gratitudine, abbiamo sempre delle attese e invece dovremmo essere grati per quello che c’è. Poi se arriva altro , va bene

Lei ha detto “fai buon uso della parola…” la parola nasce nella carne, deve esprimere non quello che siamo ma quello che sentiamo
Penso che la poesia si scriva con il corpo,con tutto il corpo e con le parole che usiamotutti i giorni., spesso si pensa che bisogna usare le parole difficili, ma non è così, bisogna usare le parole che il nostro corpo contiene, che la nostra carne sente come “parole nostre”. Raccontare non solo ciò che sai ma quello che senti, la lietezza e il terribile che ti è accaduto.Se uno fa questo lavoro è difficile fare una poesia “brutta”, se uno scrive parole non nostre, prese per aria vengono dei testi brutti

Canto la ferita dei non amati, la pena di chi non vuole essere vecchio…vorrei essere il vicino di lacrime, il custode delle passioni…Io scrivo per voi”. Per chi scrive Franco Arminio?
Scrivo per i fragili, per gli affannati, per chi non trova senso in un mondo come questo, per chi si sente a disagio nel proprio corpo, nella propria terra. Credo questo:  non scrivo solo per gli altri, scrivo anche per me. In una parola io scrivo per i fragili e per la fragilità che c’è in me.

Lei è scrittore, registapaesologo. Chi è un paesologo?
Il paesologo si occupa dei paesi, li osservo, li racconto. L’idea è che i paesi in questo momento sono in difficoltà, stanno perdendo abitanti però penso che il mondo ha bisogno dei paesi, quindi, cerco di dire al mondo fermiamo lo spopolamento perché il mondo ha bisogno dei paesi.  Credo che le persone torneranno nei paesi perché la cellula “paese” è quella ideale per abitare nel mondo, sono abbastanza ottimista, non nell’immediato ma penso che vita tornerà nei paesi.Sono cresciuto nell’osteria del mio paese e mi ricordo che da bambino, si narravano le storie attorno al fuoco, era un mondo che non c’è più. Quel mondo non può tornare ma  dobbiamorigenerare  la comunità è l’unica arma che abbiamo contro la solitudine, in questo momento nei paesi , nelle città, c’è una grande solitudine.

Ha condotto un programma su Rai 3 “La biblioteca dei sentimenti” con Greta Mauro. Che cosa le ha lasciato questaesperienza?
Mi ha lasciato delle belle sensazioni,un sentimento di gratitudine e di piacere perché si parla di libri, a me piace parlare,cerco di raccontare le cose in cui credo. Probabilmente questa esperienza in televisione continuerà, con un programma serale…

Franco Arminio, ènato e vive a Bisaccia, in Irpinia d’Oriente, èpoeta, scrittore, regista. Ispiratore e punto di riferimento di molte iniziative contro lo spopolamento dell’Italia interna, come la casa della paseologia a Bisaccia e il festival “La luna e i calanchi” ad Aliano. Da anni racconta disagi e meraviglie dei paesi più trascurati. Ha pubblicato più di trenta libri, tra i qualiViaggio nel cratere, Vento forte tra Lacedonia e Candela, Nevica e ho le prove, Cronache del paese della cicuta, Cartoline dai morti, Cedi la strada agli alberi, Resteranno i canti, L’Infinito senza farci caso, La cura dello sguardoStudi sull’amore, sacro minore, Canti della gratitudine.


ANNA BRANDIFERRO