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CorazzaUn “ atto d’amore  al territorio di Valle Castellana è il libro “Il tempo vissuto” (ed. Efesto) del giovane autore Domenico Cornacchia  nato ad Ascoli Piceno,  che vive a Santa Rufina in provincia di Teramo, al confine tra l’Abruzzo e le Marche.
Ha trascorso tutta la sua vita a stretto contatto con la natura e con gli animali, la sua più grande passione è viaggiare, per scoprire il mondo e se stesso.
A luglio 2022 è uscito il suo primo libro “Resto qui”.

Questa sera presenterà, nella libreria Rinascita di Ascoli, il suo libro “Il tempo vissuto”. Santa Rufina in Valle Castellana”. Di che cosa si tratta?

Il tempo vissuto è un'opera che esplora l'identità storica e culturale di Valle Castellana, un piccolo comune incastonato tra i Monti della Laga, in provincia di Teramo. Il libro si propone di riscoprire le radici della comunità locale, intrecciando la storia di Santa Rufina e dei paesi limitrofi con eventi di portata più ampia. Attraverso cronache locali e racconti di vita quotidiana, l'opera colma un importante vuoto nella memoria collettiva, restituendo voce a personaggi ed eventi che hanno contribuito a plasmare l'identità del territorio. Una delle caratteristiche più preziose del libro è la collezione di oltre quattrocento fotografie storiche, che permettono di immergersi nei paesaggi e nelle atmosfere del passato, arricchendo il racconto storico con dettagli visivi. In un'epoca di rapido progresso, Il tempo vissuto ci invita a riflettere sull'importanza delle piccole storie che, spesso dimenticate, costituiscono la trama nascosta della grande storia umana.  

Santa Rufina, frazione di Valle Castellana  è la porta d’ingresso dei Monti della Laga,  che cosa è emerso di interessante dalle sue ricerche?

Dalle ricerche per Il tempo vissuto è emersa una grande storia locale che ha profondamente plasmato l'identità di queste comunità. Ho scoperto racconti di sacrifici e difficoltà che hanno caratterizzato la vita in questi luoghi, molti dei quali oggi sono completamente abbandonati. Nonostante ciò, queste comunità hanno dedicato la loro vita al lavoro e alla cura della terra, con il tempo scandito dalle stagioni e dai raccolti. Ho trovato storie di pestilenze, di briganti, di emigrazioni, di guerre, di confini tra lo Stato e il Regno, di fluitazione sul fiume Castellano, e di tanti altri aspetti che desideravo venissero portati di nuovo alla luce per non dimenticare. Inoltre, il testo collega la storia locale con quella generale, per mostrare il filo diretto con gli eventi che si stavano verificando nel mondo, eventi che le comunità locali, magari, non conoscevano nemmeno. Le storie di resilienza e di impegno hanno rivelato quanto questi luoghi, sebbene oggi lontani dalle rotte principali e spesso dimenticati, abbiano avuto un ruolo fondamentale nella costruzione di una tradizione e di una cultura che meritano di essere ricordate e valorizzate.

Franco Arminio è un paesologo che raccontagli “angoli nascosti ”, convinto che la “cellula paese è quella ideale per abitare nel mondo, l’unica arma che abbiamo contro la solitudine.” Lei che ne pensa?

Franco Arminio, con la sua prospettiva da paesologo, enfatizza l'importanza degli 'angoli nascosti' e la 'cellula paese' come risposta alla solitudine. Concordo con questa visione e credo fermamente che le piccole comunità abbiano un valore unico e inestimabile. Ma solo questo non basta. Non dobbiamo cadere nell'errore di standardizzarci con il resto del mondo o cercare di essere simili ad altre culture. Come sottolinea Vito Teti,  “Le piccole comunità, con le loro storie e peculiarità, sono i custodi di una diversità culturale preziosa. È importante non cercare di uniformarsi al resto del mondo, ma valorizzare e proteggere le specificità locali.  Eventi come il Festival Culturale dei Borghi della Laga sono esempi di come possiamo celebrare e preservare queste unicità, creando opportunità per farle conoscere e apprezzare. È fondamentale raccontare i nostri paesi con occhi diversi, senza dimenticare le loro caratteristiche uniche. Fare rete e collaborare è essenziale per garantire che la ricchezza di questi territori non solo sopravviva, ma prosperi, contribuendo così a una rete di conoscenze e valori che arricchisce la nostra cultura e combatte l'isolamento, permettendo a tante persone di sentirsi meno sole.

Lei ha dedicato il libro a quelli che “amano vivere il proprio territorio”  e  desiderano scoprire la natura e la cultura di un posto…

Credo che ogni angolo del nostro mondo abbia una storia e una bellezza unica da scoprire. Come viaggiatore che esplora il mondo e vede tanti posti belli, cerco sempre di tornare con occhi più freschi per vivere e raccontare le bellezze del territorio in cui viviamo. Il libro è pensato per chi, come me, è spinto dalla curiosità e dal desiderio di comprendere più a fondo la natura e la cultura di un luogo. È un invito a esplorare e a connettersi profondamente con i posti che amiamo, riconoscendo il loro valore e preservando per le future generazioni.

Perché è così legato a Santa Rufina?

Sono legato a questo posto perché è il luogo in cui sono cresciuto e ho iniziato ad amare la natura e gli animali. Qui ho avuto il privilegio di conoscere persone più mature di me che mi hanno raccontato storie preziose e ho vissuto un'adolescenza ricca di esperienze dirette con la natura e le sue dimensioni più ancestrali. Questo posto mi ha permesso di crescere e di scoprire una connessione profonda con l'ambiente circostante, oltre a sviluppare una grande curiosità per la vita. Nel mio primo libro, Resto qui, ho avuto l'opportunità di raccontare questi aspetti, con particolare attenzione al legame speciale che ho con questo territorio e agli affetti che porto dentro di me.  

ANNA BRANDIFERRO