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ColucciaDon Antonio Coluccia è stato l’ospite della 32° edizione del Premio Borsellino a Teramo.
Tema dell’incontro “La Costituzione, il nostro vangelo laico”, hanno partecipato numerosi studenti dell’Istituto “Di Poppa-Rozzi”, del Liceo “G.Milli”, del Liceo “M. Delfico”.
Don Antonio è il sacerdote pugliese da anni sotto scorta, impegnato nelle piazze di spaccio tra le periferie di Roma.
Il sacerdote ha ripetuto agli studenti teramani di “essere portatori di legalità, per aiutare le vittime indifese : bambini e adolescenti”
Gli abbiamo rivolto alcune domande .
Ai ragazzi ha detto che nella vita bisogna “osare , rischiare, compromettersi”. Che significa?
In questo tempo bisogna osare, sembra che le persone non sperimentino più emozioni. Il mondo del digitale ci ha neutralizzati un pochino, è necessario tornare a quelle che sono le buone pratiche: vivere il proprio territorio, il territorio appartiene ai cittadini, dedicarsi all’impegno sociale, alle associazioni, fare qualcosa per gli altri perché nessuno si salva da solo. Ecco perché osare, rischiare di compromettersi.
“La mafia è un nemico che può essere sconfitto dal mondo della scuola che ha una funzione fondamentale”
La scuola è un primo presidio di umanità, offre ai ragazzi di domani di poter essere liberi, consapevoli e responsabili perché dà gli strumenti del sapere. Saper leggere, sapere scrivere approfondire, ecco perché esorto i ragazzi all’impegno, in virtù della mia piccola esperienza. Questo è il tempo loro, non è il tempo dell’evasione, bisogna esserci per fare.
Il giornalista Riccardo Bocca ha raccontato la sua storia nel libro “Il prete indigesto”. Come è nato il titolo?
Quando ero giù nel Salento, un’associazione mi aveva invitato per un incontro. Avevano messo dei manifesti con il mio volto e i miei occhi sono stati coperti con la frase: “buono da mangiare”. Io ho risposto ai presenti “mi dispiace per voi che avete scritto buono da mangiare io sono… indigesto”. Da lì è nato il titolo del libro.
Degrado dei quartieri di Roma: San Basilio, Tor Bella Monaca, Quarticciolo. Che cosa fa durante la notte?
Io cerco di vivere il territorio, cerco di stare con queste persone. A San Basilio abbiamo aperto palestre di pugilato per tutti i ragazzi. Invitiamo i ragazzi a studiare, offriamo percorsi di studio, borse di studio perché devono interessarsi della propria vita, soprattutto diamo una mano a chi non ha le possibilità. Tutti hanno il diritto di scegliere,
Che cosa le manca della sua terra?
Il Salento è una terra bellissima, mi porto la bellezza della mia terra, la ricchezza e anche la chiesa di quel territorio. I primi insegnamenti sono stati dei miei genitori che mi hanno educato alla vita semplice e ad accontentarmi di ciò che si ha. I miei genitori mi fatto comprendere che nella vita bisogna saper apprezzare quello che siamo. Oggi ai giovani fa paura la normalità, vivere la normalità, alzarsi la mattina presto e vivere con semplicità, desiderano un mondo di evasione.  Spesso quando penso ai giovani mi torna in mente il pacco che arriva da Amazon , c’è scritto: “maneggiare con cura, non capovolgere… fragile”

Don Antonio, prete simbolo della lotta alla droga, ha fondato nel 2011 l’opera San Giustino casa di accoglienza, per assistere i giovani che hanno abbandonato le zone di spaccio.
Grande insegnamento : “camminare lungo il sentiero della legalità… ogni cammino inizia con un piccolo passo” .
ANNA BRANDIFERRO