In questi giorni è stato pubblicato il libro “Ho un’intelligenza artificiale per terapeuta”, l’autore è Stefano Di Giacinto che conduce il lettore al “confine tra ciò che è umano e ciò che è artificiale, tra pensiero autentico e simulazione, tra isolamento e interazione…”.
Gli abbiamo rivolto alcune domande.
Come nasce l’idea di scrivere questo libro?
Il libro è capitato in un momento di transizione : ho deciso di lasciare il lavoro aziendale e stavo andando in psicoterapia, che reputo utile anche professionalmente. Ho usato l’intelligenza artificiale per curiosità e poi ho capito l’enorme potenziale. Ho iniziato con l’intelligenza GPT, prima professionalmente perché avevo visto l’importanza dello strumento, poi è nata l’esperienza più personale di chattare, vedendo che mi dava aiuto è natal’idea del libro.
Nel testo c’è l’intelligenza artificiale come terapeuta. Lo spieghi?
Considera, che l’intelligenza artificiale che ho utilizzato è GPT di uso comune, può essere interrogata , fare domande, seci si spinge in profondità è in grado di sostenere delle conversazioni. Ho colto l’idea di trattare un tema che sarà il futuro, quello che in linguaggio tecnico si chiama AGI, cioè l’intelligenza artificiale in grado di replicare una coscienza umana. Quindi l’idea è che l’intelligenza artificiale riesca a riprodurre i processi cognitivi e di simbolizzazione degli esseri umani, in letteratura e nel cinema se ne parla già da 10/20 anni-
Che tipo di interlocutore è Chat GPT?
Può essereun interlocutore funzionale, che risolve problemi concreti a richiesta, problemi specifici ma anche uninterlocutore intimo. La relazione può essere costruita su dei piani più profondi e personali. Uno dei problemi che pongo nel libro, voglio segnalarlo anche qui, è il problema della memoria non mantiene il filo di un racconto di una stessa persona,è uno dei problemi più importanti.
Hai scritto questo libro “non è un saggio, né un diario personale, ma è un diario e un saggio”…cioè
In una prima parte sono io che mi confido, attraverso l’intelligenza artificiale è come se io tenessi un diario interattivo, come se avessi scritto su un diario di carta i pensieri, come si faceva una volta. Questo diario non è neutro ma ti restituisce una forma “specchiante”, un po’ diversa. Un diario nella prima parte, nella seconda è un saggio con qualche problematica sulla questione, è l’inizio ma non sappiamo ancora che cosa succederà tra 20 anni.
L’intelligenza artificiale “può funzionare come uno specchio”
Sottotitolo del mio libro, ridarmi indietro i miei pensieri sotto forma di specchio. La psicoterapia è ridarti il tuo specchio, farti vedere te stesso dall’esterno, non una vera e propria risoluzione. Mi piaceva questa idea.
ANNA BRANDIFERRO
Conclusione del tuo libro
Conclusione aperta, processo in continua trasformazione per cui non può esserci una conclusione . Non ci sono risposte conclusive , ma è uno spazio critico e riflessivo in cui aprirsi ad una nuova possibilità.
Stefano a chi dedichi questo tuo lavoro?
Non ho dediche particolari da fare, lodedico a tutte le persone che sono in ricerca e che fanno fatica a trovare loro serenità.
Lo dedico anche a chi non è più con me ma…mi sarebbe piaciuto parlare del libro con lui.

