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A quattro mesi dall'omicidio di Roberto Tizi, il 35enne marchigiano residente a Martinsicuro freddato il 7 giugno scorso con due colpi di pistola sotto la sua abitazione, mentre stava rincasando, la Procura di Teramo chiude le indagini sull'agguato e conferma le ipotesi di reato per i quattro albanesi arrestati per l'assassinio. Per Arjan Ziu, reo confesso dell'omicidio, il fratello Mikele e i due figli di quest'ultimo, Rudi e Antonio (tutti ancora detenuti in carcere), la Procura conferma le ipotesi di reato di omicidio volontario aggravato, lesioni personali aggravate (nei confronti della compagna di Tizi, che quella sera si trovava in macchina con lui), e il porto abusivo d'arma. A breve, potrebbe seguire la richiesta di rinvio a giudizio. Roberto Tizi fu freddato con due colpi di pistola calibro 6,35 sparati da Arjan Ziu il 7 giugno scorso, appena giunto sotto casa con la sua auto. Il primo colpo lo raggiunse mentre era ancora in auto, con l'uomo che cercò invano di fuggire ai suoi killer. Un vero e proprio agguato secondo la Procura, con i quattro che dopo gli spari avrebbero infierito sull'uomo prendendolo a calci in testa mentre era a terra. Secondo la ricostruzione degli investigatori, titolare del fascicolo il pm Bruno Auriemma, l'agguato mortale sarebbe stato una vendetta per una discussione per futili motivi avuta qual che ora prima dalla vittima con Arjan Ziu. I due si erano incontrati in un bar, avevano discusso e Ziu aveva avuto la peggio. Uno smacco che avrebbe deciso di lavare con l'omicidio. Fermato poco dopo l'albanese aveva confessato le proprie responsabilita', escludendo il coinvolgimento di alte persone e indicando agli inquirenti il luogo dove secondo la sua versione aveva gettato la pistola, mai ritrovata. I presunti complici furono fermati qualche giorno dopo. omicidio tizi