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TUCCILa vendita di Palazzo Portici rappresenta un evento unico nella storia dell’alienazione del patrimonio pubblico per il Comune di Civitella del Tronto. L’Amministrazione Comunale non ha dato una motivazione circa la scelta di vendere questo bene di prestigio, tantomeno viene chiarito il perchè si sia scelto quest’immobile in particolare (Palazzo Portici appunto), quando vi sono altri stabili all’interno del Centro Storico che forse, per le loro condizioni, meriterebbero priorità in una eventuale vendita, ad esempio l’ex Mini Hotel ecc. Il Partito Democratico rimane del parere che per risanare il bilancio comunale o per una visione di “programmazione illuminata” sia necessario reperire fondi; questi però, andrebbero trovati in via prioritaria ad esempio nella eliminazione delle “spese pazze”, nella revisione delle indennità di carica o in fondi nazionali per la riqualificazione. Non si capisce perché la vendita degli immobili non sia stata trattata in una opportuna Commissione Consigliare, non si capisce inoltre la frettolosa corsa a formulare atti burocratici per la vendita. Poteva essere fatta una valutazione su destinazioni d’uso vincolanti per gli eventuali acquirenti degli gli immobili, soprattutto per quelli ubicati nel centro storico. Il mancato coinvolgimento delle forze di minoranza in consiglio comunale, (in realtà maggioranza in termini di consensi e rappresentanza sul territorio) circa la vendita degli immobili comunali ha prodotto un pasticcio terribile, non sono state fatte per questi beni, valutazioni di sorta sulle loro potenzialità, vocazioni e quant’altro. È stato stilato un semplice elenco dove risultano alienabili alcuni immobili di interesse storico, strategico e culturale, vedi il Palazzo Portici o l’ex Scuola Elementare di Rocche, il primo ha ospitato per tanti anni la biblioteca comunale ed il secondo il centro disabili ora chiuso per inerzia dell’amministrazione comunale; mentre resterebbero di proprietà comunale una serie di immobili dismessi nella loro destinazione originaria e meritevoli di considerazione di una eventuale alienazione. Il giallo dell’avviso d’asta pubblica pubblicato il 5 novembre 2015, apparso per qualche ora sul territorio, e sparito dalla circolazione, ritirato con atto di determina in autotutela n. 589 del 6 novembre 2015, conferma quanto sopra esposto. Il prezzo di vendita pari ad €. 169.800,00 non riesce a coprire le somme spese per le opere di ristrutturazione fatte fino ad oggi, questo dimostra la scarsa attenzione per il patrimonio pubblico e la qualità di chi ci amministra. I beni comunali di particolare interesse storico-culturale andrebbero tutelati per evitare di essere sminuiti, privando il territorio di importanti testimonianze storiche. Un’amministrazione attenta, con una sana politica di sviluppo, si doterebbe di un buon regolamento di indirizzo per gli atti di disposizione del Patrimonio Comunale, da far approvare dal Consiglio Comunale. Non è possibile procedere con estrema superficialità, senza una chiara ed attenta politica sulla alienazione e/o dismissione del patrimonio del nostro Comune. In questo modo cancelliamo la storia del nostro Capoluogo, senza considerare che gli atti fatti con valutazioni sommarie portano ad un bilancio di previsione con possibili errori, compromettendo l'efficacia dello strumento finanziario.