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IMG_20160605_114455Aspettando il consiglio sul bilancio, solo qualche giorno fa avevamo modo di leggere del coraggioso “programma integrativo di governo” da parte della lista civica Al Centro per Teramo che spronava la maggioranza del Sindaco Brucchi, o meglio, quel che restava di essa. Un programma coraggioso, che prendendo atto e traendone spunto dal “deterioramento del rapporto con la comunità e la mancanza di obiettivo progettuali coordinati, condivisi e caratterizzanti”, fissava tutta una serie di obiettivi impegnativi da realizzare, primo fra tutti la immediata redazione e approvazione della variante al Piano Particolareggiato del centro storico (l’Urban Center!) fissando persino un preciso cronoprogramma per il da farsi: la Riapertura del confronto per i progetti e la destinazione dei fondi, l’inserimento nelle priorità di finanziamento dei fondi strutturali del progetto di valorizzazione e riqualificazione del parco lungo fiume, l’approvazione immediata   del Piano Urbano del Traffico, la creazione e formazione della consulta culturale, l’istituzione di un tavolo permanente di confronto con le associazioni che operano nel sociale per la programmazione delle politiche del settore, l’istituzione di un capitolo di bilancio destinato ad un piano organico di manutenzioni, pubblica illuminazione e riqualificazione delle frazioni, un piano di interventi immediati e straordinari per la pulizia ed il decoro cittadino, la questione TEAM e chi più ne ha più ne metta. Dopo questa ammirevole proposizione di intenti abbiamo poi assistito all’uscita definitiva della lista Al centro per Teramo dalla maggioranza e del suo appoggio esterno “in dies”: forse perché realisticamente si è resa conto di come fosse difficile andare avanti con “alleati” i cui consiglieri saltano da un gruppo all’altro a seconda degli assessorati e delle poltrone promessi, di liste e capolista che danno corpo alla suspense del “ti appoggio/non ti appoggio, sono di nuovo in maggioranza/resto fuori” a seconda della soddisfazione o meno circa gli esiti dell’applicazione del manuale Cencelli da parte del Sindaco in favore dei loro interessi particolari. Sano realismo. Accanto a tale realismo il PD teramano e Retedem Pd Teramo avrebbero voluto, se non altro per onore di verità, che la lista Al Centro per Teramo, ma anche gli altri gruppi di centrodestra che compongono questa “fluida” quasi-maggioranza, si rendessero però conto del fatto che tutte le manchevolezze elencate nel comunicato di cui sopra (il degrado urbano cittadino, in centro storico come nelle frazioni, la perdita di ruolo della città, il degrado dei parchi urbani, l’azzeramento totale dei fondi assegnati alle politiche culturali e l’assenza di una qualsiasi politica culturale degna di questo nome, la drammatica situazione gestionale della TEAM, la totale carenza di manutenzione ordinaria di strade, impianti di illuminazione, giardini cittadini, LA GRAVE SITUAZIONE DI DISSESTO FINANZIARIO CREATASI IN COMUNE (e ci fermiamo qui per non tediare nessuno con un elenco che potrebbe proseguire all’infinito), siano esclusivamente il frutto di una politica ultradecennale iniziata con il famoso “Modello Teramo”, di cui è stata protagonista di primo piano anche Al Centro per Teramo. Una presa d’atto che avrebbe dovuto portare ad una sola conseguenza: far cessare la lunga agonia politica ed amministrativa del comune di Teramo, consentendo ai cittadini di esprimersi sull’operato deficitario delle forze politiche al governo, interessate solo a logiche spartitorie piuttosto che al bene della Città, oberata attraverso il loro operato di debiti che i Teramani che nascono oggi pagheranno nei prossimi trent’anni. Ma così non è stato perché con un “accanimento terapeutico” senza precedenti e che cerca di nascondere ancora una volta la realtà, è venuto invece il giorno degli accordi: il giorno in cui al rientro in maggioranza dei vari Sbraccia della situazione, che saltano con disinvoltura i Micheli della situazione, ad un Di Stefano che viene esautorato de facto e che tra citazioni cinematografiche rivolte al Sindaco rinvia i conti minacciosamente alle urne, facendo intendere a chi ha orecchie per sentire che presto i conti verranno al pettine nel centrodestra, fa da contraltare l’ingresso a sorpresa nella squadra di “Oronzo Laganà” dell’Uomo fiammifero. Gli eventi ci diranno se si tratterà, come crediamo, di “autocombustione” della peggiore esperienza amministrativa che questa città purtroppo vive sulla sua martoriata pelle. Angelo Falone,  ReteDem PD Abruzzo Luca Pilotti, ReteDem PD Teramo