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Tra i due litiganti, il terzo si candida.In verità, i litiganti sono più di due, perché un seggio in Parlamento fa gola a tanti, specie se (leggi Gatti e Pagano) si tratta di personaggi che hanno gestito un potere e che ora, tra un’inchiesta e una sconfitta elettorale, hanno visto la loro stella un po’ offuscarsi. E’ vero che c’è chi (leggi Gatti), vive in uno stato di campagna elettorale perenne, e quindi lavora tutti i giorni per amministrare il suo multilevel politico, dal quale però si è scollato qualche gradino. Vedi Rudy, che come un fouriuscito di Scientology adesso vomita di tutto sulla “setta”, e vedi anche qualche consigliere/assessore comunale, che ancora manifesta un’ufficialità gattesca, ma sotto sotto ti racconta che ha ben altre aspirazioni. E in altri partiti. Paolino il minore (per età) sembra però aver trovato nel Paolo maggiore (Tancredi, per chi non l’intuisse), un nuovo alleato, complice una impossibile ricandidatura di Paolo senior, e non per demeriti propri ma per quelli di Alfano (che secondo noi alle prossime elezioni rischia l’effetto Fini, cioè di non avere neanche il quorum per sé stesso). Il già consigliere comunale, regionale, senatore e onorevole Paolo il maggiore, poi, può certo considerarsi pago della sua carriera politica, aspirando ad una carica autoritaria, nel senso di una Authority pubblica, che certo non gli sfuggirà, specie adesso che, in vista delle elezioni, in molti preferiranno lasciare poltrone “autoritarie” per cercare uno scranno. I meglio informati, quelli del primo e secondo gradino del multilevel gattesco, cioè quelli che vivono a più stretto contatto col “capo”, dicono che Gatti si sente moderatamente tranquillo, pur temendo, nel gioco delle simpatie berlusconiane, il silenzio di Chiodi. All’ex Governatore, un seggio in Parlamento lo avevano promesso da tempo. Chiodi, però, andrebbe in uno dei listini bloccati (Camera o Senato) della quota proporzionale, mentre Gatti ambirebbe ad un collegio maggioritario, quello nel quale si vota il candidato (unico per ogni partito o coalizione) vince chi prende più voti. E lui, i voti li sa prendere. E qui torniamo al discorso iniziale, dei litiganti e di chi…si candida. Perché i collegi uninominali del maggioritario non saranno infiniti e gli elettori di Teramo città ne avranno uno tutto loro per la Camera e uno in condivisione con l’Aquila al Senato. Collegi maggioritari, nei quali vedersela con gli altri candidati di tutti i partiti e vince solo il primo, senza resti o recuperi. Secondo i ben informati, stavolta romani, sul tavolo del Centrodestra nazionale ritornerebbe con una certa frequenza il nome di Giandonato Morra, quale candidato di coalizione. E sarebbe un candidato temibile. Per tutti, visto il passato politico dell’ex assessore regionale, ma visto soprattutto il suo innegabile spessore umano e politico, che lo pone in un’aura di riconosciuta serietà che va oltre partiti, schieramenti e coalizioni. Se Morra si candida, a Gatti non resterebbe che un collegio possibile, quello del Senato, per pasturare il quale sta già da tempo battendo i territori dell’Aquilano e del Sulmonese (sponsor Gerosolimo), ma a rompergli le uova nel paniere elettorale, potrebbe essere lo stesso Berlusconi in persona. In una fredda serata di fine estate ad Arcore, infatti, il Cavaliere avrebbe confidato ai fedelissimi di voler lanciare sulla ribalta nazionale un giovane di belle speranze, che ha già strappato consensi in Lombardia e che lo stesso Berlusca ha voluto portavoce azzurro. Si chiama Fabio Altitonante, è consigliere al Pirellone e, soprattutto, è nato…a Teramo. E cresciuto a Montorio fino alla maturità classica, prima di partire per una Università meneghina. Di lui, dicono un gran bene e ha la faccia giusta e il passato politico adatto per un seggio in senato. Ma in Lombardia potrebbe non trovar spazio, meglio mandarlo in Abruzzo, dove non sarebbe affatto un “catapultato”. E Gatti? Nel listino del proporzionale, ma non certo in posizione “comoda”, perché a Roma - purtroppo per lui - c’è ancora qualcuno che associa il suo cognome a quello di un esponente di Forza Italia che cambiò partito per candidarsi, per poi rientrare a trombatura avvenuta. Meglio, quindi, un nome nuovo. Magari altisonante…pardon: Altitonante.