Il commissario del Comune Luigi Pizzi ha bloccato il trasferimento degli inquilini non ancora sgomberati dalle palazzine di via Logo che, in base alla procedura avviata dalla passata amministrazione, andrebbero abbattute e ricostruite per allestire un nuovo quartiere residenziale. Tutto questo è scrutto in una delibera che blocca l'operazione avviata un paio d'anni fa, dopo l'approvazione nel 2008 in consiglio comunale di una scheda tecnica sull'intervento collegata al varo del piano regolatore. Delle 96 famiglie che occupavano gli alloggi pubblici nei sei edifici a ridosso del parco fluviale del Vezzola, ne sono rimaste 36. Le altre sono state già trasferite, nonostante le polemiche che hanno accompagnato la fase attuativa del progetto incentrato sulla cessione degli immobili prima all'Ater e successivamente a una società d'investimenti che avrebbe dovuto gestire la demolizione e la ricostruzione delle palazzine. Il termine è scaduto e il bando non è stato pubblicato. L'emergenza abitativa innescata dal terremoto, che ha reso inagibile la maggior parte delle case popolari e di edilizia residenziale pubblica, ha reso quasi impossibile il trasferimento delle 36 famiglie che ancora abitano in via Longo. Il commissario, inoltre, nella delibera cita anche l'imminente insediamento della nuova amministrazione comunale di cui non intende limitare la capacità di azioni con scelte vincolanti. Per questo ha deciso di sospendere la procedura di sgombero delle palazzine ancora abitate in via Longo. Sarà dunque la giunta che entrerà in carica a metà luglio a valutare la situazione.
Plaude il Centro Politico Santacroce: «Dopo anni di battaglie e lotte al fianco dei cittadini di via Longo, finalmente arriva il migliore dei risultati che tutti noi potevamo augurarci. Il bando del progetto di "housing sociale" infatti è stato sospeso perché non pubblicato nei termini previsti e difatti quindi saltato. Questa idea cementizia speculativa viene dal Commissario interrotta e ora la palla torna nelle mani della nuova giunta comunale. Ricordiamo un allora consigliere D'Alberto attento e disponibile, l'auspicio è che lo stesso oggi Sindaco voglia convocare tutte le parti, cittadini in primis, per rilanciare una zona che qualcuno ha volutamente abbandonare e che noi vogliamo al contrario rilanciare. Teramo ha bisogno di un piano di edilizia popolare, troppi cittadini ancora sono fuori le loro case terremotate e troppa gente attende di entrare in graduatoria. Lotteremo fino a quando tutti e tutte non avranno un tetto dove dormire!»