Quello che si sta verificando a Civitella del Tronto sfiora il paradosso, ci troviamo di fronte ad una situazione di illegalità che tutti conoscono ma si fa finta di non vedere, mi riferisco agli attuali amministratori sindaco in primis, e il mio j’accuse fa riferimento alle ordinanze di sgombero causa sisma che non trovano applicazione.
Di fronte ad un’ordinanza sindacale di sgombero l’equazione è semplice e limpida: ordinanza>sgombero>lavori>ripristino agibilità.
Questo concetto penso sia chiaro a tutti:a chi emette l’ordinanza, a chi la subisce e a chi deve controllare. Purtroppo da noi così non è, in una mera ottica di scambio di favori, diciamo di do tu des, vi ricordo che recentemente ci sono state le elezioni comunali, tutto viene aggiustato calpestando di fatto lo stato di diritto.
Anzi chi agisce nel rispetto della legalità, anche se “in punto di diritto “ ha tutte le ragioni, si vede schierato contro una potenza di fuoco mercenario dove entrano in gioco personaggi che per il ruolo pubblico che rivestono non hanno nessun diritto di intromettersi in situazioni private: assessori, tecnici comunali, funzionari e dipendenti dell’ufficio per la ricostruzione, che come già detto a nessun titolo hanno diritto di intervenire, anzi il loro compito è quello di far rispettare la normativa. A questi poi si associano i soliti strilloni dei network che a prescindere si avventano in anatemi sopra le righe.
Anche se la situazione può avere un riferimento strettamente circostanziato, va detto che l’amministrazione comunale è il vero deus ex machina di questa distorsione istituzionale. Essa non si limita alle sue funzioni ma agisce influenzando le situazioni in modo di garantire i suoi favori e imporre i suoi ‘placet‘ ai suoi accoliti pur di consolidare il suo bacino clientelare in uno scambio di utilità vicendevoli.
Questa atmosfera soffocante, incestuosa, popolata da personaggi che finiscono col distruggere le loro stesse comunità di appartenenza, e dove tutti sono stufi gli uni degli altri, potrebbe fornirci una lezione sulla capacità di reazione che dovremmo sviluppare.
Giuseppe Zunica