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«Il parlamentare entra nelle proprie funzioni con la proclamazione». Ma l'assunzione della carica dev'essere «sottoposta alla condizione risolutiva della convalida». Cioè Luciano D'Alfonso è stato sì proclamato senatore il 16 marzo scorso ma la sua elezione dev'essere ancora convalidata dalla Giunta delle incompatibilità del Senato. È questo il passaggio chiave dell'ordinanza con cui il tribunale dell'Aquila ha rigettato il ricorso del Movimento 5 Stelle ed ha anche condannato i ricorrenti al pagamento delle spese legali di 3.720 euro in favore di D'Alfonso. Che rimane in Regione, come senatore della Repubblica e governatore d'Abruzzo, fino a che la sua incompatibilità nel doppio ruolo non sarà ufficializzata dalla Giunta delle elezioni del Senato che proprio oggi avvia il suo iter.Ma è improbabile che decida prima di settembre. In parole semplici, si voterà nel 2019.

«A parere del Collegio, risultano condivisibili le prospettazioni di parte resistente sulla scorta delle quali, fin quando non vi è la convalida della nomina di Senatore, con conseguente consolidazione dello status di parlamentare, il resistente non può essere dichiarato decaduto rispetto a nessuna delle due cariche, conservando la facoltà di opzione rispetto a quella da ricoprirsi».