“Approvato ieri sera alla Camera il Decreto Dignità, un decreto importantissimo a cui abbiamo lavorato duramente e che arriva in un momento in cui è assolutamente urgente agire contro la precarietà - afferma il deputato Antonio Zennaro - Non solo i dati Istat sulla disoccupazione ci dicono che abbiamo raggiunto il record di contratti a tempo determinato e di lavoratori a termine, ma anche il rapporto Svimez 2018 è molto allarmante, definendo nel Mezzogiorno un quadro di crescente povertà con numero raddoppiato di famiglie in cerca di occupazione. Preoccupa molto anche la quantità di giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni che se ne sono andati negli ultimi 16 anni, quasi un milione! - Ribadisce il portavoce M5S - Il Decreto Dignità vuole dare un segnale forte alle famiglie e ai giovani, affinchè possano tornare a programmare il loro futuro attraverso maggiori possibilità di un lavoro più stabile. L’obiettivo è rendere le assunzioni a tempo indeterminato il contratto più vantaggioso.
Questo è un primo vero provvedimento per contrastare un modello di sviluppo che non condividiamo: precariato diffuso, delocalizzazioni selvagge, gioco d’azzardo, insomma negli ultimi anni siamo andati verso modelli sudamericani con disparità crescente e la scomparsa della classe media, finalmente un segnale importante a favore dei cittadini e non delle solite lobby. - Continua Zennaro.
Quello che più dispiace è il livello di terrorismo psicologico con cui gli alcuni partiti e alcune associazioni di categoria stanno cercando di spaventare i lavoratori e il mondo imprenditoriale, diffondendo pessimismo e false preoccupazioni. Anche sul fronte del lavoro il decreto non è contro gli imprenditori e prevede, tra le altre cose, l’estensione dello sgravio per i contratti a tempo indeterminato per i giovani under 35 anni fino al 2020. Puntiamo alla stabilità e alla tranquillità delle famiglie come fattore essenziale per il rilancio dell’economia, per questo vogliamo tutelare l'occupazione e aiutare soprattutto la piccola e media impresa che investe in Italia. - E conclude - Ogni azienda è libera di delocalizzare, ma non con i soldi dei cittadini italiani, il beneficio pubblico è giusto che vada a chi rimane nel nostro Paese."