Scontro violento su Facebook tra il neo capogruppo del Pd in Consiglio Comunale, Luca Pilotti e l’onorevole pentastellato Fabio Berardini. Scontro dialettico interessante, su Ilva e Bando periferie…ma con tanta Teramo e con una sfida pubblica lanciata: un dibattito faccia a faccia. Berardini accetterà?
Nell'attesa, vi riproponiamo lo scontro
LUCA PILOTTI
Parlamentari 5 Stelle di Taranto hanno avuto il coraggio (eh sì ci vuole coraggio), di spiegare alla loro base perchè abbiano abiurato la loro linea politica sull'Ilva, condivisibile o meno che essa fosse.
A me piacerebbe tanto che i nostri parlamentari 5 stelle ANTONIO ZENNARO (che prometteva mari e monti per il cratere terremoto in campagna elettorale) FABIO BERNARDINI e VALENTINA CORNELI, venissero a spiegare alla città perchè abbiano votato l'emendamento notturno al decreto mille proroghe con cui sono stai congelati fino al 2020 (recte: aboliti) i 16,5 milioni di euro stanziati per Teramo e perchè i cinquestelle abbiano votato contro gli emendamenti PD al Senato che proponevano l'adozione di misure tendenti ad equiparare le provvidenze del terremoto 2016 a quello 2009.
E visto che ci siamo, sarebbe il caso che provasse a spiegarcelo anche il deputato della Lega per Salvini eletto nel collegio, GIUSEPPE BELLACHIOMA.
Avranno il coraggio di farlo? Soprattutto di farlo in un confronto pubblico sul territorio e di non limitarsi a risposte da tastiera?
Vedremo…..
FABIO BERARDINI
Vedo che Lei non si informa e fa errori grossolani (e fa pure il Capogruppo).
L'emendamento 13.2 è stato votato al Senato e non alla Camera dei Deputati.
Tra l'altro è stato votato all'unanimità anche dal PD. Sono sicuro che i dirigenti del Partito Democratico le sapranno dare le motivazioni di questo voto.
LUCA PILOTTI
Vedo che lei è un maestro di stile e rispetto. Oggi però all'incontro coi lavoratori Simply non ho avuto nemmeno il piacere di ascoltare la sua voce.... Le abbiamo date già dal giorno immediatamente successivo a quel voto e le abbiamo ribadite oggi nella conferenza stampa dell'onorevole Pezzopane. È vero, ho sbagliato a indicare la Camera al posto del Senato. È altrettanto vero, io faccio in maniera modesta e coi miei tanti limiti il capogruppo e lei il parlamentare. Quando verrà le regalerò l'apologia di Socrate, vedrà che il discorso finale di Socrate può fare al caso nostro...
La sostanza della domanda però non cambia: cari Onorevoli cinquestelle del nostro collegio elettorale, ci spiegate perché il vostro movimento ha votato per l'abolizione del bando periferie, togliendo 16,5 milioni di euro Teramo, tra gli altri?
Io sarò anche grossolano negli errori, come dice lei, ma lei è disarmante nelle sue logiche: per rispondere alle mie critiche contro il voto 5stelle sul punto, Onorevole, lei si giustifica argomentando che lo ha votato anche il Pd; da ragazzini quando ci rimproveravano per qualcosa di sbagliato, ci dicevano: "e allora se qualcuno si butta dal balcone, tu fai lo stesso?". Secondo la sua logica, si, purtroppo. E COMUNQUE ANCORA NON HO CAPITO. MI PERDONI: I PARLAMENTARI CINQUE STELLE TERAMANI, SONO A FAVORE O CONTRO L'EMENDAMENTO MILLEPROROGHE CHE HA SOTTRATTO 16,5 MILIONI DI EURO A TERAMO PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE? E LEI, CHE FINO A QUALCHE MESE FA E' STATO CAPOGRUPPO DEL SUO MOVIMENTO AL COMUNE DI TERAMO, COME VOTERA', A FAVORE O CONTRO QUESTA LOCUPLETAZIONE?
FABIO BERARDINI CITA NEXT
Un emendamento votato nel decreto Milleproroghe sospende per due anni una serie di progetti sulle periferie e alle amministrazioni comunali la gestione di pagamenti già definiti. Sindaci e presidenti di Regione sono sul piede di guerra da ieri e rilasciano dichiarazioni bellicose: sugli scudi ci sono gli amministratori del Partito Democratico, i quali probabilmente non sanno che l’emendamento è stato votato anche dal Partito Democratico. Il PD contro l’emendamento sulle periferie (votato dal PD) Andiamo con ordine. L’emendamento proposto dalla maggioranza interviene sui fondi destinati alle periferie, sospendendo le convenzioni di spesa per rinviare tutto al 2020: ad essere colpite dalla modifica del decreto Milleproroghe, approvata di notte al Senato, sono 326 comuni, buona parte di grandi città, per un totale di 96 progetti. In ballo ci sono 1,6 miliardi che i sindaci rischiano di vedersi congelare per i prossimi due anni. Un blocco che tocca, tra l’altro una misura voluta e predisposta sia dall’esecutivo Renzi sia dal governo Gentiloni, per destinare soldi e risorse alle periferie. La norma colpisce municipi di ogni colore politico. Anche i tre a guida grillina: Livorno, Roma e Torino. Le città metropolitane delle sindache sono tra le più penalizzate — 40 milioni in meno a testa — al pari di Reggio Calabria, Catania, Messina, Napoli (per abbattere le vele di Scampia), Genova, Palermo. Il sindaco di Venezia Brugnaro (Forza Italia) è furibondo: «A rischio 72 milioni di investimenti». La meno toccata, Tempio Pausania: rinuncerà ad “appena” 517 mila euro. Il presidente dell’Anci — l’associazione dei comuni — Antonio Decaro parla di «furto con destrezza» I sindaci, il bando periferie annullato e il PD che regge il gioco Ma l’emendamento, approvato la notte tra lunedì e martedì, ha ottenuto il voto di tutti senatori del Pd, compreso quello di Matteo Renzi. La modifica è passata con 270 voti a favore e nessun voto contrario (quindi anche Forza Italia ha votato a favore). Proprio per questo quando è scoppiata la protesta ha avuto gioco facile il sottosegretario all’Economia, Laura Castelli (M55), nel replicare: «È il colmo che il Pd ci attacchi visto che ha votato a favore dell’emendamento, ma, soprattutto, dopo che ha promesso dei fondi con una norma sulla quale è intervenuta una pronuncia di illegittimità costituzionale».
LUCA PILOTTI
Abbiamo spiegato, e in pubblico, la genesi di quel provvedimento introdotto a tarda notte. Abbiamo detto, a chiare lettere che è stato frutto di una svista subito ammessa e contrastata nei fatti, come è evidente che sia, dal momento che non potevamo e non potremmo essere a favore di una misura che va contro un provvedimento, come quello sulla riqualificazione delle periferie, voluto fortemente dal pd attraverso la sua introduzione con il precedente esecutivo a nostra guida. La differenza? Che noi lo diciamo apertamente davanti alla gente, non ci limitiamo a citare articoli di stampa, come fa lei, peraltro smentiti dai fatti. Lei, onorevole, ha il coraggio di venire a spiegarlo pubblicamente, nel confronto democratico coi nostri rappresentanti in parlamento, davanti agli elettori del collegio di Teramo? Noi siamo pronti ad organizzarlo subito, ed anzi sfidiamo lei è i suoi colleghi di partito a farlo. Così come d'altra parte anche lei e i suoi colleghi potete appoggiare questa battaglia per Teramo e per le altre Città vincitrici dei bandi periferie. È pronto a farlo? Ci risponda e prenda posizione pubblicamente insieme agli Onorevoli Zennaro e Corneli. Venga, ci chiariremo lì e avrá modo di spiegarlo.
E allora da modesto capogruppo che sono, la invito ad un dibattito pubblico sul tema, davanti agli elettori, davanti al consiglio comunale di Teramo. Accetta? Avrà modo di dimostrare lì la mia mancanza di preparazione e la malafede del partito cui appartengo. Sempre che accetti, ovviamente. E se verrà magari avrà modo di spiegare anche come mai avete bocciato gli emendamenti relativi alla equiparazione delle misure economiche tra i due terremoti, visto che non ha risposto almeno qui. O se preferisce questo potrà spiegarlo l'onorevole Zennaro che ci ha costruito su la campagna elettorale. Poi magari il suo segretario, se vorrà, ci spiegherà come mai le misure da lui adottate per l'Ilva siano pressoché identiche a quelle del ministro Calenda, che però poco tempo prima quello stesso segretario aveva definite del tutto sbagliate. Questo, ovviamente, sempre in termini di coerenza.