Continua la bufera nel Pd abruzzese. Ieri sera si è dimesso da segretario regionale Marco Rapino. Pare che fosse già tutto deciso da tempo. Sembra che lo scopo sia quello di affidare il partito a Renzo Di Sabatino, molto vicino a Legnini che dovrebbe adesso prenderne le redini in vista delle elezioni regionali che potrebbero cancellare il partito stesso se Legnini non si candiderà a presidente. Il Pd infatti, potrebbe arrivare terzo nella competizione elettorale regionale (centrodestra prima e movimento cinquestelle secondo) e quindi destinato alla quasi estinzione.
La notizia della nomina a vicesegretario regionale da ratificare in direzione regionale, di Renzo Di Sabatino ha destabilizzato il provinciale. Il segretario Minosse, ieri sera, ha convocato i vertici per venerdi 14 settembre alle ore 21, per capire cosa fare e discutere di quanto accaduto. All'incontro sono stati invitati tutti i sindaci e a quanto pare non ci sarà Di Sabatino perchè impegnato nella pastorale con il Vescovo.
Di Sabatino nel frattempo ha convocato le direzioni provinciali appena saputo delle dimissioni di Rapino (quanti giorni fa?). Il messaggio che sta lanciando in queste ore, il presidente della Provincia di Teramo è quello di contenere le reazioni che potrebbero "nuocere non a lui ma al Pd abruzzese". Discutere va bene ma solo al partito, per il resto bocche cucite.
Alla luce di quanto accaduto ieri sera, dunque, hanno un sapore diverso la nota stampa inviata dal Pd abruzzese e le dichiarazioni di Rapino che vogliamo ripubblicare per completezza di informazione, e affinchè Di Sabatino non ci accusi di informazione scorretta come già successo:
«Il Coordinamento regionale si comporrà dunque di un vicesegretario, Renzo Di Sabatino, che ha già dato la sua ampia disponibilità, e di un coordinatore, Andrea Catena, anch’egli già a lavoro nelle vesti del suo nuovo ruolo politico. Insieme a loro ci saranno poi i quattro segretari provinciali e nove membri scelti fra gli amministratori e i dirigenti del Pd: Chiara Zappalorto, Camillo D’Alessandro, Sandro Mariani, Massimo Cialente, Michele Fina, Marco Presutti, Gianluca Fusilli, Giacomo Cuzzi e Cristiana Canosa.
Insieme lavoreremo per promuovere scelte più condivise e ampie possibile e per portare il centrosinistra unito alle prossime elezioni regionali.
Ma, come annunciato, non è tutto. Ho sempre detto che non ci sono i destini personali in gioco. ll nostro popolo si aspetta molto da noi, cambiamenti importanti, e il tempo degli onori è scaduto. Ci vuole senso di responsabilità, umiltà e mi aspetto un Pd maturo all’altezza di una sfida difficile: ritrovare sintonia con gli elettori e gli alleati. Sono certo che sapremo riscoprire un senso di comunità e destino collettivo, mettendo tutto quello che abbiamo a disposizione.
Nelle prossime ore comunicherò con una lettera al popolo del Pd abruzzese le mie scelte e la direzione da intraprendere. Il mio è un gesto fatto per responsabilità, fatto per aprire una nuova stagione. Sarò un soldato pronto ad attaccare i manifesti, scendere in piazza e offrire le mie idee per un progetto politico tutto da scoprire”.
La decisione è stata presa ieri sera con le dimissioni di Rapino e con un quadro dirigenziale deciso a tavolino e senza contraddittorio. Una cosa che non va bene a tutti, soprattutto non va bene e non fa il bene del Pd provinciale di Teramo stanco di ingoiare decisioni di altri.
Qualcosa accadrà nelle prossime ore.