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sara marcozzi“Davanti a un governo che impegna fondi e risorse per la messa in sicurezza delle autostrade che collegano l’Abruzzo a Roma, c'è chi diffonde l'ennesima fake news e propone solo attacchi strumentali”, così in una nota i parlamentari abruzzesi del MoVimento 5 Stelle.

“Si sta lavorando per poter finalmente impiegare in tempi rapidi denaro pubblico che aiuterà la nostra regione a migliorare la qualità delle infrastrutture stradali che tutti percorriamo ogni giorno, cosa che in passato non è stata fatta. I finanziamenti che per legge sono stati previsti non possono in alcun modo andare perduti in virtù del fatto che sono vincolati da impegni istituzionali”.

“Il ministro Toninelli si sta muovendo in prima persona, mettendoci la faccia, ma dall'altra parte invece c'è chi vuole che in Abruzzo ci si fermi dietro discussioni sterili e di posizionamento politico. Per una volta i nostri avversari politici la smettano di essere anche avversari dei cittadini e pensino al bene comune”, così concludono in una nota i parlamentari abruzzesi del MoVimento 5 Stelle. E' quanto sostiene in un post su facebook il candidato presidente della Regione Abruzzo Sara Marcozzi del Movimento Cinque Stelle.

CRISTINA GERARDIS, EX DIRETTORE GENERALE DELLA REGIONE ABRUZZO, SPARA A ZERO SU D'ALFONSO.

Il tema è quello delle risorse per mettere in sicurezza A24 e A25.

Ho letto varie “chiamate alle armi” ed alla disobbedienza civile da parte di diversi esponenti politici abruzzesi sul tema di cui parla l’articolo di Certa stampa.
Credo sia necessario fare qualche precisazione, tenendo conto dell’importanza dell’argomento, soprattutto dopo il disastro del viadotto Morandi.

È vero che l’articolo 16 del decreto emergenze individua risorse per la prosecuzione degli interventi di ripristino e messa in sicurezza sulla tratta autostradale A24 e A25, nella misura di 250 milioni di euro (50 milioni per 5 anni a partire dal 2021), dicendo di “rimodulare” i Patti di Abruzzo e Lazio.

Ma:

1) non è vero che l’Abruzzo subisce un “taglio” di 200 milioni di euro come riporta l’articolo linkato dal momento che la rimodulazione riguarda sia Abruzzo che Lazio (“a valere sulle assegnazioni per interventi gia' programmati nell'ambito dei Patti di sviluppo sottoscritti con le regioni Abruzzo e Lazio, di cui alle delibere CIPE n. 26 del 2016 e n. 56 del 2016”);

2) la delibera CIPE 26/2016 assegnava al Masterplan Abruzzo 753,4 milioni di euro su FSC 14/20, quindi non capisco come l’articolista arrivi a dire che vi è stato un taglio del 40%;

3) in ogni caso non è vero che “l’Abruzzo perde 250 milioni di euro già impegnati” semplicemente perché l’unico presupposto per rimodulare è che non vi siano, sino ad oggi, sulle risorse da rimodulare, impegni giuridicamente vincolanti: circostanza questa accertata dagli uffici competenti prima di scrivere una norma di copertura come quella del decreto. Cosa vuol dire? Che in questo momento quella parte di risorse stanziate sul Masterplan Abruzzo sono state sì destinate a progetti, ma mancano vincoli, obbligazioni tali da poterli considerare soldi impegnati;

4) proprio perché le autostrade abruzzesi e laziali sono infrastrutture dello Stato e non regionali si utilizzano soldi dello Stato per metterle in sicurezza: il FSC è un fondo dello Stato, ripartito ta le Regioni con precisi vincoli: ma ci sono evidentemente delle priorità di sicurezza dei cittadini, in questo caso, da tenere presenti: e quelle risorse che le Regioni ad oggi non abbiano ancora nemmeno iniziato non dico a spendere ma a impegnare ben possono essere destinate sulle autostrade;

5) mi risulta che sia D’Alfonso che Di Pangrazio abbiano individuato (estate 2018) questa come la soluzione migliore (ci sono diverse notizie di stampa su questo: soprattutto per evitare l’aumento dei pedaggi, che nessuno vuole!), ben consapevoli evidentemente che ci siano importanti risorse tutt’oggi non impegnate tra quelle destinate dal CIPE alla Regione.

Insomma: non mi pare sia uno “scippo”.
Più correttamente, un modo per impiegare in tempi stretti denaro pubblico sino a ora solo scritto sulla carta di un provvedimento nella messa in sicurezza delle autostrade, che sono appunto certamente “collettive” a livello statale e non “regionali”, contrariamente a ciò che sembra trasparire dall’articolo.
Mi chiedo dunque se abbia un senso protestare, in disparte chiaramente le strategie politiche su cui non discuto.
Forse bisognava essere più solleciti nell’impegnare quelle risorse che lo Stato aveva dedicato al risanamento ambientale, alla sicurezza, al lavoro e allo sviluppo di territori del centro sud.