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In un momento storico in cui la democrazia partecipativa è sbandierata come la panacea di tutti i mali a Teramo dobbiamo constatare alcuni passi indietro sul piano del metodo e del merito. E’ stata depositata presso la Commissione Affari Generali una proposta di modifica dello Statuto. Una procedura classica che avrebbe dovuto rappresentare il punto di caduta e non di avvio del percorso, così facendo infatti si è esclusa proprio la partecipazione di quei soggetti che dovrebbero essere interlocutori e destinatari dello Statuto. Pensiamo ovviamente ai cittadini riuniti nelle assemblee dei Comitati di quartiere (per giunta non ancora regolamentati) ma anche alle diverse associazioni che operano sul territorio e che hanno un bagaglio di studi e di apprendimenti sui temi della democrazia partecipata.  

Entrando nel merito delle modifiche proposte dalla bozza presentata in Commissione si evincono elementi di regressione rispetto allo Statuto in vigore per quanto riguarda gli strumenti di partecipazione democratica alla vita cittadina. Viene abolito di fatto l'istituto del Consiglio Comunale dei ragazzi (mai istituito finora) attraverso il quale i giovani possono partecipare e imparare il senso civico del vivere in comunità. Aumenta il numero delle firme richieste per la presentazione di un referendum consultivo (il solo previsto dallo statuto) dalle 4000 attuali a 5000. Queste firme, inoltre, potranno essere raccolte solo dopo che una commissione composta da tre soggetti non meglio identificati avrà giudicato ammissibile la proposta di referendum (nello Statuto vigente, la richiesta di referendum è depositata insieme alle firme già raccolte). Non siamo certo per una visione anarchica delle procedure ma per alimentare una partecipazione reale è necessaria una cornice di regole chiare a garanzia di tutta la collettività dai cittadini fino all’amministrazione per evitare stalli e conflitti in grado di bloccare i processi decisionali. 

Manca del tutto il capitolo circa le pratiche di urbanistica e bilancio partecipato che a nostro avviso rappresentano il cuore di una proposta qualificata e avanzata che possa mettere in campo un modo diverso di fare amministrazione in modo da riavvicinare i cittadini alle scelte di governo in termini ad esempio di beni comuni e rigenerazione urbana. Consapevoli che non siamo di fronte ad atti definitivi chiediamo quindi al Comune di mantenere fede agli impegni e alle aspettative generate tornando indietro sotto il punto di vista procedurale aprendo un vero percorso partecipativo evitando di rinchiudere il dibattito nel solo consiglio.

Sinistra Italiana – Teramo città