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centogiorniCento giorni. Sono già passati cento giorni, anzi: centotre per la precisione, da quel 18 luglio nel quale Teramo conobbe la nuova giunta. Sì, è vero, adesso qualcuno dirà che cento giorni sono niente in confronto ai cinque anni di governo, ma da sempre, in una nuova esperienza politica, i primi cento giorni sono il primo metro di valutazione dell’operato. Tanto che addirittura i governi nazionali, all’atto dell’insediamento, comunicano il loro “Programma dei cento giorni”, perché in fondo quei primi tre mesi e poco più sono il tempo limite della “luna di miele” che di solito si concede ai “nuovi” che salgono al potere.E’ successo così anche a Teramo, benché Gianguido D’Alberto non avesse presentato un programma dei suoi primi 100 giorni, la città gli ha coralmente concesso un periodo di “ingiudicabilità”, in attesa che il primo governo di centrosinistra dopo 14 anni di centrodestra producesse i suoi effetti. Il Sindaco si è fatto vedere molto, qualche assessore (vedi Falini) è pressoché invisibile, qualcun altro (vedi Di Bonaventura) si è fatto vedere anche troppo, e c'è una certa rincorsa all'apparizione social che non è assolutamente sostenuta dai risultati raggiunti.
Sono passati 100 giorni, la luna di miele è finita, la marea del consenso indiscriminato si è ritirata e si cominciano ad intuire gli scogli che rendono complicatissima la navigazione della nuova amministrazione.
Perché, ad oggi, sono affiorati anche gli scogli.
Ma di questi, diremo tra un po’, adesso torniamo a cento giorni e lo facciamo con l’occhio sul programma sintetico di “Insieme possiamo”, ovvero la rotta che D’Alberto ha annunciato in campagna elettorale.
UNA NUOVA VISIONE DELLA POLITICA PER RIMETTERE IL CITTADINO AL CENTRO. In cento giorni è stata elaborata una proposta di modifica dello Statuto è stata considerata un “gravissimo passo indietro” da chi fa della democrazia partecipata il proprio impegno.
RISANAMENTO FINANZIARIO E RIEQUILIBRIO FISCALE - per ora, non si intravedono gli annunciati tagli alla spesa corrente e intanto ai cittadini sono arrivate le stangate dell’aumento della tariffa sui rifiuti, che è vero che sono frutto dell’azione del commissario, ma in cento giorni cosa è stato fatto per cambiarle in futuro?
LA RICOSTRUZIONE COME OCCASIONE PER UNA RINASCITA DELLA CITTA’ - i cento giorni di D’Alberto sono confluiti, senza alcun evidentemente cambiamento di rotta, nei due anni di ritardi già accumulati.
LA RIQUALIFICAZIONE DEL TESSUTO URBANO E QUALITA’ DELLA VITA - per la scuola Febbo c'è un futuro, e è un bene, ma in cento giorni cosa è stato fatto per l’annunciata rinascita di Via Longo? Nel programma elettorale si legge anche “costante e reale manutenzione della rete stradale”… il commento lo lasciamo a lettori, che di certo in questi cento giorni avranno sentito spessissimo l’odore dell’asfalto appena steso… nello stesso punto di programma si parla anche di trasporto pubblico locale (in 100 giorni non è stato risolto neanche il problema dell’autobus dell’Università), e dell’abbattimento delle barriere architettoniche (e presto “carrozzine determinate” verrà a chiedere al Sindaco perché in tre anni non sia mai stato fatto nulla dell’impegno preso in Consiglio… in un Consiglio nel quale c’era anche D’Alberto e in questi tre anni si contano anche i 100 giorni della nuova Giunta)
L’EUROPA DELLE OPPORTUNITA’ - a parte i proclami di Giiovanni Luzii, ex assessore brucchiano poi folgorato sulla strada del civismo, l’Europa da Teramo resta ancora lontanissima e in cento giorni non sembra essersi avvicinata. Merito certo anche dello stesso Luzii, che guida il Cope di Teramo.
LA CITTA’ DELL’AMBIENTE - E qui, va detto, qualcosa si è fatto. Nel programma si leggeva: “le nostre azioni si muoveranno verso la cura del verde urbano e dei polmoni verdi della città, a partire dalla Villa Comunale che dovrà essere restituita alla piena fruibilità pubblica recuperandone in parte le antiche vocazioni di Orto Botanico anche a fini didattici”… e questo, va riconosciuto, è successo. In verità, del recupero dell’antica vocazione di orto botanico a fini didattici non se ne parla, ma in soli cento giorni sono tornati i cigni. Un bel traguardo, no? Si parlava anche della “nuova TeAm”, ma per ora siamo solo alle teorie.
UNIVERSITA’ e CULTURA - Si parlava di una commissione permanente Comune - Università, ma evidentemente non c’è stato tempo. Si sa, era estate quando si sono insediati… Sul fronte della cultura, Ponziani sta cercando di fare miracoli e in cento giorni qualcosa s’è mosso. E’ un inizio. Dalla cultura agli eventi il passo è breve e non possiamo non citare come Teramo abbia avuto l’occasione storica, in questi primi cento giorni di assessorato Filipponi, di ospitare un evento storico come il concerto storico dei centocellos, che ha visto la storica presenza di ragazzini in una sorta di storico saggio di fine corso, impegnati storicamente in Duomo a suonare storiche melodie per un pubblico provincialmente storico che ha dedicato loro uno storico applauso. Per il resto, solo le stesse manifestazioni già organizzate da Campana per Brucchi, con la grande novità che ad organizzarle è stato…Campana anche per D’Alberto
LA CITTA’ DELLO SPORT - in cento giorni, di quel ripensamento generale della gestione degli impianti e dello sfruttamento di Palascapriano e de vecchio Stadio anche per eventi culturali, s’è visto poco. Però, almeno il palaska è ridiventato fruibile, mentre il commissario l'aveva praricamente chiuso
UNA CITTA’ SOLIDALE - sono stati rifinanziati i servizi di sostegno a scuola e sono state avviate alcune nuove iniziative per il sociale. Qui, qualcosa si muove
L’AREA METROPOLITANA - teorie sui massimi sistemi, sul rapporto tra Comuni in un’ottica di città allargata, destinate a restare tali non solo per cento giorni, ma per cento anni probabilmente.

A parte la conta delle cose fatte, che potrebbe ovviamente lasciare il tempo che trova (anche se - ripetiamolo - i primi tre mesi sono da sempre un primo step di valutazione), questi cento giorni di D’Alberto consentono una lettura politica della nuova amministrazione. Il dato che emerge è che quella di D’Alberto, così come quella di Brucchi alla nascita, è una maggioranza che vive come portatrice (per ora) sana di una malattia che finirà per ucciderla. Così come, primi tra tutti, prefigurammo quanto il gattismo di Futuro in avrebbe alla lunga potuto nuocere al centrodestra teramano, fino ad arrivare a farlo implodere, così non ci è difficile prevedere come il protagonismo incontrollabile di Teramo 3.0 sia destinato a corrodere dall’interno questa esperienza amministrativa. Con la differenza che, mentre Futuro In poteva almeno vantare il merito di essere stato produttore di un consenso notevole, avendo assessori ma mai il vicesindaco, Teramo 3.0, con una quantità di voti di lista inferiore a quella che Mario Cozzi ha preso da solo, ha avuto assessore e vicesindaco e alza la voce su commissioni e incarichi (a proposito, tutta la città vive nell’attesa di conoscere quali siano le competenze specifiche - a lungo sbandierate dalla lista in campagna elettorale - che hanno portato il musicista Mauro Baiocco alla poltrona nel cda dell’Azienda dei Servizi alla Persona). Il già citato Luzii non fa mistero di voler rivendicare ruoli di prestigio per la sua lista, che - ricordiamolo - vanta una rappresentanza consiliare di ben 2 dicansi 2 consiglieri. A rendere corrosiva la presenza di Teramo 3.0, però, è soprattutto l’azione esterna del suo ispiratore, quel Christian Francia che, di tanto in tanto, certo non dimenticando di essere parte della maggioranza, ma col chiaro scopo di assumersene un ruolo guida, pontifica su argomenti che sarebbero di pertinenza del Sindaco (vedi il Ruzzo), ironizza con malcelato compiacimento sugli altri partiti (della sua stessa parrocchia amministrativa), arrivando anche a gongolare per l’abbandono di Verna, che lascia la maggioranza. Brucchi non riuscì a curare il gattismo, perché i numeri non glielo consentivano, per D’Alberto si tratterebbe di un banale intervento ambulatoriale. Se la Marroni, che ha anche buone idee, sente di voler davvero “distinguersi” dai protagonismi di lista, allora cambi gruppo, come del resto fece nella sua prima esperienza consiliare lasciando Pomante.
Un’amministrazione si giudica per i fatti e per le parole
Dal punto di vista dei “fatti”, questi primi cento giorni hanno detto pochissimo
Del punto di vista delle “parole”, questi primi cento giorni hanno detto che se D’Alberto non si libererà al più presto di Teramo 3.0, la conta dei suoi altri giorni da Sindaco potrà anche essere ancora lunga, ma sarà sempre più difficile