Il titolo del comunicato è di quelli che ti fanno piacere. Da cittadino, prima ancora che da giornalista: «COMMISSIONE BILANCIO APPROVA LA RIDUZIONE DEI VITALIZI». E subito immagini: è fatta, si risparmia! E poi senti quella vocina cattiva che ogni tanto riaffiora, che ti invita a godere del fatto che finalmente la casta avrà un privilegio in meno. Poi, però, siccome fai il giornalista e ti ricordi che i vitalizi in Abruzzo sono stati aboliti quando c’era Chiodi, decidi di saperne di più. E leggi: «La Prima Commissione Bilancio del Consiglio regionale ha approvato nel pomeriggio un progetto di legge “unificato” che prevede la riduzione degli assegni vitalizi degli ex consiglieri regionali e il divieto di cumulo degli stessi assegni».
Bene, via i privilegi. Ma di chi è stata l’idea? «Il testo approvato nasceva dall’iniziativa legislativa di due differenti progetti di legge (“Norme per la riduzione dei vitalizi” a firma dei consiglieri del Pd, Di Pangrazio e Pietrucci e l’altro “Modifiche alla L.R. 40 del 10 Agosto 2010 - Norme per l’abolizione del doppio vitalizio” a firma dei consiglieri del M5S, Marcozzi, Mercante, Pettinari, Ranieri, Smargiassi».
Insomma, Pd e Cinquestelle.
Chiarita la paternità, cerchiamo di saperne di più, sul “quando” e sul “quanto”: «A far data dal mese successivo a quello di entrata in vigore della legge e fino al 31 dicembre 2020, gli assegni vitalizi in pagamento all'entrata in vigore della nuova disposizione, a qualunque titolo spettanti, e gli assegni vitalizi erogati successivamente a tale termine, a qualunque titolo spettanti, sono ridotti…».
Cioè? Sono ridotti solo fino al 31 dicembre del 2020? Tutto questo rumore per un taglio di due anni, considerando che di certo la legge non passerà in Consiglio a dicembre?
Cos’è uno scherzo?
Un taglietto / scherzetto da Halloween dell’Emiciclo?
E poi, di quanto tagliano?
«Gli importi sono ridotti nelle seguenti misure da calcolarsi progressivamente sugli importi mensili lordi spettanti:
a) esenzione fino all’importo lordo di euro 1.500,00;
b) 9 per cento dell’importo lordo superiore ad euro 1.501,00 e fino ad euro 3.500,00;
c) 12 per cento per l’importo eccedente euro 3.501,00 e fino ad euro 6.000,00;
d) 25 per cento oltre l’importo di euro 6.000,00…»
Sì, è uno scherzo. Anche di cattivo gusto. Anzi: è una presa per il culo bella e buona. E perdonate la delicatezza, ma vedrete che tra qualche riga vi unirete a me nel considerarla tale.
Provate ad immaginare che un ex politico regionale che prenda 4500 euro di pensione, sarà costretto a subire un taglio di 299 euro. E se invece si tratta di un big che incassa 6500 euro di pensione al mese.… allora subirà un taglio di 485 euro.
Chissà come potranno mantenere le famiglie, di fronte ad una perdita così sostanziosa.
A questo punto, avrete due possibilità: incazzarvi (come me) per la presa per i fondelli chiaramente pre-elettorale, visto che la legge è anche a rischio bocciatura, oppure organizzare una colletta per aiutare i nostri pensionati regionali