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acerboNella mia regione, l'Abruzzo, si voterà per la Regione il prossimo 10 febbraio. In Sardegna il 24. Questo significa che la campagna elettorale si svolgerà nei mesi più freddi dell'anno. 
Quelli per intenderci in cui abitualmente l'Abruzzo si trova puntualmente in emergenza neve. 
Davvero la scelta meno opportuna per favorire la partecipazione popolare. Non mi riferisco solo ai comizi, alle affissioni, ai volantinaggi, alle visite nelle case. Ma persino alla possibilità di recarsi ai seggi in tanti comuni montani e non solo visto come in Abruzzo basta qualche nevicata per mandare in tilt collegamenti stradali e persino linee elettriche. E il 70% dei comuni sono in territorio montano e al di sopra dei 600 metri. Lascio solo  immaginare la difficoltà di raccogliere le firme al gelo per le liste che non sono già presenti in Consiglio che ovviamente ma non tanto sono esentate e neanche si sono preoccupate di ridurre il numero. 
Non conosco altrettanto bene il clima della Sardegna ma anche lì si andrà al voto il 24 febbraio. La cosa più grave è che si configura un bello SPRECO di denaro pubblico perchè pochi mesi dopo a maggio c'è una tornata di elezioni europee e amministrative. Negli anni passati i governi hanno accorpato votazioni in un unico "election day" per risparmiare. Pare che questa volta nessuno lo chieda. Se non, per ora, noi di Rifondazione Comunista, i Radicali e Sinistra Italiana che ha presentato anche un'interrogazione parlamentare. Il governo tace e da mesi fa finta di non essere a conoscenza dell'articolo 7 della legge 111 del 2011 che appunto discplina l'Election day. Eppure M5S era nato per tagliare i costi della politica! È paradossale che una misura per risparmiare senza comprimere diritti venga accantonata proprio dal governo del presunto cambiamento. Nelle due regioni citate la maggioranza di "centrosinistra" (si può ancora definire di centrosinistra il Pd?) ha fissato la data e le opposizioni di M5S e centrodestra non vedono l'ora di votare. 
In Abruzzo il Pd è responsabile del voto anticipato a causa della fuga a Roma del Presidente D'Alfonso che si è fatto eleggere senatore con candidatura blindata e un risultato elettorale disastroso come la sua giunta. Il vicepresidente Lolli e il suo partito quindi non se la sono sentiti di proporre l'Election Day. La destra d'altronde intima di andare a votare subito perché pensa di vincere. E così ragiona anche il M5S che pure ha fatto della diminuzione dei costi della politica il suo cavallo di battaglia. Non si comprende la ragione per la quale si debba votare in pieno inverno. 
Una follia che contrasta col buon senso e con i conti ma i tre poli paiono d'accordo solo su questo. 
Sapete quanto spenderanno le due regioni in più votando in date separate?
Almeno 6-8 milioni di euro in più solo in Abruzzo. In Sardegna la cifra sarà ancor più consistebte. 
Vi pare il caso? Direi di no. E per questo abbiamo rilanciato la proposta di accorpare regionali con amministrative e europee che si terranno il 26 maggio. La risposta ci ha fatto cadere le braccia. 
Gli esponenti abruzzesi del centrodestra sono insorti indignati contro l'election day sostenendo che si sarebbe dovuto votare a dicembre dopo dimissioni del presidente del Pd. I berluscones ora salvinizzati dimenticano che quando erano alla guida della Regione non solo  chiesero all'allora ministro degli Interni Alfano di fare Election Day, ma a tal fine allungarono di mesi una legislatura finita. Si doveva votare a dicembre 2013 e il voto fu spostato al 25 maggio 2014. Ora fanno gli smemorati e invocano le urne con la neve. Smemorati o patetici buffoni?
La stessa prepotenza partitocratica mostrano purtroppo anche i pentastellati. 
La candidata presidente Sara Marcozzi ha dichiarato che "8 milioni sono niente" rispetto a fantomatici centinaia di milioni che sarebbero andati sprecati non si sa come in questi mesi. Essendo "niente" dunque 8 miliono si possono sprecare non accorpando le date del voto regionale e europeo. Peccato che siano più di 10 volte quanto hanno versato i cinque consiglieri pentastellati per il #RestitutionDay celebrato con la partecipazione di Di Maio. I calcoli politici alla base di questa fregola sono evidenti. 
Centrodestra e M5S pensano di vincere ma è davvero vecchia politica anteporre i propri interessi di bottega a quelli della comunità. Tra l'altro per i sondaggi è strafavorito il centrodestra  e appare realistico che M5S tema più che altro di perdere consenso. Ma qualunque sia la convenienza reale o presunta delle forze politiche non si giustifica un tale spreco di risorse pubbliche. 
Parliamo di milioni di euro che meriterebbero di essere spesi per far fronte alle tante emergenze sociali di regioni non certo ricche. Non si capisce la logica del Pd in Abruzzo e in Sardegna dove i candidati presidenti - l'ex-vicepresidente del Csm Legnini e il "giovane" ex-Sel ex-renziano per il Si Zedda - tacciono sul tema. Solo in Basilicata - proprio l'unica regione dove ci sarebbe qualche ragione per invocare "elezioni subito" visto che il Presidente in carica è agli arresti il Consiglio Regionale ha optato per Election Day. È incredibile che nelle altre due regioni in Pd che ha avuto in questi dieci anni di combinarne di tutti i colori non ne abbia per far risparmiare denaro pubblico. 
Centrodestra e M5S dovrebbero ricordare che l'antica saggezza popolare insegna che la superbia parte a cavallo e ritorna a piedi. 
Non ci rassegnamo a questa follia e speriamo che si levino tante voci in Abruzzo, in Sardegna e in tutta Italia.
Magari il governo si sveglia e qualcuno chiederà a Conte, Di Maio e Salvini come mai buttano milioni di euro. A loro e ai loro rappresentanti a livello regionale. 
 
Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista
ex-consigliere regionale Abruzzo