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Il coordinatore regionale di Azione Politica, Gianluca Zelli, ha abbandonato in anticipo la riunione con i vertici abruzzesi dei partiti di centrodestra e il governatore della Regione Abruzzo, Marco Marsilio (FdI), in corso all'Aquila a Palazzo Silone, dalla quale ci si aspetta la composizione della nuova Giunta. Poco prima delle 12.30 Zelli è uscito dalla sede della Regione senza rilasciare dichiarazioni, ma scuro in volto, probabilmente per la piega che stanno assumendo le trattative.
    Secondo quanto trapelato, la lista civica, che ha ottenuto il 3,47 per cento eleggendo un consigliere, potrebbe rimanere fuori dall'esecutivo. Alla riunione hanno partecipato, oltre al presidente, i deputati Giuseppe Bellachioma e Luigi D'Eramo, rispettivamente segretario regionale e vice della Lega, il senatore Nazario Pagano, coordinatore di Forza Italia, ed Etelwardo Sigismondi, coordinatore di FdI.

Alla fine è venuto fuori un documento con il quale è stato annunciato che: «È stato raggiunto l'accordo, nel corso del vertice di maggioranza di questa mattina, tra le forze politiche di centro-destra per la composizione della nuova Giunta regionale. È stato dato mandato al Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, di definire nomi e deleghe che verranno resi pubblici in una prossima comunicazione».

 Per Zelli sembra si possa aprire la porta all'interno dell'ufficio di presidenza del Consiglio regionale.

"Penso che sia necessario individuare una sintesi e capisco che naturalmente rispetto alle legittime ambizioni e aspettative di tutti, quando arriva il momento di dover stringere, anche nella freddezza delle posizioni disponibili, è chiaro che non tutti possono essere soddisfatti fino in fondo - ha aggiunto a proposito dello strappo di Azione Politica, che chiedeva l'assessore esterno per Zelli -ma penso sia giusto rispettare gli esiti, i numeri, i pesi e che se tutti useranno buon senso e ragionevolezza in questo la legislatura andrà avanti speditamente".

"Segnalo che la Regione ha solo sei assessori e lo considero un problema di funzionalità dell'ente, una normale città ha nove o dieci a volte dodici assessori, le Regioni hanno un patrimonio sterminato di deleghe e competenze di un lavoro enorme da fare sul territorio vasto e nel rapporto con Roma dove quasi tutte le settimane gli assessori sono chiamati a presidiare i ministeri, credo che a sole sei persone questo compito immane sia alla radice di tante disfunzionalità, quindi porrò questa riflessione al Consiglio alla prima seduta", conclude Marsilio.