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I nostri territori non meritano e non possono tollerare ulteriori inaccettabili ricatti.  Insieme al Sindaco dell'Aquila abbiamo alzato una voce forte, congiunta, unanime in rappresentanza dei nostri territori e delle nostre popolazioni per scongiurare l’ipotesi della chiusura del traforo del Gran Sasso, individuando tutte le iniziative, istituzionali e non, per la messa in sicurezza definitiva - necessaria - dell’acquifero del Gran Sasso; una questione assolutamente da risolvere, dopo tanti anni di inerzia della politica e di tutti gli attori in campo.
Tra questi attori, ovviamente, c’è Strada dei Parchi, rispetto alla quale la posizione del Sindaco dell'Aquila si associa di fatto alle iniziative già portate avanti dall’assemblea dei Sindaci della provincia di Teramo.
Strada dei Parchi è infatti parte del problema e non può chiamarsi fuori e pensare di risolvere la questione con la chiusura del traforo. Ai referenti di Strada dei Parchi, lo abbiamo già detto e ribadito nei tavoli istituzionali, chiediamo di ritirare la decisione assolutamente inaccettabile e irresponsabile e di mettersi invece a sistema con tutti gli attori istituzionali visto che in realtà la società non ha mai posto come centrale il tema della messa in sicurezza dell’acquifero; si coinvolga perciò con tutti gli attori istituzionali, in un clima di collaborazione nel momento in cui tutti stanno facendo la loro parte. Al contrario, l’unico risultato della loro decisione sarebbe di mettere in ginocchio il nostro territorio, già sofferente per i motivi che conosciamo. Strada dei Parchi è parte del sistema della nostra regione e deve contribuire a risolvere questo decisivo problema.
La posizione di strada dei parchi, priva di adeguata motivazione, è infatti, un atto di inaccettabile deresponsabilizzazione che potrebbe configurare una interruzione di pubblico servizio e una compressione del diritto costituzionale alla libertà di circolazione. Il pericolo di inquinamento infatti non riguarda certo il transito dei mezzi ma la corretta gestione del tratto autostradale nel suo complesso da parte del concessionario.
Li abbiamo invitati non solo a fare una retromarcia ma soprattutto un passo avanti, insieme a tutti e risolvere definitivamente questa problematica centrale per il futuro non solo della nostra provincia ma di tutta la regione.
Questa sera nell'incontro al MIT a cui siamo stati convocati insieme alle rappresentanze parlamentari locali manifesteremo di nuovo con chiarezza le esigenze e le difficoltà del nostro territorio, sottolineando con forza che il tema che si affronta è intimamente legato alla sopravvivenza dei territori stessi.
Ribadiremo la massima attenzione sulla vicenda anche in considerazione del fatto che è stata annunciata la nomina di un Commissario. Abbiamo ripetuto che tale nomina, se non inserita in una discorso complessivo che parta dalla previsione delle risorse da destinare per risolvere definitivamente il problema (172 milioni di euro), rischia di essere un qualcosa di già visto. Risorse subito da parte del Governo, quindi, anche attraverso un Decreto Legge.
Il documento riporta tutte le diffide e le richieste contenute in primis nel Decreto sblocca cantieri e sottolinea l’improrogabilità di mettere in sicurezza il bene, cioè il valore acqua, rispetto agli interessi pur legittimi dei altri attori e la tutela ambientale che va garantita scongiurando deroghe all’art. 94 della Legge sull’Ambiente.
Chiediamo insomma, che in questa fase in cui si discute lo sblocca-cantieri venga convocata anche una seduta congiunta dalle Commissioni Ambiente e Infrastrutture per l’audizione dei Sindaci, delle istituzioni e delle associazioni ambientaliste, tutti organismi che mai come in questa occasione giocano un lavoro di squadra per scongiurare la chiusura e mettere in sicurezza l’acquifero. Colgo l’occasione per ringraziare le istituzioni e i movimenti che congiuntamente si stanno adoperando con grande spirito collaborativo.