La vicenda della restituzione dell' Irpef per i soggetti delle aree colpite dal terremoto ha di nuovo evidenziato tutta l'approssimazione e l’incapacità del governo Lega/ 5 Stelle. Mentre gli abruzzesi si vedono recapitare le richieste di restituzione dell’Irpef, previste dall’attuale norma a partire dal 1 giugno, abbiamo assistito in questi giorni all’ennesimo susseguirsi di annunci e slogan utili solo a coprire un’intesa che i due partiti di governo non riuscivano a trovare. L’emendamento che proroga al 31 ottobre la restituzione dell’Irpef è infatti contenuto nel decreto “Sblocca cantieri”, decreto che solo ieri ha visto l’approvazione del Senato e che dovrà ora essere approvato dalla Camera dei Deputati. Un’incertezza e un caos normativo che certamente il nostro territorio, già provato dagli eventi sismici, non merita. Il quadro diventa ancora più grave se consideriamo che l’attuale governo nulla ha fatto per affrontare la riduzione delle quote da restituire, tema fondamentale per incidere in modo significativo sulle aree colpite dal sisma. La proroga al 31 ottobre, qualora dovesse essere definitivamente approvata, è insomma solo una necessaria “pezza", in attesa che il governo avvii una seria trattativa con la Commissione Europea e preveda, nella prossima legge di Bilancio, la riduzione della quota Irpef da restituire. Eppure, durante la campagna elettorale per le elezioni politiche, la riduzione dell’Irpef è stato un cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle e tutti ricordiamo l'oggi Onorevole Antonio Zennaro promettere in ogni angolo d'Abruzzo la restituzione del solo 40% di quanto dovuto.
Voglio sottolineare, per concludere, che la partita del futuro per l’Abruzzo si gioca sulla ricostruzione. Il Presidente Marsilio, con la sua maggioranza, farebbe bene ad uscire dal silenzio e ad esigere dal Governo centrale che non vengano più tolti fondi per ricostruire, alla nostra Regione sono stati già sottratti 75 milioni di euro, e che nei confronti dell’Abruzzo ci siano più rispetto e attenzioni, la vicenda Irpef ne è esempio, anche a campagne elettorali concluse.