Le partecipate assemblee popolari di Colleatterrato Basso e Piazza Martiri della Libertà ci hanno permesso negli ultimi due mesi di riportare sotto gli occhi di tutti, cittadini, istituzioni locali e regionali, le difficoltà degli sfollati, amplificatesi in tre anni di attesa per la ricostruzione.
Per questo, appena appresa la notizia dell'arrivo di Conte, abbiamo subito incontrato il sindaco D'Alberto, con il quale è stata presa la decisione di scrivere una lettera aperta al Presidente del Consiglio. Nero su bianco, le rivendicazioni degli sfollati e le nostre proposte sono giunte, sabato scorso, nelle mani dell'unica figura che ora può intervenire per una ricostruzione di un territorio che porta ancora con sé le cicatrici aperte del sisma.
Come prima cosa è giusto ringraziare il primo cittadino di Teramo per la sua costante disponibilità e attenzione a favore degli sfollati; non era scontato che avrebbe fatto proprie le nostre rivendicazioni, non era scontato, in questo momento storico di apparenze e false promesse, un tale confronto con la cittadinanza, vero e sincero.
Vogliamo sottoporre i nostri punti alla città di Teramo, chiediamo che i parlamentari che rappresentano il nostro territorio inizino ad adoperarsi sin da subito, evitando di perdere altro tempo, per ottenere quello che a nostro avviso può diventare alla portata di mano con l'impegno di tutte le parti.
Di seguito la nostra lettera integrale.
Nelle prossime settimane chiederemo un nuovo incontro, programmeremo una nuova assemblea, una nuova tappa per avvicinare il punto di svolta della rinascita di Teramo.
Uniti per la ricostruzione!
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Giuseppe Conte
Richieste al Presidente del Consiglio per una ricostruzione post terremoto efficiente e rapida.
La prima e più urgente richiesta è la convocazione di un Consiglio dei Ministri a Teramo per procedere con un decreto legislativo al fine di liberare immediatamente tutte le risorse necessarie per la ricostruzione privata e pubblica a Teramo e nel cratere sismico del centro Italia.
Tale Consiglio deve essere preceduto da un tavolo tecnico tra Governo e Comuni in modo da recepire le diverse esigenze che provengono dai vari territori.
Il secondo importante passaggio consiste nell’efficientamento degli USR, con nuove assunzioni a tempo indeterminato e la valorizzazione delle professionalità presenti, con la conseguenza di accelerare la lavorazione delle pratiche e consentire un futuro professionale e di vita nelle aree del cratere ai lavoratori impiegati negli Uffici.
La terza richiesta riguarda lo stanziamento dei fondi necessari per la costruzione di nuovi alloggi popolari antisismici da destinare in prima battuta agli sfollati e finito il processo di ricostruzione ai più bisognosi, data la strutturale emergenza abitativa presente nel nostro territorio.
La quarta richiesta è relativa all’istituzione dei fondi straordinari per la creazione di lavoro pubblico in riferimento alla tutela del territorio, alla lotta al dissesto idrogeologico e alla messa in sicurezza del patrimonio pubblico. Tali misure diventano necessarie alla luce dei fenomeni di disoccupazione, emigrazione e spopolamento che si stanno vivendo nella aree interne del Paese ed in particolare nelle zone che hanno subito eventi sismici rilevanti.
La quinta richiesta è strategica per il presente e soprattutto per il futuro delle nuove generazioni, ed è quella destinare risorse agli atenei per garantire agli studenti del cratere
l'iscrizione gratuita o almeno l’esenzione della seconda tassa universitaria, anche per fornire un sostegno concreto agli atenei presenti nelle Regioni del Centro Italia colpite dal terremoto ed evitare un loro progressivo declino in termini di iscritti, di risorse e di offerta formativa.
La sesta richiesta riguarda l’istituzione di un tavolo permanente da convocare mensilmente tra Governo, Regione, Comuni, Comitati, Parti Sociali per monitorare costantemente l’evoluzione del processo di ricostruzione e per il confronto tra tutti gli attori dello stesso al fine di correggere eventuali mancanze. Uno strumento di questo tipo potrebbe prevenire o correggere in corso d’opera eventuali errori in fase di ricostruzione garantendo una ricostruzione più veloce, efficace, efficiente, trasparente e partecipata, a tutto vantaggio sia delle istituzioni – viste non più con sospetto e ostilità – sia delle popolazioni interessate per i benefici dovuti a un processo di ricostruzione che le rende protagoniste.
La settima richiesta, ma non per importanza, è attinente agli incentivi, alle semplificazioni burocratiche e alla detassazione nei confronti di aziende e artigiani per far ripartire produzione e occupazione in zone sostanzialmente ferme dal punto di vista economico-produttivo, con tassi alti di disoccupazione (in particolare giovanile) e con fenomeni di desertificazione industriale allarmanti.
Certi della Sua disponibilità e della Sua capacità di ascoltare un territorio sofferente, Le porgiamo distinti saluti.
Teramo, 22/06/2019