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E' stato rinviato a dopodomani, giovedi, il consiglio regionale dopo un tira e molla da pate della Maggioranza, “bloccata” da questa mattina dall’opposizione che ha posto tutta una serie di eccezioni sul punto all’ordine del giorno relativo alla SAGA. Stasera la commissione per finanziare la Saga con oltre un milione di euro era ancora in corso.

Intanto il Consiglio regionale è slittato oggi, una prima volta alle 15, anche perché la stessa Commissione dovrà occuparsi anche della proposta di referendum per l’abolizione della quota proporzionale dalla legge elettorale. Una questione che ha già diviso la maggioranza stessa. La Lega preme che sia l’Abruzzo la prima Regione a predisporre tutto l’iter, che prevede il concorso di 5 regioni. Ad ostacolare la Lega, Forza Italia. La Regione Liguria è andata sotto con la votazione oggi. Un provvedimento che Salvini ha chiesto a cinque Regioni di approvare entro il 30 settembre. Sono i capigruppo della Lega in queste cinque regioni a spingere per la votazione.

LE REAZIONI:

“L’intero consiglio regionale d’Abruzzo è tenuto in ostaggio dalla Lega. La giornata odierna trascorsa all’emiciclo è stata caratterizzata solo da chiacchiere morte e non un solo atto è stato portato e approvato – dichiara il consigliere regionale del Pd Antonio Blasioli, intervenendo sui lavori consiliari della giornata odierna -. Fra l’altro, il consiglio regionale, che avrebbe dovuto svolgersi dalle 11 e 30 di stamattina, ha subito continui e costanti rinvii, fino ad essere aggiornato alle 19 e, a seguire, a domattina. Il tutto perché la Lega continua a tenere sotto scacco la maggioranza per il quesito referendario ordinato da Salvini. Tutti compatti per dimostrare a Borghezio che l’Abruzzo non è un peso morto.

Eppure, in questi mesi mai abbiamo visto tanta perseveranza e fermezza da parte dei consiglieri della Lega. Non si sono occupati di sanità, non si sono occupati di trasporti per gli studenti. Non si occupati del dramma che hanno vissuto migliaia di cittadini abruzzesi a causa dei danni provocati dalla terribile grandinata del 10 luglio scorso né delle crisi aziendali e dei lavoratori. Ma per rispondere ai diktat di Salvini, ovvero del loro leader di partito, sono tutti proni. Un quadro allarmante, se si pensa che i prossimi cinque anni saranno caratterizzati dalle guerre intestine di questa maggioranza, che si sfida a colpi di ricatti e pressioni politiche, senza minimamente ricordare che il primo compito del consiglio regionale è di legiferare, avendo come unico obiettivo il benessere degli abruzzesi e lo sviluppo socio-economico della regione che si rappresenta”.

Legnini su Consiglio: “Maggioranza di centrodestra irresponsabile”

L’Aquila, 24 settembre 2019 – “Mentre i problemi dell’Abruzzo attendono soluzione, la maggioranza di centrodestra blocca i lavori del Consiglio per il referendum elettorale imposto dalla Lega”, così Giovanni Legnini sui lavori dell’assise regionale. “Mentre attendono di essere esaminati ed approvati provvedimenti importanti per i cittadini e le imprese abruzzesi – riprende Legnini - una maggioranza sempre più confusa e divisa forza in tutti i modi possibili le disposizioni statutarie e regolamentari al solo scopo di piegarli al raggiungimento di obiettivi molto lontani dagli interessi degli abruzzesi. Utilizzeremo ogni mezzo democratico a nostra disposizione per tutelare le prerogative del Consiglio e dei consiglieri e per ripristinare i fondamentali criteri di programmazione dei lavori consiliari e il corretto svolgimento del procedimento legislativo”.

Il vice-capogruppo del Pd Dino Pepe commenta la seduta odierna Consiglio regionale lamentando il blocco dei lavori causato dalla discussione avanzata dalla Lega Nord sulla richiesta di referendum per la modifica della legge elettorale nazionale.
ASCOLTA PEPE QUI
Bastano cinque Regione a Matteo Salvini per far decollare il suo referendum elettorale che dovrebbe abolire la quota proporzionale. Per celebrare la consultazione nella prossima primavera occorre che la proposta sia avanzata da cinque Consigli regionali, mentre il testo - approvato a maggioranza assoluta dalle assemblee - dovrà essere depositato in Corte di Cassazione entro il 30 settembre. Ma finora il leader della Lega ha dovuto incassare, oltre al rinvio a giovedì in Abruzzo, anche un colpo basso in Liguria, dove la proposta è stata bocciata in commissione; rinvii strategici in Sardegna, Basilicata e Veneto per evitare il no, e le condizioni imposte da Fi in Piemonte.